PIANIFICAZIONE E AZIONE
In realtà* il generale Student aveva già* elaborato un piano di massima per l`azione, ma voleva condividerlo con Mors per sottoporlo alla sua approvazione come comandante dell`operazione.
Dopo circa un`ora di confronto tra i due, scaturì il piano definitivo elaborato da Mors.
Si trattava di un`operazione in due distinte fasi: una via cielo e una via terra.
La prima comprendeva un atterraggio di alianti sul pianoro antistante l`albergo di Campo Imperatore, con la 1ª compagnia del tenente Georg von Berlepsch ad assicurare la liberazione e la custodia di Benito Mussolini.
La seconda fase, quella via terra, comprendeva invece che il resto del battaglione (due compagnie motorizzate, appoggiate da una compagnia panzer leggera e una di armi pesanti), raggiungesse la base della funivia difendendola poi da eventuali attacchi contro le truppe aviotrasportate che stanno operando in quota.
A missione completata, se tutto fosse andato come previsto, il Duce sarebbe stato portato a Roma per via aerea, mentre il battaglione doveva tornare via terra.
All`attacco avrebbero preso parte 370 uomini in totale, di cui però poco meno di 100 sarebbero stati quelli atterrati con gli alianti direttamente sul monte. L`ora X fu fissata per le 14:00 di domenica 12 settembre.
Poco dopo questa riunione, il capitano Skorzeny si mise a rapporto da Student e chiese di essere autorizzato a partecipare all`azione in veste di osservatore con alcuni dei suoi uomini.
Student acconsentì in buona fede, non sospettando cosa il furbo ufficiale delle SS avesse in mente.
L`operazione prese il via ufficialmente alle 03:00 del mattino del 12 settembre, quando la colonna motorizzata partì alla volta del Gran Sasso.
A bordo si trovavano, oltre al maggiore Mors, la 2ª, la 3ª e la 4ª compagnia, rispettivamente comandate dai tenenti Gerhard Fischer, Karl Schulze e dal capitano Lisowsky.
La 1ª compagnia, comandata da von Berlepsch, attese invece a Pratica di Mare per imbarcarsi sugli alianti, assieme all`"osservatore" Skorzeny e a 16 delle sue SS.
I paracadutisti sui camion pensavano di giungere a destinazione passando per Tivoli, ma poco prima di giungervi furono informati che, proprio in quella zona, le truppe italiane stavano reagendo all`ordine di disarmo tedesco successivo alla notizia dell`armistizio; inoltre proprio lì erano molto attive bande di partigiani.
Mors non poteva permettersi di ingaggiare combattimenti ancor prima di giungere al suo obiettivo e decise perciò di cambiare strada, operando una deviazione di circa 60 chilometri, lungo l`asse Monte Porzio, Valmontone, Ferentino, Sora, Capistrello e poi immettendosi nuovamente nel suo tragitto originario verso Avezzano.
Da qui proseguì verso l`Aquila, dove la colonna giunse alle 13:00 senza aver fatto neanche una sosta.
Qui un nucleo di guastatori isolò l`albergo di Campo Imperatore tagliando le linee telefoniche, in modo che anche se la colonna fosse stata avvistata, non sarebbe stato possibile comunicarne la presenza. Alle 13:45 una pattuglia a bordo di motociclette (al comando del tenente Weber) inviata in avanscoperta, si impadronì della stazione di partenza della funivia, facendo prigionieri gli italiani di guardia e, alle 14:00 esatte, comparvero nel cielo le sagome nere degli alianti diretti al loro obiettivo.
Mors si trovava più indietro e da quel momento perse di vista i velivoli. Stava allora per raggiungere il piazzale antistante la stazione della funivia, già* in mano tedesca, quando la sua auto fu fermata dall`operatore radio (il tenente Blumenthal), che gli passò un foglietto di carta dove era scritta una semplice frase: "Missione compiuta". Mors guardò l`orologio; erano le 14:17; l`intera operazione era durata poco più di un quarto d`ora. Si fece mettere allora in comunicazione via radio con il distaccamento aviotrasportato e chiese: "Vivo o morto?", la risposta fu altrettanto sintetica: "Vivo".
 



 
			
			 
					
					
					
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