Anch'io non avevo visto questo post.
Veramente un bel libro! Finito di leggere ancora prima di essere arrivato a casa.
Grazie Piero.![]()
Anch'io non avevo visto questo post.
Veramente un bel libro! Finito di leggere ancora prima di essere arrivato a casa.
Grazie Piero.![]()
Ciao. Enzo"Non abbiate paura"
Ciao j.reb.Originariamente Scritto da j.reb
Il libro lo puoi trovare alla Libreria Belforte di Livorno, anche via internet.
La Belforte è anche l'editore di questo libro.
Lo trovi anche su vari negozi online, basta che metti nel motore di ricerca Il prezzo della Liberta oppure Bruno Fulceri che è l'autore.
Io ne avevo un bel po' di copie, una ventina, che mi aveva dato lui stesso, l'amico Bruno, che non so perché in qualche post sopra ho chiamato Franco. Boh....
Io non ne ho più, forse una oltre alla mia, e purtroppo Bruno non potrà più fornirmene e neppure continuare a fare ricerche e pubblicazioni, come avevamo programmato, perché purtroppo lo scorso 15 agosto è deceduto in seguito a complicazioni post operatorie.
Aveva solo 59 anni.
Prendo l'occasione per fargli un saluto......
sì, vero, lo sapevo ma non ho specificato bene.Originariamente Scritto da kilroy
Ti ringrazio per la precisazione.
Si anch'io ho sentito spesso parlare qui a Cecina dei russi che stavano coi tedeschi; ma quasi sempre chiamati "mongoli", anche mio padre quando racconta di quei tempi, dice spesso i "mongoli" e dice anche che non erano tenuti in grande considerazione da tedeschi "veri"; infatti mentre i tedeschi lui ricorda che giravano armati, questi "mongoli" quando non erano in servizio, erano senza armi, perché secondo i suoi ricordi i tedeschi non si fidavano troppo di loro: tendevano ad ubriacarsi e armati potevano diventare pericolosi, anche nei rapporti con la popolazione; diciamo che gli Ufficiali Germanici ci tenevano all'"ordine pubblico".Originariamente Scritto da kilroy
Mi racconta spesso, mio padre, che una sera tre di essi entrarono in casa loro, un podere di contadini, mio padre aveva all'epoca 15 anni, vollero dapprima del vino, poi un po' ubriachi, cominciarono a chiedere "le segnorine"; c'erano in casa un paio di ragazze di 18-20 anni, cugine di mio padre, che ovviamente cominciarono ad impaurirsi; tutti erano un po' impauriti, sempre tedeschi erano, ma lo zio Riccardo, ex artigliere della grande guerra, prima provò con le buone, poi si in...zò proprio e, come si dice da noi, li prese per le "trombe del c..o" e li buttò fuori, a pedate fece loro ruzzolare la rampa delle scala.
Non so se avete presente i poderi toscani, con la scala esterna....
Fu aiutato, oltre che dal suo fisico robusto, dal fatto che i tre erano visibilmente alticci e traballanti sulle gambe.
Comunque quando questi, ammaccati in fondo alle scale, se ne andarono ma sbraitando e minacciando per l'indomani terribili rappresaglie "noi domani tornare con camerati...pum....pum..." e via dicendo, tutta la famiglia non è che passò la notte serena, la paura c'era e come....
Ma visto che l'indomani non successe niente, lo zio prese coraggio e per non far vivere i familiari nell'angoscia, tramite conoscenze e amicizie riuscì a sapere qualcosa: non solo i "mongoli" non tornarono coi camerati, ma i tre malcapitati, rientrati all'accampamento in quelle condizioni erano stati rudemente maltrattati dall'ufficiale responsabile, sia per lo stato di ubriachezza che per aver infastidito dei civili senza ragione, e spediti direttamente più a sud, dove allora era la prima linea.
Per la cronaca; la 162 Divisione Turkmenistan, alla quale fu affidato un settore della linea difensiva nella zona di Follonica-Riotorto, sulle prime colline, fu la responsabile della sfondamento alleato, che senz'altro sarebbe riuscito ugualmente, però in quel caso si creò immediatamente una falla centrale che di fatto vanificò la resistenza di reparti ben più agguerriti, che dovettero precipitosamente ripiegare per non trovarsi imbottigliati.
Mi dispiace molto. Era ancora giovanissimo.Originariamente Scritto da piesse
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Ciao. Enzo"Non abbiate paura"
Piesse, porgo a te le mie condoglianze per la scomparsa di Bruno, anche se tardive.
Io non conoscevo Bruno ma mi dispiace molto anch'io so cosa significa perdere un grande amico.
Grazie peil suggerimento, a buon rendere.
Gianni.
Mi aggrego anch'io, anche se tardivamente,al saluto per Bruno. Abbiamo perso un ricercatore che ancora poteva donarci resoconti inediti sulla storia d'Italia ancora sconosciuti. Mi procurerò al più presto il libro,che non conoscevo,poichè i " Red Bull "sono i miei preferiti nelle ricerche storiche...il mio avatar parla chiaro...![]()
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