Quoto l'ultimo intervento di Kanister,
addirittura, se la memoria mi assiste, non rientrarono tra i crimini di guerra addebitati ai nazisti nel processo di Norimberga.
Ciao Daniele
Quoto l'ultimo intervento di Kanister,
addirittura, se la memoria mi assiste, non rientrarono tra i crimini di guerra addebitati ai nazisti nel processo di Norimberga.
Ciao Daniele
Esatto! Non è che non ci abbiano provato, però gli fu fatto capire che era meglio "glissare"....Originariamente Scritto da Gotic Line Alarico
Non vediamo la storia per come è ma per come siamo.
QuotoOriginariamente Scritto da Klaus
e quindi mi auguro che si resti in tema su quanto, con l'apertura di questo topic, ha inteso discutere Kanister.
luciano
CHIEDO SCUSA A TUTTI!!!
scusatemi se sono uscito dal tema e se involontariamente ho parlato di politica. era solo per fare degli esempi. evidentemente non avevo capito k si parlava di errori tecnici.
comunque per quanto riguarda errori tecnici mi capita spesso di leggere libri, di guerra e non, che parlano di montagne e magari su una foto c'è riportato il nome sbagliato della stessa. è un errore che, seppur piccolo, ho spesso riscontrato.
scusatemi ancora![]()
Für Gott, Kaiser und Vaterland
Cerco foto, documenti, materiale, reperti e tutto ciò che può riguardare il settore della Val di Fiemme - Catena del Lagorai.
55^ Gebirgsbrigade e 179^ Infanteriebrigade.
In un libro che parla dei Kiwi in italia, in una foto mostra un carro neozelandese, penso che gli sarebbe piaciuto averlo visto che era un bel Tigre tedesco![]()
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Oppure, penso sia una perla della traduzione, non sapevo che il P.I.A.T (Proiector Infantry Anti Tank) fosse un proiettore, per illuminare i carri armati? se lo colpivi forse...![]()
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o il soldato Enfield....![]()
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non sò se gli errori tecnici che appaiono siano frutto del voler risparmiare a tutti i costi, o l'utilizzo di tuttologi generici, su Storia Militare leggo spesso di refusi o orrori non solo della carta stampata ma anche di trasmissioni televisive, è un peccato,
Sbagliare nome di una montagna ti pace errore da poco? Ciumbia!
Si sa che, nel tradurre, è bene:
1) conoscere meglio la lingua in cui si riversa di quella dalla quale si traduce
2) conoscere l'argomento di cui si parla....
Purtroppo, nel nostro settore è cosa che si verifica davvero di rado: tutto sommato la nostra è materia davvero di nicchia...
Sarebbe, però, ora che gli editori si rendessero conto che è più utile usare traduttori magari un po' più scarsi nella lingua di provenienza, ma dotati di competenze specifiche e conoscenza dei vocabili tecnici della lingua di destinazione.
Ricordo di aver letto un'articolo, la riguardo, su una rivista di armi, negli anni '90. L'autore raccontava di aver dovuto correggere la bozza di una traduttrice, ottima conoscitrice dell'inglese, ma per la quale... la "spring magazine" (la molla del caricatore) di un arma era... "la primavera del magazzino"...![]()
Niente male, no?
E, all'epoca, i traduttori on line non esistevano: era tutta farina del suo sacco...
Se vogliamo parlare di traduzioni, anzi di traduttrici, c'è un bel libro, per certi versi anche poetico, con belle descrizioni di paesaggi, reso in maniera impeccabile da una signora.
Peccato che ogni tanto di parli anche di armi ed allora lo sten diventa "un ottimo pezzo di artiglieria, o le "small arms", quindi armi portatili, diventano "armi di piccola taglia", solo per dire un paio di stupidagini.
Mi viene anche in mente una scena che viene descritta così: il protagonista è in carcere quando entra un ufficiale tedesco con un cesto. La domanda che mi viene spontanea è se lo invita ad un pic-nic, poi mi vado a vedere l'originale che parla di un "pad" che però si traduce in blocco appunti, quindi molto più aderente ad un ufficiale tedesco.
E tralasciamo il solito official use che diventa "riservato agli ufficiali", il compound che diventa un recinto, e così via.
Quando mai gli editori capiranno che non tutti i lettori seguono solo "il grande fratello"?
Non vediamo la storia per come è ma per come siamo.
Ciao Tiroler Kaiserjäger, nessun problema![]()
Ritornando ai refusi che alcune volte troviamo sui libri, credo sia d'obbligo fare un distinguo.
Per quanto riguarda gli oggetti che dir si voglia, o foto di luoghi ben identificabili non trovo assolutamente giustificazione negli errori sia grandi che piccoli, per chi si propone di scrivere un libro
Invece (anche se non mi fa piacere), sono più tollerante per quanto riguarda le foto di guerra in particolare quelle sul campo, che spesso non hanno punti chiari di riferimento e quindi la didascalia riporta, quanto era stato indicato.
Credo che (aimè) l`errore ci può stare, perché partendo dal presupposto che, chi ha fatto la foto può non aver segnato bene la situazione (guerra), quante volte è successo anche a noi stessi che tornando dalle ferie confondiamo, un posto, una situazione, per un`altra.
Bisogna anche aggiungere che molte pubblicazioni prendono alcune foto necessarie per il loro articolo e descrivono l`accaduto come meglio gli fa comodo, collocando qui o là* il fatto (su pubblicazioni di un certo prestigio ciò avviene molto raramente).
Io stesso quando descrivo un fatto di storia ho l`abitudine di consultare varie pubblicazioni e possibilmente di autori diversi, ma il pericolo di descrivere un situazione per un` altra è sempre dietro l`angolo e malgrado ci stia molto attento, sino ad ora è successo una volta sola.
Non prendo in considerazione più di tanto i romanzi, anzi non li leggo.
Poi come giustamente avete fatto notare ci sono le traduzioni dalle varie lingue ed anche questa è una nota dolente.
luciano
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