Commandos inglesi in Sicilia
Nei primi anni `70 non avevo ancora 10 anni quando l`Airfix mise in commercio la scatola di soldatini dedicata ai Commandos. I Commandos erano per me già* un mito, riportato ampiamente dai giornalini di guerra a fumetti dell`epoca (in fondo la guerra era finita da appena vent`anni).
Si distinguevano dai soldati normali per l`inconfondibile berretto di lana tenuto al posto dell`elmetto (ho scoperto dopo essere un passamontagna ripiegato), ma erano famosi per le loro azioni spericolate, che avevano aperto la via alla vittoria anglo-americana. Anche noi italiani avevamo i nostri eroi, che avevano compiuto le azioni forse più clamorose di tutta la guerra, ma l`aver perso (in quel modo) il conflitto non giovava, e come si sa ... la storia la scrive chi vince.
Appena riuscii a mettere da parte i soldi mi comprai finalmente la nuova scatola di soldatini e con grande meraviglia scoprii che all`interno erano presenti anche degli scalatori di montagna ed un kajak (canoa chiusa) completo di equipaggio. Il perchè l`avrei scoperto parecchi anni dopo.
Sicilia 1943 – I primi commandos inglesi arrivarono sulle coste della Sicilia già* alcuni mesi prima dello sbarco anglo-americano. Il loro compito era proprio quello di sondare il terreno per sceglierne le località* più adatte all`attacco. Si trattava di missioni esplorative notturne affidate a soli due uomini a bordo di kajak, uno dei due bravo in rilievi e l`altro ... a pagaiare! Un sommergibile partiva da Malta e restava poi al largo della Sicilia ad aspettarli. Dal sommergibile uscivano quindi questi commandos esploratori (COPP) che utilizzando le canoe arrivavano fino alle nostre spiagge e ne facevano i rilievi. Durante una di queste azioni notturne nel porto di Augusta un commandos venne anche ferito, ma riuscì comunque a scappare.
Le unità* di commandos inglesi che operarono in Sicilia furono quattro (N.3, N.40 (Royal Marines), N.41 (RM) e N.2 (di riserva)), ma l`azione che per sempre resterà* nella storia sarà* quella compiuta dal Commando N.3 al Ponte dei Malati di Lentini (Siracusa). Montgomery in persona volle farne cementare le targhe, ancora oggi visibili, a memoria dei caduti di quell`azione spericolata.
L`Unità* di Commando N.3 (400 uomini) fu formata nel luglio del 1940 da volontari, sotto il comando del ten. colonnello John Durnford-Slater; prese parte ai primi raid effettuati dai commandos inglesi, nell`isola di Guernsey, alle isole Lofoten, a Vaagso e Dieppe (1942). Dopo le azioni compiute in Sicilia l`unità* seguì l`avanzata in Italia ed in seguito, riorganizzata come 1° SSB Special Service Brigade partecipò allo sbarco di Normandia ed alle battaglie di Caen, sul fiume Reno e sull`Elba. Fu sciolta nel 1946.
1943 - Operazione Husky, lo sbarco in Sicilia.
In preparazione dello sbarco le 4 unità* di commandos vengono trasferite ad Algeri, al comando di Laycock. Divisi in 5 squadroni, ognuno con 3 ufficiali, due mortai da 3 pollici e 2 mitragliatrici Vickers.
Il 10 luglio, giorno dello sbarco, alle ore 3 di notte il Commando N.40 e il N.41 coprono il fianco sinistro dei canadesi, ad ovest di capo Passero. Il N.3 sbarca invece a Scoglio Imbiancato, tra Fontane Bianche ed Ognina di Siracusa, catturando le postazioni difensive italiane che gli erano state assegnate (Torre Cuba e Spinagallo), mentre il N.2 resta di riserva.
Il giorno dello sbarco passerà* alla storia anche per l`azione di commando compiuta da un altro corpo speciale inglese: lo Special Raiding Squadron (S.R.S. emanazione del famoso S.A.S. che aveva combattuto nel deserto libico), contro la batteria costiera italiana Lamba Doria di Capo Murro di Porco (Siracusa). I cannoni della Lamba Doria erano l`unico vero ostacolo allo sbarco alleato e vennero messi fuori combattimento con un`azione degna di un film. Questi 250 uomini, comandati dal magg. Mayne, dopo un corso per rocciatori fatto in Palestina, scalarono dal mare la parete rocciosa del promontorio su cui erano posizionati i cannoni (si possono ancora vedere le postazioni). Alle due di notte, al buio, bagnati fradici e dopo uno sbarco fortunoso in un mare agitato, questi uomini riuscirono a scalare una parete rocciosa considerata inviolabile, tanto che non vi erano neppure stati messi i reticolati o le mine. Al buio vennero uccise le sentinelle italiane e fatti saltare i cannoni, unico vero pericolo per le navi alleate. In poche ore gli inglesi avevano aperto la via dello sbarco, quasi senza perdite da parte loro. Due giorni dopo, il 12 luglio, gli uomini del SRS sbarcheranno sull`isola di Augusta.
Ma torniamo al nostro 3° Commando. Montgomery decide che il Ponte dei Malati di Lentini (strada che collegava Siracusa a Catania) è indispensabile per una veloce avanzata: deve essere preso intatto, impedendo a tedeschi ed italiani di farlo saltare (sempre degno di un film). Siccome gli uomini del SRS erano impiegati ad Augusta Montgomery decise di mandarci i commandos. Malgrado 153 tra morti e feriti (fu una strage, la loro azione più sanguinosa di tutta la guerra) il 3° Commando riuscirà* nell`impresa.
Il 13 sera 350 commandos vengono caricati sulla nave Prins Albert. Sbarcheranno in due ondate sulla spiaggia di Agnone. Quello che Montgomery non sa è che contemporaneamente a loro arriveranno lì anche i paracadutisti tedeschi del 3° FJR, partiti tempestivamente da Avignone (Francia) appena saputo dello sbarco alleato.
La prima ondata inglese sbarca ma la reazione della difesa costiera italiana e tedesca è micidiale. I commandos si aprono un varco tra i reticolati coperti dal fuoco navale e partono a piedi lungo la ferrovia (che serviva come orientamento) ma, arrivati alla stazione di Agnone Bagni, incappano nei temibili paracadutisti tedeschi e sono costretti a deviare. Sono rimasti in 160, una trentina risultano morti o feriti. I 100 della seconda ondata arrivano con molto ritardo a causa di 2 motosiluranti italiane partite da Jonia (Giarre Riposto) che tentano di colpire le navi inglesi. Ma i morti ci sono.
Intanto il primo scaglione alle 3 di notte del 14 luglio arriva al ponte dei Malati dove un unico plotone di italiani presidiava i fortini. Con un`azione fulminea a sorpresa i commandos prendono i fortini e tolgono le cariche esplosive dal ponte buttandole nel fiume, ma la situazione è grave perchè i tedeschi e gli italiani hanno saputo dell`azione inglese e si preparano a contrastarla con l`ausilio di alcuni carri armati tedeschi ed i semoventi da 47/32 del ten col. Tropea della divisione Livorno.
Uno squadrone di commandos viene interamente annientato mentre è ormai giorno, i combattimenti continuano e la 50° divisione inglese non si vede. Durnford-Slater si rende conto che non può più tenere il ponte e decide per la fuga verso Augusta divisi a gruppetti. Ma un`intera troop di 60 commandos finisce proprio nelle braccia dei paracadutisti tedeschi del ten col Heilmann (3° FJR) che dopo un breve combattimento li fa prigionieri. Un`altra trentina di commandos tornano ad Agnone sperando di trovare ancora i mezzi da sbarco ma vengono messi sotto tiro dalle difese costiere italiane e tedesche, subendo ulteriori perdite. Alcuni si nascondono aspettando l`arrivo della 50° divisione. Alla fine (sempre come in un film) gli unici che riuscirono a tornare alle loro linee furono proprio i comandanti Durnford Slater e Pooley, dopo una marcia di 24 ore filate.
Le perdite del 3° Commando nella presa del Ponte dei Malati di Lentini assommarono a 153 uomini su 350 (quasi la metà*), di cui 28 morti, 66 feriti e 59 dispersi, gran parte prigionieri.
Lorenzo Bovi
bibliografia - Assalto a tre ponti di Tullio Marcon + vari siti web e libri



Rispondi citando





