Questo racconto è tratto da alcuni settimanali d'epoca anno XX° E.F.
Nel vasto quadro della gigantesca e implacabile guerra che si svolge sui mari, accanto alle eroiche imprese dei sommergibili e delle unità* di superficie della Regia Marina, occupano un posto d`onore le gesta dei palombari, milizia del silenzio, impegnata in imprese anonime ed audacissime, che non vengono segnalate per ovvie ragioni di opportunità*.
Gente temprata, per i quali gli abissi marini non rappresentano un ostacolo e incognita.
Gente che ha compiuto parecchie volte il giro del mondo e parla dieci frasi di tutte le lingue, ma soprattutto che ha fatto stupire la gente di ogni paese per l`abilità*, l`ardire e la rapidità* con la quale ha saputo strappare agli abissi marini i relitti affondati anche in tempo di pace.
Rudi marinai e palombari, livornesi e viareggini, i più arditi ed abili del mondo, gente che ha percorso tutti i mari e che conta all`attivo decine di navi rimesse a galla nelle condizioni più difficili e paurose in tutti i mari d`Europa dal Mediterraneo all`Atlantico.
Armatori di Genova, Livorno, Trieste, Napoli, hanno inviato le loro flottiglie ed equipaggi specializzati, dove il Superiore Comando della R.Marina Italiana, ha stabilito il recupero dei piroscafi nemici affondati.
Relitto di una nave
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I rimorchiatori, trainano un grosso battello, somigliante quasi a un pontone, scialuppe e lance-compressore per il taglio subacqueo.
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La flottiglia di rimorchiatori, è partita alle due della notte.
L`equipaggio è intento alle manovre, soltanto i palombari riposano in attesa del loro ingresso nella grande scena marittima che li attende.
Palombari in attesa
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Occhi vigili a prua e sul piccolo ponte di comando, nessun pericolo in vista.
E` una flottiglia che va a recuperare in un determinato punto della costa, un grosso relitto nemico, affondato con un carico prezioso di minerali e di combustibile.
L`equipaggio è specializzato in tali lavori di recupero.
Ogni armatore-specialista, nel recupero di relitti, possiede un proprio sistema per rimettere a galla le navi.
Se dal lato tecnico variano le forme, i risultati sono però tra i più stupefacenti, siano cassoni o cilindri galleggianti che vengono applicati ai fianchi del relitto o sotto la carena o che la nave venga resa "impermeabile" in determinati scompartimenti o settori, il lavoro non è tanto facile.
Spinte positive e negative, sbandamenti a 60 gradi, resistenza delle strutture, ecc, poiché i calcoli fatti a tavolino molto spesso non risultano sufficienti, ecco allora entra in campo l`esperienza personale dei palombari, la cosiddetta "praticaccia" di chi vive anche 100 ore immerso e quasi appiccicato ai fianchi del relitto.
Individuato il punto del relitto, calcolata la profondità* e la posizione in cui giace, i gradi di inclinazione e sbandamento del carico, i danni subiti dai siluri o bombe, più il calcolo delle correnti subacquee, luce, il fondo se melmoso o roccioso ecc, ecco allora comincia il duro lavoro.
Si lavora senza sosta, ininterrottamente, l`occhio vigile al nemico che può giungere dal cielo, o dal mare stesso, per turbare il prezioso lavoro dei palombari.
Si indossa un meraviglioso scafandro italiano, leggero, di tela impermeabilizzata col cauciù, la testa protetta dalla grossa sfera di rame e non quello tutto metallico, adatto per le grandi profondità*, ma che non consente grande libertà* nei movimenti.
Il lavoro è lento e i palombari si immergono con altrettanta lentezza per prendere la pressione poco a poco.
Uno dopo l'altro due palombari si immergono
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Da bordo della lancia-compressore si seguono le mosse dei due palombari immersi, svolgendo a mano a mano il tubo che fornisce l'ossigeno
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In questa foto si scorge, a sinistra il palombaro e a destra la fiamma ossidrica che attacca il relitto
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Individuato il carico nelle stive e la sua posizione, la nave viene suddivisa in settori.
Dopo aver isolato per esempio, i settori estremi di prua e di poppa, resi impermeabili questi due punti dal resto della nave (se questa non è stata spezzata al centro) tutte le aperture vengono tamponate, saldate, impermeabilizzate ed alla fine vengono immesse le maniche delle potenti pompe aspiranti azionate dai rimorchiatori.
L`estrazione dell`acqua ha inizio.
Espulsa questa dai settori diventati compartimenti stagni, la nave balza a galla.
Ma quanto lavoro durato anche 3 o più mesi e quanta fatica e sforzi a 20, 30, 50 metri di profondità*.
Compiono il giro della nave, visitano l`interno, si imprimono nella memoria tutto, dalle caratteristiche alle particolarità*, stato, condizioni, tutto quanto è utile per il futuro lavoro.
Un grande squarcio a prua e uno al centro sotto la linea di immersione, oppure la poppa è sventrata, due bombe centrate in coperta, manca il ponte di comando, tutto è un intrigo di lamiere sventrate.
Il sistema da adottare allora cambia di volta in volta, ogni relitto ha ferite diverse.
Ci sono lamiere da tagliare con la fiamma ossidrica, altre che bisogna far saltare con la dinamite, mentre certe aperture vengono tamponate meticolosamente.
Giunge finalmente l`ultimo giorno.
I palombari hanno terminato i lavori.
Le maniche delle pompe sono state immesse saldamente, strette a doppio giro, inchiavardate.
I palombari risalgono tutto l`equipaggio è in coperta.
Tutto è pronto, dicono laconicamente.
Tutti vorrebbero gridare la loro gioia, invece tacciono e lo si comprende dallo sguardo più vivo, dalla manata sulla spalla, dal frizzo paesano, lo si capisce anche dall`andirivieni insolito del cuoco, dalla rapidità* con la quale i marinai che lo aiutano davanti ai fornelli, pelano le patate o sventrano e squamano il pesce.
Oggi è troppo tardi, le pompe saranno messe in azione domattina all`alba.
Questa notte si dormirà* poco e male, c`è una strana ansia fatta di scrupoli, dubbi.
Si contano le ore, i minuti, ai primi chiarori dell`aurora tutto l`equipaggio è in piedi, anche i palombari, nessuno parla, si attende che il capitano dia l`ordine affichè le pompe entrino in azione.
Un ordine secco, improvviso, un ronfare e pulsare di potenti motori, poi uno, due, quattro potenti getti d`acqua si alzano dai bordi e dai ponti dei rimorchiatori.
Le colonne d` acqua, ricadono in migliaia di tonnellate e tonnellate di peso che cominciano ad alleggerire il relitto.
Le pompe al lavoro
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Passano le ore, lentissime.
I palombari appoggiati ai bordi guardano il mare, là* dove le tubature delle pompe sono immerse.
Ognuno guarda il proprio orologio.
Mancano pochi minuti alla fine, i calcoli non possono essere sbagliati, incidenti non devono essere sopravvenuti.
Ancora due minuti, uno.........alcuni secondi........
Un ribollire di spume, come se una bomba o una mina scoppi sott`acqua, una specie di cratere liquido che si apre improvviso, la nave è balzata a galla.
Un grido di vittoria lanciato all`unisono dall`equipaggio, copre il tumulto dei motori.
Alcuni comandi e i motori si calmano, si placano, pulsano più adagio, tacciono.
Il relitto si dondola sulla linea di immersione, incrostato di alghe, erbe, spugne, conchiglie, rugginoso.
Un altro piroscafo nemico è stato riportato a galla.
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Le due fotografie mostrano i terribili effetti prodotti sulla nave nemica dall'esplosione di grosse bombe sganciate dai nostri aerei.
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I marinai ed i palombari hanno strappato un`altra preda dal mare ed ora l`agganciano con potenti funi metalliche per trascinarla nel porto o verso un punto costiero prestabilito.
Che il lavoro di recupero sia stato compiuto in pieno mare, sotto costa, in una rada o in porto, la gioia e la soddisfazione che invade l`equipaggio è la medesima.
Oggi c`è festa grande a bordo ed il cuoco sa che ora tocca a lui di scena
C`è un odore di cose buone nell`aria, un sapore di cucina paesana e vi saranno anche gli scoppi dello spumante.
L`equipaggio quando la flottiglia s`è mossa, è corso a fare toeletta, a cambiarsi d`abito, a farsi la barba, riassettano le cuccette, raddrizzano le fotografie appiccicate alle pareti della moglie e dei figli, insomma si preparano a sbarcare in bella forma.
Appesi ad asciugare simili a strani cadaveri disseccati, i costumi dei palombari.
La radio di bordo ha già* trasmesso ""Tutto bene, arriveremo ore..............""
fine fonte cartaceo cocis49

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