Il forte di Someda, a pianta quadrangolare compatta e massiccia, venne costruito dal Genio militare austro-ungarico nel 1898 e dotato di due cannoni da 120 mm, due obici da 150 mm e quattro mitragliatrici. Presentava la possibilità di un doppio fronte difensivo, col puntamento dell’armamento sia verso valle che verso monte, ed era in collegamento telefonico con Moena e con il Forte Dossaccio, in Val Travignolo, con il quale formava un unico blocco difensivo.
Si trattava però di un forte di concezione piuttosto antiquata ed, allo scoppio della prima guerra mondiale, era già superato dall’evoluzione delle armi e delle tattiche belliche. Dal punto di vista costruttivo presentava diversi punti deboli tra cui la concentrazione delle postazioni di combattimento concentrate in un unico blocco che avrebbero potute essere annientate con pochi colpi ben calcolati, inoltre le murature stesse risultavano esposte direttamente al tiro delle artiglierie avversarie e, essendo visibili anche da grande distanza, non sarebbero state in grado di resistere a colpi di grosso calibro.
Fu così che nel 1915 venne convertito in magazzino militare mentre l’armamento veniva dislocato verso il fronte molti chilometri più a monte. Divenuto preda bellica, e quindi patrimonio del Demanio Militare Italiano, venne dismesso nel 1927, venduto a privati, e parzialmente demolito anche per il recupero del materiale ferroso.
Oggi ne rimane poco più che un rudere
Le foto dell’interno, non essendo accessibile, sono state scattate tramite alcuni fori e fessure su muri, porte e finestre.



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