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Re: Se ne sconsiglia la visione alle persone impressionabili
Non sono d'accordo con chi afferma che gli incidenti occorsi siano dovuti al fatto che i velivoli siano stati condotti oltre i limiti del loro inviluppo di volo o che vengano eccessivamente "strapazzati" nel corso degli airshow solo per la gioia del pubblico.
Da appassionato conosco abbastanza bene il mondo dei warbirds e posso dire che i piloti che portano in volo queste macchine sono tra i più esperti e preparati in assoluto, con migliaia di ore di volo alle spalle e una lunghissima esperienza su ogni tipo di apparecchio, sia civile che militare. La manutenzione di questi aeroplani è sempre scrupolosissima, i velivoli vengono smontati e revisionati ad ogni stagione se non dopo ogni esibizione, il motore e la struttura vengono esaminati con la massima attenzione in cerca di ogni possibile guasto o difetto, i limiti strutturali e di sicurezza scrupolosamente rispettati in ogni occasione. Le condizioni nelle quali volano questi apparecchi sono di gran lunga migliori di quelle nelle quali operavano in tempo di guerra e il valore di questi aerei, sia quello storico che quello venale, è spesso talmente elevato che viene adoperata ogni attenzione prima, durante e dopo ogni volo. Oltretutto gli oneri assicurativi che gravano su queste macchine sono elevatissimi, quindi conviene davvero trattarli coi guanti attenendosi a regole di massima prudenza.
Il problema è che si tratta ovviamente di macchine relativamente complesse che hanno alle spalle settanta o più anni di vita: molte vengono riportate in condizioni di volo partendo da dei semplici rottami e dopo un lavoro di restauro che può durare degli anni, ricorrendo ovunque possibili a parti ed elementi originali; la tecnologia di questi aerei è ovviamente distante anni luce da quella attuale e in alcuni casi è particolarmente difficile, se non impossibile, risalire ai piani costruttivi, ai manuali di volo o di manutenzione originali (persino gli attrezzi d'officina vanno a volte rifatti ex-novo): tutto questo per dire che ogni aereo d'epoca che si riesce a far volare costituisce una vera e propria sifda tecnologica (oltre che economica). L'imponderabile è sempre in agguato e bastano piccole differenze nelle caratteristiche dei materiali, degli olii lubrificanti, dei carburanti o dei fluidi idraulici per provocare avarie anche di grave portata. Il lavoro che c'è dietro ogni aereo d'epoca che riesce ad alzarsi in volo è davvero enorme e si misura in decine di migliaia di ore: la perdita anche di un solo apparecchio costituisce, da questo pusto di vista, un'eventualità veramente infausta.
Per quanto riguarda il B-17 andato perduto mi pare di aver letto che si sia verificato un incendio in uno dei motori: il pilota ha compiuto un atterraggio d'emergenza praticamente perfetto individuando un campo coltivato ove posarsi, ma mi sembra che per qualche ragione i vigili del fuoco non siano potuti intervenire e l'apparecchio è andato distrutto tra le fiamme. Si è trattato di un caso particolarmente disgraziato, se l'emergenza fosse capitata sulla pista di un aeroporto un intervento tempestivo delle squadre di soccorso avrebbe con ogni probabilità salvato l'aereo.
Il P-51 invece che si è schiantato a Reno, in Nevada, provocando la morte di parecchi spettatori tra il pubblico, era una macchina che era stata ampiamente modificata per le gare di velocità e quindi effettivamente tirata "al limite" e sottoposta a notevoli "stress". Ovviamente la ricostruzione della dinamica dell'incidente spetta alle autorità competenti ed è porbabilmente troppo presto per stabilire se il disastro sia stato provocato da un'avaria meccanica o da un errore del pilota.
Ho assistito in passato a qualche arishow e devo dire che sentire il ruggito di uno Spitfire che effettua un passaggio a bassa quota è veramente un'esperienza irripetibile: il regno di queste macchine è il cielo, non la sala di un museo. Col tempo diventerà sempre più difficile mantenere in condizioni di volo questi gioielli e forse davvero dovremo rinunciare a vederli sfrecciare tra le nubi a testimonianza di un'epoca di grandi pericoli e immensi sacrifici compiuti da parte degli equipaggi che li pilotarono.
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