grazie squalone...in effetti lo conserverò insieme alle altre cose...anche se non ho capito bene se è una cosa rara o meno
grazie squalone...in effetti lo conserverò insieme alle altre cose...anche se non ho capito bene se è una cosa rara o meno
Non è raro, è particolare.
Commercialmente sia il basco che il fregio sono ancora in dotazione.
Le "patacche" applicate sono ancora reperibili presso qualunque negozio di distintivi vicino ad una Caserma.
Però come dicevo è un oggetto legato ad una cosa (la leva) che ormai non esiste più, questo genera interesse.
Esatto, appunto quello che con diverse parole ho inteso dire io, quindi tienilo bene e lontano dalle terme malefiche il nemico numero 1 dei collezionisti oltre alla polvere etc............il mio che ripeto è fuori ordinanza ma si usava fare così superati un certo numero di mesi lo tengo bene, ovvio senza stelline cordelline etc, ma solo lui il fregio e un paio di regali dei miei marescialli e ufficiali.........oltre al già citato foulard reggimentale............non chiedetemi come l'ho avuto, perchè non ve lo dico nemmeno sotto tortura.............Originariamente Scritto da Endopat
Virgo fidelis Usi ubbidir tacendo e tacendo morir
Non nobis domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam
Ovviamente anch'io mi tengo con cura il mio basco (totalmetne d'ordinanza come il fregio) del mio lontano servizio militare nel 1985 TRASMISSIONI. Avendo io una testa grossa è grande come una pizza margherita![]()
sven hassel
duri a morire
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Anche io oltre alla "drop" conservo il mio basco d'ordinanza (solo 12 stelline nascoste sotto la falda)...
XII '78, I°Btg, I^ Compagnia, I° Plotone assaltatori, Squadra di rincalzo (quella che correva di più)...
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La vita è un temporale... prenderlo nel .... è un lampo...!!!
El vento, el ... e i siori i gà sempre fato quel che i gà voludo lori...
"Se un bischero dice 'azzate vorti'osamente può apri' un varco spazio temporale, in cui può incontrassi po'i se'ondi prima, generando 'osì un'infinita e crescente marea di 'azzate"... Margherita Hack
Franz56:
... ehm, ehm... di che reggimento ?I°Btg, I^ Compagnia, I° Plotone assaltatori, Squadra di rincalzo (quella che correva di più)...![]()
fm
E' la somma che fa il totale.
che poi la cosa incredibile che io sono qui,in questo forum,"grazie" a mio nonno che mi ha cresciuto trasmettendomi tutte le sue esperienze (e il suo materiale) prima in regia marina - r.i. trento- poi nelle ss italiane con addestramento a mungsingen.
ma io...non ho fatto la leva...mi stava per togliere il saluto!
Quando c'ero io non c'era il reggimento...Originariamente Scritto da Furiere Maggiore
Noi eravamo il 1° Battaglione di fanteria motorizzata S.Giusto (cravatte rosse) facente parte della "Divisione Truppe Trieste"...
Da Wikipedia:
Nell’ottobre 1975, per trasformazione del I Battaglione del disciolto 151º Rgt. Fanteria “Sassari”, si costituì a Trieste presso la Caserma “Vittorio Emanuele” il 1º Battaglione Fanteria motorizzato “San Giusto”, erede della Bandiera di Guerra, delle glorie e delle tradizioni del 1º Reggimento Fanteria “Re”. In regime repubblicano, non potendosi intitolare un reparto ad un sovrano del passato, fu scelto il nome di San Giusto in omaggio al patrono della città di Trieste, sede del battaglione.
Il neocostituito “San Giusto” era inquadrato nel Comando Truppe Trieste, assieme a altri due battaglioni motorizzati (43° “Forlì” e 255° “Veneto”, tenuti però a livello quadro), un gruppo di artiglieria (14° “Murge”), un plotone genio, un plotone trasmissioni e un plotone sussistenza. Il Comando Truppe Trieste in caso di conflitto avrebbe dovuto difendere la città di Trieste e la sua provincia fino alle foci del Timavo, nonché svolgere azione di ritardo e logoramento in modo da rallentare quanto più possibile l’avanzata delle forze del Patto di Varsavia.
Il “San Giusto” aveva la struttura standard del battaglione di fanteria, ossia una Compagnia Comando e Servizi, tre Compagnie Fucilieri ed una Compagnia Mortai; a queste si aggiungeva però la Compagnia Fanteria “Truppe Trieste”, che svolgeva compiti di CAR in favore di tutte le unità del Comando Truppe Trieste.
Un’altra particolarità del “San Giusto” era il reclutamento regionale del personale (come negli Alpini e nei Lagunari): i militari di leva del battaglione erano infatti triestini, monfalconesi e veneti, integrati da lombardi e emiliani. Gli incarichi principali erano affidati in genere ai triestini e monfalconesi, in quanto meglio conoscevano il territorio di operazione. Il reclutamento regionale garantiva inoltre un rapido afflusso dei richiamati in caso di mobilitazione, così da facilitare l’attivazione dei due battaglioni quadro (43° “Forlì” e 255° “Veneto”) le cui armi ed equipaggiamenti erano custoditi presso la caserma del “San Giusto”.
Il “San Giusto” aveva anche la particolarità di essere l’unico battaglione motorizzato del 5º Corpo d’Armata: questo perché nel probabile scenario d’impiego, ossia il terreno carsico, pietroso e accidentato, riescono a muoversi agevolmente soltanto le fanterie leggere, mentre le unità corazzate o meccanizzate si troverebbero limitate e costrette a percorsi obbligati e strade prevedibili.
Trattandosi di un reparto di prima schiera, in tempo di pace l’attività addestrativa era molto intensa e l’operatività sempre elevata. Oltre ai normali addestramenti sul Carso e ai campi estivi e invernali, il battaglione era spesso interessato da esercitazioni di allarme, durante le quali veniva dispiegato sulle zone di previsto impiego. Un’altra attività molto frequente erano le pattuglie armate lungo il confine con la Jugoslavia, note anche come VACO (vigilanza armata confine orientale). L’addestramento prevedeva anche il combattimento in centri abitati, a tale scopo il “San Giusto” disponeva di un’area addestrativa presso la Caserma “Slataper” di Muggia, base logistica del Comando Truppe Trieste.
Nel 1986 il Comando Truppe Trieste fu sciolto ed il “San Giusto” passò alle dipendenze della Brigata corazzata "Vittorio Veneto", grande unità schierata nell’altopiano carsico con compiti prevalentemente di presa di contatto con il nemico, azione di frenaggio e rallentamento: in caso di invasione del Patto di Varsavia avrebbe dovuto condurre una lotta ad oltranza fino all’estremo sacrificio in modo da rallentare la penetrazione nemica, permettendo così alle truppe schierate in Friuli di organizzarsi opportunamente. In tale ottica i compiti del “San Giusto” rimangono grosso modo invariati.
La vita è un temporale... prenderlo nel .... è un lampo...!!!
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"Se un bischero dice 'azzate vorti'osamente può apri' un varco spazio temporale, in cui può incontrassi po'i se'ondi prima, generando 'osì un'infinita e crescente marea di 'azzate"... Margherita Hack
grazie Franz56
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