Ringrazio Karl Fran per l'osservazione: in effetti, rileggendo le mie righe, mi son reso conto di essere stato troppo vago! Ritorno quindi alle mie fonti, ovvero all'articolo di A. Menichetti "I distintivi degli Arditi", pubblicato sul n° 11 - marzo 1990 della rivista Uniformi e Armi. L'articolo inizia con alcune righe sulla necessità, nella guerra di trincea, di reperire volontari per operazioni particolarmente rischiose, come per esempio l'andar di pattuglia nella "terra di nessuno" o il distruggere reticolati nemici.
Cito direttamente le parti che di più ci riguardano: "... si pensò che se un militare fosse stato insignito di un distintivo particolare attestante il suo ardimento, avrebbe avuto la soddisfazione dell'immediato riconoscimento del suo coraggio di fronte ai compagni e, nello stesso tempo, sarebbe stato di sprone affinché anche altri potessero guadagnarsi tale ricompensa.
Il distintivo denominato "per militari arditi" venne disposto dal Comando Supremo con comunicazione n° 15810 del 15/7/1916. Il documento stabiliva che venisse concesso a tutti quei militari di truppa che offrendosi volontariamente avessero più di una volta partecipato ad azioni particolarmente ardite in zone di consueto battute dal fuoco nemico, che il numero degli insigniti non oltrepassasse il ventesimo della forza organica del reparto e che il conferimento fosse indipendente dalle ricompense al valore o dai premi in denaro."
Ringrazio Didoman di aver postato l'attestato di conferimento di tale distintivo, che da tempo desideravo vedere. Per chiarezza, come giustamente osserva Karl Fran, preciso che mi riferisco al distintivo visibile nelle fotografie che ho postato e non al magnifico fregio di Furiere Maggiore, che è quello dei veri e propri reparti Arditi.

Sarei grato a chi mi volesse spiegare chi erano gli Arditi Reggimentali, di cui non ho mai sentito parlare: non si finisce mai di imparare, per fortuna!