Si trattò di un falso architettato ad arte dall' Urss per suscitare nell' opinione pubblica italiana un sentimento anti-tedesco nell' ambito della guerra fredda, favorendo l' equazione tra la Germania occidentale (RFT) ed il Reich Nazista. Bisogna inoltre tenere conto che negli anni '70/'80 l' economia italiana era fortemente dipendente dai prestiti tedeschi. Fu montata una campagna di lettere ai principali quotidiani di fasulli "parenti delle vittime" che imploravano vendetta contro i tedeschi ed a più riprese storici di sinistra avallarono la veridicità dei fatti. Ebbe grande diffusione il libro LE TOMBE DELL' ARMIR del polacco Janeck Wilczur, che sosteneva la tesi del massacro di una intera divisione italiana dopo l' armistizio.
Si sarebbe trattato dell' inesistente "Divisione Retrovo", di cui Wilczur elencava nome e cognome di numerosi ufficiali ed alcuni generali (naturalmente inventati di sana pianta). In realtà dopo il crollo del muro la vicenda si sgonfiò rapidamente ed i cosidetti testimoni oculari risultarono mendaci, coartati o inesistenti, ma già dall' inizio la vicenda fu smentita decisamente dall' allora Ordinario Militare - e reduce dell' ARMIR - Mons. Arrigo Pintonello, da Onorcaduti e dalle varie associazioni d' arma. Fu dunque un palese tentativo sovietico di creare un "effetto Katyn" fidando nella credulità degli italiani e nelle mistificazioni di fiancheggiatori.