Citazione Originariamente Scritto da igor77
Citazione Originariamente Scritto da jeijei
Citazione Originariamente Scritto da churchill
Non credo proprio...

Mio bisnonno, Brigata Ravenna, 37 Regg.to da agosto a settembre 1917, con medaglia al valore concessa alla Brigata per la battaglia della bainsizza tra il 23 ed il 31 agosto "per aver, con tenacia,abnegazione e valore, in lunga e violenta battaglia,strappato al nemico formidabili ed importanti posizioni, dai ricordi di mio nonno, non ha mai menzionato alcunche'.

Se ben ricordo lo stupendo testo del Weber,
si lamentava del caldo e delle zanzare, sulla riva del mare a nord di Venezia, del freddo novembrino del Friuli, in ritirata,

ha anche reso merito alla preparazione dei fanti.

Il rsto e' propaganda.
Quando Friz era nella chiatta con il cannone nel libro ce scritto che facevano il bagno in mare mentre a pochi metri lo facevano anche i soldati italiani. Se si odiavano si sarebbero sparati appena visti. Sbaglio?
Molto bello questo argomento!!E mi viene in mente un libro che sicuramente molti di voi conoscono:"Trincee" di Carlo Salsa.L'ho riletto più volte e secondo me è stupendo.Colpisce la crudezza degli eventi raccontati,ma purtroppo è realtà vissuta;colpisce il fatto che molta gente era costretta a strisciare nel fango tra i morti e molti morivano anche nel tragitto verso le prime linee...colpisce l'inettitudine e molte volte la codardia degli ufficiali superiori,colpisce la mancanza di mezzi soprattutto nel primo anno di guerra,i fucili per la maggior parte resi inservibili dal fango e dall'umidità,la carenza di artiglieria per cui i reticolati si dovevano sfondare "coi petti umani",la coesistenza continua e assillante coi morti e il completo abbandono in cui si trovavano le truppe,eppure nel definire un avversario il Salsa scrive:"Eppure anche quel tipo che affiora ogni tanto dietro lo spalto con la sua pala per ributtare la terra,sarà un povero cristo come noi.Lo avran tolto dalla sua greppia senza che sapesse niente,lo avranno infagottato nella divisa appioppandogli un fucile tra le mani,lo avranno conficcato là in trincea come un palo da reticolati,con la consegna:ammazzare." per me rende molto l'idea di come era considerato il nemico...
Vorrei anche,e spero di non andare fuori dall'argomento originario,parlare di un altro libro che lessi alcuni anni or sono...si trattava di una pubblicazione locale uscita qui dalle mie parti...chi scriveva era il figlio di un reduce della grande guerra;e ricordo che nella introduzione diceva di aver penato non poco per farsi raccontare qualcosa dal padre sui combattimenti a cui aveva partecipato;a distanza di decenni ritrovo' poi il diario tenuto segreto dal padre su cui aveva annotato ogni cosa riguardo la sua vita in guerra;la vicenda è questa:il sottufficiale si trovava nell'ottobre 1917 sull'altopiano dei sette comuni ed inquadrato nel battaglione alpini Monte Clapier;in quel periodo non vi erano grosse battaglie in corso e spesso l'attività dei reparti consisteva in pattugliamenti notturni per studiare le linee nemiche o prendere qualche prigioniero.Improvvisamente il 24 ottobre il battaglione riceve l'ordine di lasciare la linea a un altro reparto e partire per "destinazione segreta";per ferrovia sarà trasferito in Friuli inizialmente nella zona di Montemaggiore per tentare insieme ad altri reparti di frenare l'avanzata austro-tedesca:inizia così per il battaglione un calvario fatto di battaglie pressochè in campo aperto o in trinceramenti improvvisati al momento,senza chiare direttive dei superiori comandi,senza cibo per giorni interi (ad andar bene un pezzo di carne in brodo ogni due giorni circa);il battaglione tra alterne vicende si ritira passo passo attraversando pianura e monti fino a Belluno,Feltre e il 15 novembre arriva a Bassano Del Grappa per poi essere messo a riposo;il 10 dicembre riceve l'ordine di salire sul Monte Grappa per contrattaccare gli austriaci su Col Della Berretta:sul posto la situazione è disperata:gli alpini son costretti ad attaccare,senza preparazione di artiglieria,su un pendio in salita con un metro di neve e spazzato da molte mitragliatrici:ma gli alpini "scarponi" attaccano con impeto subendo però subito pesanti perdite;quando l'attacco si blocca,comincia pure un martellamento di mortai pesanti che continua fino all'imbrunire;dopo una notte all'addiaccio gli alpini si rendono conto che non c'è scelta affrontare le mitraglie o essere fatti a pezzi dai mortai.Decidono allora di tentare l'attacco e qui il nostro sottufficiale viene colpito alla testa e crolla a terra(la ferita per fortuna non è mortale);creduto dapprima morto viene poi raccolto da un portaferiti più scrupoloso e avviato verso l'ospedale;qui si risveglierà dopo una trentina di giorni di coma ma non ricorderà i momenti di quel disgraziato assalto,e ci vorrà una lunga e penosa terapia perchè ricominci a ricordare...e in questo periodo egli scriverà le memorie che riporto.Ho citato questa storia fra tante perchè credo si possa capire perchè a volte i reduci fossero così "evasivi"...deve essere uno strazio ricordare certe cose.