Vorrei anche,e spero di non andare fuori dall'argomento originario,parlare di un altro libro che lessi alcuni anni or sono...si trattava di una pubblicazione locale uscita qui dalle mie parti...chi scriveva era il figlio di un reduce della grande guerra;e ricordo che nella introduzione diceva di aver penato non poco per farsi raccontare qualcosa dal padre sui combattimenti a cui aveva partecipato;a distanza di decenni ritrovo' poi il diario tenuto segreto dal padre su cui aveva annotato ogni cosa riguardo la sua vita in guerra;la vicenda è questa:il sottufficiale si trovava nell'ottobre 1917 sull'altopiano dei sette comuni ed inquadrato nel battaglione alpini Monte Clapier;in quel periodo non vi erano grosse battaglie in corso e spesso l'attività dei reparti consisteva in pattugliamenti notturni per studiare le linee nemiche o prendere qualche prigioniero.Improvvisamente il 24 ottobre il battaglione riceve l'ordine di lasciare la linea a un altro reparto e partire per "destinazione segreta";per ferrovia sarà trasferito in Friuli inizialmente nella zona di Montemaggiore per tentare insieme ad altri reparti di frenare l'avanzata austro-tedesca:inizia così per il battaglione un calvario fatto di battaglie pressochè in campo aperto o in trinceramenti improvvisati al momento,senza chiare direttive dei superiori comandi,senza cibo per giorni interi (ad andar bene un pezzo di carne in brodo ogni due giorni circa);il battaglione tra alterne vicende si ritira passo passo attraversando pianura e monti fino a Belluno,Feltre e il 15 novembre arriva a Bassano Del Grappa per poi essere messo a riposo;il 10 dicembre riceve l'ordine di salire sul Monte Grappa per contrattaccare gli austriaci su Col Della Berretta:sul posto la situazione è disperata:gli alpini son costretti ad attaccare,senza preparazione di artiglieria,su un pendio in salita con un metro di neve e spazzato da molte mitragliatrici:ma gli alpini "scarponi" attaccano con impeto subendo però subito pesanti perdite;quando l'attacco si blocca,comincia pure un martellamento di mortai pesanti che continua fino all'imbrunire;dopo una notte all'addiaccio gli alpini si rendono conto che non c'è sceltaOriginariamente Scritto da igor77
affrontare le mitraglie o essere fatti a pezzi dai mortai.Decidono allora di tentare l'attacco e qui il nostro sottufficiale viene colpito alla testa e crolla a terra(la ferita per fortuna non è mortale);creduto dapprima morto viene poi raccolto da un portaferiti più scrupoloso e avviato verso l'ospedale;qui si risveglierà dopo una trentina di giorni di coma ma non ricorderà i momenti di quel disgraziato assalto,e ci vorrà una lunga e penosa terapia perchè ricominci a ricordare...e in questo periodo egli scriverà le memorie che riporto.Ho citato questa storia fra tante perchè credo si possa capire perchè a volte i reduci fossero così "evasivi"...deve essere uno strazio ricordare certe cose.



affrontare le mitraglie o essere fatti a pezzi dai mortai.Decidono allora di tentare l'attacco e qui il nostro sottufficiale viene colpito alla testa e crolla a terra(la ferita per fortuna non è mortale);creduto dapprima morto viene poi raccolto da un portaferiti più scrupoloso e avviato verso l'ospedale;qui si risveglierà dopo una trentina di giorni di coma ma non ricorderà i momenti di quel disgraziato assalto,e ci vorrà una lunga e penosa terapia perchè ricominci a ricordare...e in questo periodo egli scriverà le memorie che riporto.Ho citato questa storia fra tante perchè credo si possa capire perchè a volte i reduci fossero così "evasivi"...deve essere uno strazio ricordare certe cose.
Rispondi citando





