Ciao Marco, eccoci qui, come scrivevo in una precedente risposta il Fariniello in questione merita un esame visivo accurato, dalle foto in effetti non si notava che mancava l'areazione perchè i rivetti sono privi di distanziatore tra il fascione e la calotta, alcuni particolari atipici li avevo notati (in esempio la mancanza della linguella parafibia e il reggisoggolo troppo curvato) in effetti come ti dicevo anche il soggolo non pare essere quello classico che si ritova sui modelli chiamiamoli combat!
Che possa essere una fine produzione o una serie realizzata per le varie associazioni ex-combattentistiche solo l'ing. Farina potrebbe dircelo ma credo che per motivi anagrafici non ci possa rispondere!
Come ti dicevo siamo nel campo delle piene supposizioni in quanto tutta la documentazione manca o proprio non è mai esistita!
Diciamo questo: l'areazione compare più tardi rispetto ai modelli non aereati (questione di mesi forse di poche settimane) e denota una produzione diversa rispetto ai non aereati, ciò potrebbe far presupporre che il modello alto con areazione fosse stato l'ultimo tipo ad essere prodotto anche perchè in effetti è il più difficile a trovarsi, che sappia io in zona solo 2 esemplari sono stati trovati contro forse un paio di decine degli altri 3 tipi, probabilmente il peso e introduzione degli Adrian ridusse di molto la consegna di tale variante.
Ciò non toglie che sulle foto propagandistiche dell' epoca tutti siano sfoggiati insieme in foto di gruppo con corazze, Farina, scudi Degrè e pinze Malfatti!!
Si puo sempre supporre che in effetti visto il limitato uso temporale dell' elmo, per via del peso stesso dell' oggetto che ne limitava l'utilizzo solo in azioni di attacchi (prima) e per turni di sentinella o in dotazione ai mitraglieri (poi) rendesse l'areazione superflua per cui venne deciso di allestire le ultime consegne senza aereazione creando così un ibrido con caratteristiche comuni ai 2 tipi.
Altra spiegazione potrebbe essere che durante i primi anni 20 con il proliferare di molte sezioni d'arma di ex combattenti taluni reparti che lo ebbero in dotazione durante la guerra (penso ad esempio i genieri, i mitraglieri, e il senso più lato gli arditi)venne fatta richiesta di tali cimeli alla ditta produttrice visto che comunque nel 18 questi copricapi erano di fatto già* rari a vedersi al fronte, visti i suoi limiti operativi e i cambiamenti tattici nel tipo di operazioni belliche.
In effetti il copricapo riveste da sempre un significato allegorico carico di significati tipo i cimieri mediovali sugli scudi araldici o l'immagine dell' Adrian per l'assaciazione ex Combattenti.
Diciamo che il Farina faceva bella mostra di se in una sezione di veterani che magari lo sfoggiavano in occasione di incontri con ospiti o manifestazioni.
Alla luce di ciò non potendo reperire tutti i cimeli richiesti forse la ditta assemblò ex novo o con pezzi in magazzino questi copricapi da distribuire presso le sedi reducistiche, un po come oggi succede per i tanti souvenir che ad esempio si possono vedere presso le sedi degli alpini (crest, aquile e quant' altro si leghi all' iconografia dell' arma).
Escludo trattarsi di un errore di assemblaggio propio in virtù del fatto che il numero di rivetti che fermano la calotta è aumentato e volutamente posizionati in quei punti, questo anche se in effetti la ditta Farina collaborò con varie officine artigianali per soddisfare le richieste dell' intendenza militare quantificabili in alcune migliaia di esemplari in pochi mesi.
Varianti ce ne sono o se ne sono viste, come ad esempio il 5 lamine alto con doppio rivetto sulla falta, il tipo con la piega della falda quasi a perpendicolo e non obliqua come nei tipi classici, quelli con marchi sui rivetti o sulla falda esterna ecc ecc.
Altre variazioni si possono notare sulle corazze stesse, come ad esempio sui rivetti utilizzati o sulla qualità* della piegatura delle lamine.
Oltre, le lamine non furono mai cromate ma brunite, e questo per un motivo tecnico ben specifico, l'acciaio al cromo utilizzato subiva un trattamento termico per la tempra antiproiettile che gli faceva assumere tale tipo di brunitura così simpatica ed apprezzata dai collezionisti che però vanificava spesso la tenuta della vernice proprio sulla falda anteriore.
Il fatto che la brunitura sia più o meno scura dipende dal tipo di trattamento subito, dalla temperatura, dalla caratteristica della lamiera utilizzata e da altri fattori squisitamente tecnologici. Se il riferimento è alla lucentezza degli esemplari postati da Mauro credo che sia un fatto legato più all' effetto provocato dal flasch o dalla luce riflessa al momento dello scatto fotografico.
Quanto al colore, gli aereati prentano notevoli differenze rispetto agli altri, sul quello in esame non sono apprezzabili le pennellate per i motivi già* esposti anche perchè credo che sia stato pulito in tempi recenti e omogeneizzato nella tonalità* con un film oleoso protettivo. Se mi dici che hai provato a rimuovere la patina (cosa che non si fa!!!) e il colore verde non si è sciolto ciò è già* un punto a favore sulla genuiinità* della vernice stessa!
Vedremo come si sviluppa il topic per avere altri spunti per dipanare il mistero!!