da 150 a 154

SEZIONE II.
Confronto fra i fronti bastionato, tanagliato e poligonale.
Fortificazione neo-tedesca.


150. Confronto. Sarà* fatto sul modo con cui i fronti agiscono sul terreno d'attacco, nonché sul modo con cui essi subiscono l`azione dell'avversario per ciò che si riferisce alla sicurezza degli uomini, dei materiali e delle costruzioni.
I. Azione dei fronti sul terreno esterno. Nel fare questo esame si terrà* conto solo dei tiri normali alla magistrale, siccome quelli che più facilmente si ottengono dagli uomini e dalle artiglierie; e d'altra pare i tiri obliqui non potendo essere che di obliquità* limitata, non influiscono notevolmente sulle conclusioni che si possono trarre dall'esame dei tiri normali.
Si considerino dei lati di base A B della stessa lunghezza (Fig. 62, Tav. VI), uno occupato con un fronte poligonale a), uno, con uno tanagliato b) ed uno con uno bastionato c). Il primo a) ha azione su tutto il terreno che ha innanzi a sé, fino al limite della gittata utile delle armi, con eguale intensità*, tanto da vicino, come da lontano; ma non ha fiancheggiamento proprio. Il secondo fronte b) ha fuochi incrociati dove si incontrano le zone battute dalle due facce, ed ha fiancheggiamento proprio; ma né lascia dinanzi a sé uno spazio S per nulla battuto, detto settore indifeso, a non grande distanza dal lato di base e precisamente lungo la capitale del fronte, dove si deve supporre concentrate la massima azione dell'attacco. Il terzo fronte c) dà* fuochi incrociati dove si incontrano le zone battute dalle facce e dalla cortina, ha fiancheggiamento proprio, ma lascia una zona Z non battuto dalle facce, ma solo dalla cortina, la quale vi ha solamente azione lontana, ostacolata dalle opere addizionali poste in capitale, delle quali per altre ragioni (come si è visto qui indietro) non può essere liberato il fronte; e lascia le zone S' S' lontano e quello S S vicine, non battute in nessun modo (settori indifesi). L'incrociamento dei fuochi delle facce cessa ad una distanza dal lato di base, che, con le proporzioni adottate nelle varie parti del fronte è poco superiore alla estensione del fronte stesso, e quindi molto inferiore alla gittata utile delle armi destinate all'azione lontana.
Il fronte poligonale è dunque quello che soddisfa meglio alle esigenze della difesa lontana con armi a lunga portata, mentre ha pure efficace la difesa vicina; da solo manca di azione fiancheggiante, che deve ottenersi con opera addizionale (caponiera C)
II. Condizione dei fronti circa alla inaffidabilità* delle facce. I tiri più efficaci dell'avversario per distruggere artiglierie che armano delle facce sono quelli di infilata, con batterie poste sul prolungamento delle facce stesse. Dall'esame della Fig. 63 emerge che per infilare le facce del fronte tanagliato, l`avversario basta che si porti in A' e B`, dove si trova poco soggetto all' azione dei fronti contigui AH, BK; per infilare le facce del fronte bastionato basta si disponga in A" e B", ove risulta un po' più sotto l`azione dei fronti contigui AL, BM; e per infilare la faccia unica del fronte poligonale occorre che si collochi in A"', od in B"', ove è molto esposto all'azione efficace delle facce contigue AN o BP. Il fronte bastionato ha poi i suoi fianchi EC, FD nelle peggiori condizioni rispetto alla infilata, e quindi distruggibili da lontano.
III. Circa al settore indifeso al saliente. Se si considerano due fronti contigui AB e BP (Fig. 63 citata), l`angolo al saliente fra essi è massimo (ABP) per i fronti poligonali, medio (DBQ) per i bastionati, minimo (VBK) per i tanagliati ; e siccome dinanzi ad ogni saliente avvi uno spazio non battuto dai tiri normali, o settore indifeso, la cui apertura è il supplemento dell'angolo al saliente, ne risulta che il detto settore indifeso è massimo per i fronti tanagliati, medio per i bastionati e minimo per i poligonali.
IV. Circa allo sviluppo delta magistrale il semplice esame della Fig. 63 dimostra come esso sia minimo per il fronte poligonale, il quale dunque è sotto tale aspetto, il più economico.
151. Conclusioni. Il fronte tanagliato fu poco usato in fortificazione permanente e perciò si può lasciare d'ora in avanti fuori di discussione; ma il bastionato, che ebbe impiego tanto vasto, non può reggere, dunque, a confronto del poligonale né per l'azione sulle batterie avversarie che tentino l'infilata, né per settore indifeso al saliente, né per sviluppo di magistrate, ovvero per economia di costruzioni. Di più, per fronte bastionato il Montalembert trovò critiche acerbe dipendenti dalla sua costituzione (vedi § 139), cioè: debole azione delta cortina; imbrecciabilità* degli angoli di spalla; vulnerabilità* dei fianchi, sicché al momento dell`attacco le loro artiglierie sono molto spesso smontate; difettosa esposizione delle facce circa ai tiri avversari, sicché sono colpite di rovescio o di infilata da tiri lunghi di lancio ; difficoltà* del fronte ad applicarsi al terreno, causa i legami geometrici fra le varie parti; ed altre minori.
Eppure la scuola francese non volle abbandonare questo fronte, che fu la gloria di Vauban, di Cormontaigne e della Scuola di Mezieres, e si oppose all'adozione del fronte poligonale, fino quasi alla diffusione delle armi rigate.
Non così fu fatto presso altre nazioni.
Già* fin dal secolo XVII in Germania si erano abbandonate in parte, od in tutto, le rigide forme bastionate, e si è riportato qui il fronte a tanaglia del Landsberg (v. § 132), che ebbe poi imitazione e modificazioni dal Montalembert.
Volendo le città* federali germaniche, dopo i trattati del 1815, crearsi dei punti solidi di difesa in caso di un attacco da parte delta Francia, dalle commissioni di studio furono scelti come applicabili i principi del Montalembert e del Carnot, e fin da allora il dissidio sui sistemi di fortificazione, mantenutosi nel campo teorico, scese nel campo pratico.
Si può dire che in tutto il periodo storico delta fortificazione moderna, cioè dal 1815 al 1860 circa, la lotta fra il fronte bastionato propugnato dalla scuola francese di Metz ed il fronte poligonale accolto dai fortificatori tedeschi, s'è mantenuta viva e costante. Era divenuta perfino una questione di nazionalità*, e nel 1852 il barone MAURICE DE SELLON, uno degli scrittori francesi più reputati di arte militare e di fortificazione, scriveva "Preghiamo gli ingegneri tedeschi che hanno voluto rispondere alle nostre critiche, di volerci permettere di perseverare nella preferenza che diamo ai tracciati bastionati, perfezionati dalla nostra scuola ».
Nel 1860 in Francia si fortificava ancora a fronte bastionato, e nel 1866 in Italia si pubblicavano con compiacenza sul Giornale del Genio, alcuni studi di un valente ufficiale per l` "ampliamento del fronte bastionato dipendentemente dalla maggior gittata che hanno acquistato le moderne armi da fuoco".
152. Fortificazione neo-tedesca. Il risultato della reazione contro le idee troppo restrittive e troppo nazionali francesi, e degli studi delle commissioni militari tedesche, fu un tipo di fortificazione, che è detto della scuola neo-tedesca , e che può suddividersi in due rami: il ramo prussiano, rappresentato principalmente dall'ASTER, il quale fece il progetto della piazza di Coblenza e ne cominciò nel 1816 (primo in questa nuova strada) la costruzione (v. § 17 ; il ramo austriaco, di cui il colonnello del genio barone DE SCHOLL fu il primo rappresentante, nel progetto da lui compilato della piazza d'Ulma (pubblicato nel 1819).
Però i principi della nuova scuola sono gli stessi per il ramo prussiano e per il ramo austriaco, e differiscono solo nei particolari di applicazione.
Tali principi si possono cosi riassumere:
a) Il corpo di piazza era il più semplice possibile; i rampari lunghi e sottratti all'infilata, occupati dal maggior numero di cannoni, che esercitavano potente azione frontale. Queste condizioni esigevano, in generate, il tracciato poligonale, senza escludere gli altri, quando erano voluti dalla configurazione del terreno di impianto.
b) Il fuoco diretto dei cannoni era sostenuto da quello indiretto di mortai e di obici, posti in casamatte dietro a masse coprenti.
c) Sui rampari sorgevano traverse-ricoveri per riservette munizioni e ricoveri serventi.
d) Si avevano nelle opere dei ricoveri alla prova per la porzione di truppe del presidio che riposava.
e) L'ostacolo alla scalata, nel fosso, era ottenuto con muri staccati, o semistaccati (questi molto in uso in Austria).
f) Il fiancheggiamento era fatto da caponiere anche a più piani, ed armate di cannoni in modo che avessero superiorità*, nel combattimento, sulle controbatterie nemiche.
g) Erano tenute al minimo le opere aderenti ed avanzate. In Prussia non si usarono, in genere, che rivellini e ridotti casamattati nella strada coperta; a Coblenza si impiegarono ancora controguardie. Si ebbe però sempre un ridotto interno, consistente in una costruzione rotonda, casamattata, in forma di torre, od a ferro di cavallo, oppure in una caserma difensiva; a più piani di casamatte. Esso doveva servire a battere il ramparo principale in modo da impedire all'avversario di stabilirvisi.
h) I forti staccati, nuovi elementi delle fortificazioni moderna, erano in principio poco distanti dal nucleo; ed anzi qualche volta si consideravano ancora come mezzi di rinforzo del corpo di piazza, che costituiva la parte essenziale. Più tardi soltanto si aggiunse la condizione di allontanarli tanto dalla cinta del nucleo, da sottrarre l`abitato dal bombardamento.
153. Esempi di fortificazione neo-tedesca. Gli elementi costitutivi delle piazze erano, dunque, i forti staccati e le cinte; si veggano le loro caratteristiche nelle due scuole di fortificazione, ora in esame.
a) Fortificazione prussiana. I forti avevano tracciato poligonale vario, spesso a lati rettilinei, ma qualche volta anche a lati curvi (archi di circolo o di ovale allungata nel senso del fronte). Verranno dati esempi nella descrizione della piazza di Coblenza.
Nel 1840 i prussiani adottarono un tipo di cinta che fu applicato a Koenigsberg (e nelle scuole e nei trattati si conosce, appunto, col nome di fronte di Koenigsberg) e, con qualche variante, successivamente a Posen, Stettino, Strasburgo, ed ultimamente a Magdeburgo e Colonia.
Il lato esterno (v. Fig. 64, Tav. VII, e variante a Fig. 64 bis) fu preso di m. 600#61624;750. Benché, costituito sulla idea delta fortificazione poligonale, il tracciato ha nel suo insieme l`aspetto di un fronte bastionato, composto di bastioni B molto piani, alternati con altri bastioni staccati, o rivellini C, più sporgenti. Questi ultimi coprono una grande caponiera A, che ha tracciato a ferro di cavallo, destinata al fiancheggiamento del bastioni piani, e che serve da ridotto al bastione staccato.
La caponiera fu fatta dapprima a 3 piani di casamatte, poi a 2 piani (così a Magdeburgo) e ad un piano (cosi a Strasburgo, a Colonia); quando è a più piani, i piani superiori sono per artiglierie agenti al largo, quello inferiore è per fanterie, quand`è ad un piano unico è costituita da casamatte miste; di più, la copertura (alla prova) è organizzata difensivamente. Quest'opera considerevole è stata alla sua volta, in alcuni fronti, fiancheggiata da piccoli cofani t posti alle estremità* posteriori, agli angoli di spalla ed in capitale (v. schizzi citati).
Sui salienti del tracciato, o nei bastioni B, si elevano dei cavalieri aventi m. 11 circa di comando, con fianchi casamattati a 2 piani.
Il comando generale del corpo di piazza è di m. 10#61624;11,50. La scarpa del fosso (profilo MN) è staccata, il fosso è in parte asciutto, in parte acqueo. Il rivellino avanzato ha invece la scarpa aderente, defilata solo alla vista.
L`indicazione delle varie parti del fronte rappresentato, appaiono dalla leggenda annessa al disegno.
154. b) Fortificazione austriaca. Forte a tracciato poligonale, fronti rettilinei più spesso che curvi, e ridotti curvi all'interno. Ricerca assidua dell'adattamento al terreno. Si vedranno esempi opportuni nella descrizione della piazza forte di Verona.
Per le cinte, gli austriaci usarono spesso il fronte rappresentato alla Fig. 65, Tav. VII, così come mostra lo schizzo - che è la forma tipica - o con leggere varianti. Fu detto fronte austriaco oppure fronte poligonale diritto.
Il tracciato della linea di fuoco del ramparo è ripiegato in modo, da costituire dei fianchi, che concentrano i loro fuochi sulla capitale del fronte, occupato da una grande caponiera di muratura, con cortile interno, aderente o staccata, secondo le circostanze.
Il fosso, profondo m. 7 circa e largo m. 28,50, ebbe, nelle prime cinte, scarpa e controscarpa rivestite, e nelle più recenti la scarpa fu fatta con muri semistaccati, aventi cammino di ronda e feritoie. Sulla controscarpa avvi strada coperta non completa, piazze d'armi di rientrante, e ridotti di piazze d'armi isolati, tipo Chasseloup (v. § 122).


<font color="red">.....BUONE VACANZE: ci si risente il 3 settembre!!!!!!!</font id="red">