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Discussione: [FANTERIA D'ARRESTO] Dos di Somdogna - Torrette NATO

  1. #1
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    [FANTERIA D'ARRESTO] Dos di Somdogna - Torrette NATO

    Attenzione: le foto postate si riferiscono solo alle due installazioni NATO (si tratta quindi di integrazione, o installazioni ex-novo, periodo guerra fredda, del Vallo Alpino del Littorio) e si trovano a SUD del passo nel bosco.
    Mancano foto di ulteriore conversione NATO di un osservatorio all'interno di un masso, ex 15-18, stesso lato del passo, che faceva parte di un trinceramento della grande guerra. Linea sulla quale insistono anche le due torrette......
    .....i luoghi strategicamente validi per le fortificazioni lo sono quasi in ogni periodo storico evidentemente, come spesso succede [^]

    Altre due(?) torrette dal lato opposto del passo sò essere presenti ma non visitate.

    ......spero con auesto report di far contento anche Vladimir [ciao2]
    (stò fra l'altro preparando altro mega topic su uno sbarramento del Vallo con opere riattivate NATO)

    Intanto andiamo qui....


    L'ambiente era questo, non male direi:

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    Il tutto è stato rigorosamente richiuso così come trovato......

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    Ciao a tutti!!

  2. #2
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    G R A N D E !!
    Un cordiale saluto!

  3. #3
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    Saluti a tutti,
    Un reportage molto bella , complimenti!
    Infatti, questa e' una postazione semplicissima, ma e' anche un esempio del uso delle corrazze modelli gia' conosciuti nel vecchio Vallo, per esempio qui' una "piastra con minimo spessore frontale". Postazioni come quella ho visto anche nella FVG.
    Ma, come doveva essere forte, nel senso mentale, l'equipaggio di quel piccolo nido (due soldati?), che si dovevano sentire come in un carro armato, rimasto sul campo senza la possibilita di muoversi...Per me, l'emozione di entrare nel quella postazione sarrebbe come essere chiuso in una bara, sepolto vivo...visto che, nonostante, la sua mimetizzazione superba, la maggiorparte delle postazioni per la difesa del confine italiano dalla "minaccia del Est" erano conosciuti al "nemico". Tecnicamente era previsto certo "tempo di sopravivenza" di quelle postazioni - ma la fine era sempre la stessa, e gli fanti/alpini del presidio lo sapevano...proprio come la motto di GaF, "Resistere ad ogni costo"...

    Ora metto una foto della postazione dello stesso tipo (io la chiamerei casamatta, non torretta), in FVG:




    Vladimir

  4. #4
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    X Iapino.
    Penso che le cose le vediamo così solo noi due.
    Io ho letto praticamente tutti i libri e ho molto anche seguito i vari siti che si occupano di queste cose.
    Sembra incredibile!!
    Questi dubbi non sono mai venuti a nessuno.
    Tutti riportano,non le loro impressioni,ma quello che la politica
    predicava 70 Anni fà*.
    Questo dubbio,mi si è concretizzato nella bellissima postazione a Lome ,ho provato a pensare ad uno che doveva lesciare la postazione per uscire,pozzi,scale,labirinti.
    Sei comunque il primo che tocca il problema,sentiremo gli altri commenti!
    Come al solito !saluti a tutti!

  5. #5
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    Io ricordo le sensazioni quando mi trovai chiuso dentro una mg panzernest ex tedesca, proprio in Friuli.
    A parte il caldo infernale...pensai che l'unica difesa di queste opere..tte è nella minima dimensione del bersaglio (un po' come le p.c.m. costiere).

    Con l'evoluzione dei sistemi d'arma nel dopoguerra, la sorte di queste corazze immobili non era diversa da quella dei tank...per fortuna non furono messe alla prova.
    Un cordiale saluto!

  6. #6
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    Bè, affrontare l'argomento dal lato umano esigerebbe quasi una sezione dedicata: diventerebbe talmente vasto, interessante e rispettoso nei confronti di quello che visitiamo e fotografiamo che sarebbe costatemente alimentato da considerazioni ed analisi senza fine......
    .....il mio è, e continuerà* ad essere, un contributo tendenzialmente freddo per scelta precisa.

    La consapevolezza da voi segnalata è per me ben vivida nel cuore: sono stato meccanico/pilota carrista (1981-1983 più richiamo nel 198 e facevo parte dell'area Nord-Ovest.
    In caso di attacco da parte dell'Est avremmo dovuto occupare tutte le grandi arterie per portare i reparti corazzati e la loro logistica al fronte in TRE giorni.
    I reparti di pronto impiego (le famose caserme operative del triveneto) dovevano essere operativi al fronte in UN giorno.

    ......ma qualcuno DOVEVA darci il tempo di arrivare per proteggere il suolo patrio.
    Per far questo era necessario frenare a tutti i costi i corazzati e la fanteria alla frontiera ......per ALMENO 24ore. Il fine, ad occhio (secondo questi miei personalissimi ragionamenti), era che almeno alcune opere in profondità* dovessero riuscire a resistere almeno 36ore affiancate, a quel punto temporale, anche dai reparti di pronto impiego.
    Sì, stò parlando dei ragazzi che presidiavano queste cupole, le torrette carri enucleate .....e che presidiavano tutte le Opere del Vallo riattivate NATO.
    Gli Alpini d'arresto e la Fanteria d'arresto.

    Questi ragazzi (oggi ormai ben adulti!), alcuni conosciuti tramite ambienti come questo dove ci stiamo scrivendo, mi hanno sempre fatto intuire la consapevolezza del livello di rischio e di importanza che, se il cattivo fato si fosse realizzato, avrebbero dovuto affrontare ......e dovuto subire.

    E questa nostra storia recente ha cessato di esistere nemmeno tanti anni fà*.........

    Il rispetto materiale a cui mi appello per le opere fortificate trasuda sottopelle il rispetto morale per chi le doveva presidiare.



    Giusto per dare un vago metro di misura.......
    La svizzera, dal canto(ne) suo ha dismesso operativamente le opere di difesa fissa fortificata, (tutte?), e le ultime sono state abbandonate dai reparti e, nel tempo fino ad oggi, passate alle amministrazioni locali intorno al 1996.
    P.S. alcuni bunker sono stati addittura messi in vendita a privati e molti sono stati già* venduti!


    [ciao2]

  7. #7
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    Ciao iako62,

    La Svizzera possiede ancora diverse fortificazioni, le truppe di fortezza sono pero state effettivamente sciolte.
    La dismissione pero e una cosa difficili... Demolire fortini e molto costoso... circa 8'000 opere sono oggi declassificate
    La vendita e possibile solo nelle zone edificabili, fuori zona le possibilità* sono ristrette. Per questo sono "fiorite" le associazioni di salvaguardia di opere fortificate (piu di una quarantina in circa 10 anni !).
    Comunque l'aspetto storico non e stato dimenticato, un inventario di tutte le opere (con piani, cartine e fotografie) e statto effettuato su incarico dell'esercito svizzero.

  8. #8
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    Iako62 ha scritto:
    Bè, affrontare l'argomento dal lato umano esigerebbe quasi una sezione dedicata: diventerebbe talmente vasto, interessante e rispettoso nei confronti di quello che visitiamo e fotografiamo che sarebbe costatemente alimentato da considerazioni ed analisi senza fine......
    .....il mio è, e continuerà* ad essere, un contributo tendenzialmente freddo per scelta precisa.


    Quanto ti quoto.

  9. #9
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    jako 62 scrive:
    Questi ragazzi (oggi ormai ben adulti!), alcuni conosciuti tramite ambienti come questo dove ci stiamo scrivendo, mi hanno sempre fatto intuire la consapevolezza del livello di rischio e di importanza che, se il cattivo fato si fosse realizzato, avrebbero dovuto affrontare ......e dovuto subire.

    Confermo tutto. Sapevamo che in caso di attacco jugoslav-sovietico la nostra sorte era segnata.[signal]
    audaces fortuna iuvat

    [hiddenlink:1fv1f2vd]http://caffettiere.blogspot.com/[/hiddenlink:1fv1f2vd]

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da Lvx

    Confermo tutto. Sapevamo che in caso di attacco jugoslav-sovietico la nostra sorte era segnata.[signal]
    Fante o Alpino d'Arresto (= arrosto)?

    Che lo sapevamo, è poco ma sicuro: a intuito [II]. Nessuno, a me, l'ha detto mai apertamente!

    Comunque, perentorio il motto "fuori ordinanza" della mitica Fanteria d'Arresto: OLTRE LA MORTE LA FANTERIA D'ARRESTO, gridato al passo di cadenza! D'effetto, credetemi.

    Ciao a tutti.
    "Più forte del destino"
    motto del 120° btg. f.arr. "Fornovo"
    http://fanteriadarresto.altervista.org

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