Qualche considerazione in ordine sparso, dopo queste prime splendide foto di Decca: è evidente, anche da una occhiata superficiale, che l'Azzano-Neu Wratislaw è quello che si scosta di più dal progetto di base elaborato da Daniel Salis-Soglio per risolvere il problema di costruire rapidamente una seconda cerchia di forti esterni a Sud-Sud-Ovest di Verona dopo la guerra del 1859, progetto che darà origine come abbiamo visto ai 4 gemelli Dossobuono, Lugagnano, Tomba e appunto Azzano. Quest'ultimo è il più piccolo del gruppo ed è notevolmente differente in diversi particolari rispetto al Dossobuono, al Lugagnano, e per quanto ne possiamo intuire oggi al Tomba.
L'Azzano, dopo la mia prima visita di sabato scorso agli interni, mi ha colpito positivamente per una ricercatezza estetica maggiore rispetto agli altri, che appare evidente già nel portale d'accesso visto dall'esterno, con elementi quasi neogotici medioevaleggianti che richiamano quelli dell'Arsenale austriaco veronese. Il più bello del gruppo, ma questo è un giudizio soggettivo.
Venendo alla interessante questione dei meccanismi del ponte levatoio, concordo con Decca, probabilmente quegli incavi evidenziati in verde alla base del portale potevano contenere un dispositivo per il sollevamento-abbassamento del ponte.
Il condizionale è sempre d'obbligo in questi casi, e solo il ritrovamento di qualche schema di progetto originale potrebbe fugare ogni dubbio.
C'è un dettaglio di una foto relativa a un altro forte asburgico veronese, il Santa Caterina-Hess, che potrebbe rafforzare questa ipotesi, anche se non è certo che qui il meccanismo fosse identico...



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