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Re: info su carro
L'invasione della Russia costò perdite alte alla Wehrmacht anche durante i primi 3 mesi di "Barbarossa", perdite molto più alte rispetto ad ogni singola campagna precedente. Ma esse sarebbero state comunque limitate se l'Armata Rossa avesse ceduto - come era logico aspettarsi da qualsiasi altro esercito al mondo dopo milioni di perdite in 3/4 mesi - come Franz Halder ebbe a confidare nel suo diario il 3 luglio 1941:" Non è un'esagerazione affermare che la campagna di Russia è stata vinta in due settimane".
Non andò così, contro tutte le aspettative - sia tedesche, che inglesi e anche di analisti americani (Marshall per primo) - e nonostante perdite spaventose, l'esercito e soprattutto lo Stato sovietico non solo sopravvissero, ma si ripresero e già alla fine del 1941 riuscirono a lanciare un serio contrattacco davanti a Mosca, a tutti gli effetti stupendo il mondo.
In effetti con il senno di poi si potrebbe arrivare ad affermare che soltanto in una condizione i tedeschi avrebbero potuto vincere contro l'Unione Sovietica: che quest'ultima decidesse di arrendersi. Nonostante le incredibili vittorie iniziali infatti - che ricordo ancora riuscirono a privare l'URSS del 5/6% del suo territorio - i tedeschi al 22 giugno 1941 si trovavano ad affrontare il paese di gran lunga più esteso del mondo; con una popolazione doppia rispetto alla propria; afflitto da condizioni climatiche allucinanti; con un economia e una popolazione che era già stata militarizzata nel periodo prebellico (e lo fu molto più di quella tedesca fino almeno al 1943) e con forze armate da tempo di pace di una consistenza numerica immensa. A tutto questo si aggiunse un fallimento quasi totale dello spionaggio germanico nel indicare il numero preciso di divisioni e forze aeree, ma soprattutto erano completamente fuorvianti i dati relativi alla produzione bellica e industriale.
Da parte loro l'esercito tedesco partì fin dal principio contando su una vittoria rapida, perchè non erano stati fatti seri preparativi per una continuazione della guerra durante l'inverno, la produzione industriale tedesca era ben lontana dal suo "optimum" e soprattutto le linee logistiche furono fin dal principio (già in luglio si verificarono seri problemi) erano incredibilmente inadeguate.
Quest'ultimo punto è forse il più decisivo. La Wehrmacht, a differenza dell'esercito britannico e soprattutto americano, era soltanto in minima parte motorizzato e anche se lo fosse stato per intero non si sa dove avrebbe trovato il carburante, quindi la massa dell'esercito era lenta. Lo scartamento delle ferrovie sovietiche era differente rispetto a quello delle ferrovie dell'Europa occidentale e le strade erano tali solo sulle cartine consegnate agli ufficiali tedeschi; in più fin dal tardo 1941 ci si mise di mezzo un movimento partigiano che al 1943 contava centinaia di migliaia di membri, di gran lunga il più numeroso ed efficace di tutto il conflitto, con la sola possibile esclusione di quello Jugoslavo sotto Tito.
Alla luce di tutto ciò i tedeschi si trovavano di fronte un compito di una difficoltà immensa, anche se ovviamente tutto questo è facilmente analizzabile adesso a distanza di 70 anni. Nel 1941 le forze armate tedesche venivano da una serie praticamente ininterrotta di vittorie, erano effettivamente le migliori del mondo e dal canto suo l'immensa Armata Rossa aveva fatto una figura meschina di fronte alle difese della Linea Mannerheim presidiata da poche decine di migliaia di truppe finlandesi. Per questo motivo - oltre che per l'evidente assoluta mancanza di notizie di quello che era veramente l'URSS staliniana - quasi tutti gli analisti del mondo prevedevano una rapida vittoria della Wehrmacht contro l'Armata Rossa.
Il comportamento tenuto dalle truppe germaniche nei confronti delle popolazioni baltiche, ucraine e bielorusse - che per la maggior parte accolsero gli invasori come liberatori - è stato affrontato da molti autori, ad esempio Richard J. Evans, Norman Davies o Chris Bellamy, ed è ben approfondito nel libro di Mark Mazower: L'impero di Hitler. C'è poco da aggiungere. Sicuramente se le truppe d'occupazione tedesche si fossero comportate in altro modo avrebbero soltanto ricavato vantaggi da tutto ciò: appoggio della popolazione, movimenti partigiani molto meno numerosi e in generale retrovie più sicure. Il problema però stava alla base: Hitler fin dal principio non considerava la guerra contro l'URSS un normale conflitto, era una guerra contro "sub-umani" razzialmente inferiori, che alla meglio avrebbero dovuti essere deportati verso est una volta terminata la conquista. Alla peggio sterminati e il tutto per far posto a centinaia di migliaia di coloni tedeschi o di tedeschi etnici. La collaborazione o l'appoggio delle rivendicazioni nazionalistiche delle popolazioni della Russia Bianca all'inizio non erano contemplate minimamente (per quanto negli ultimi anni del conflitto si fece in parte marcia indietro). Gli abitanti erano visti dai tedeschi alla stessa stregua degli indiani d'America nel 1800, solo che erano molto più numerosi: in pratica occupavano un territorio - il Lebenstraum - che invece doveva servire per assicurare il futuro alla "razza tedesca"; ergo dovevano essere eliminati o deportati più a est. Quelli che rimanevano dovevano essere tenuti in uno stato di semi-analfabetizzazione - eventualmente sterilizzati - e utilizzati per compiti di bassa manovalanza dai padroni ariani. Insomma roba che oggi fa vergognare di appartenere alla razza umana, ma che all'epoca era presa molto seriamente in Germania e non solo in Germania.
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