GLI AUTOPROTETTORI
Sviluppato dalla combustione della polvere da sparo e dalle esplosione delle granate d’artiglieria, l’ossido di carbonio letale in concentrazioni superiori allo 0,1 per cento. Anche durante lo scavo di caverne e gallerie per mezzo di esplosivi, sempre possibile che si sviluppino incendi, con la conseguente produzione di ossido di carbonio. In ambienti saturi di fumi o di gas tossici, l’effetto filtrante delle normali maschere antigas risulta inutile. Per sopperire alle necessità militari furono adottati gli autorespiratori già in uso nelle miniere e presso i corpi dei pompieri. Questi apparecchi non filtravano l’aria esterna, ma riciclavano l’ossigeno della respirazione, eliminandone l’anidride carbonica attraverso una cartuccia di potassio, la cui durata era comunque limitata. L’autorespiratore più diffuso prima della guerra era prodotto dalla ditta Dräger, e fu adottato da tutti gli eserciti in lotta, ma furono utilizzati molti modelli prodotti da altre ditte.
Prossimamente integrerò l'articolo con le maschere austro-ungariche di produzione nazionale e altre foto.



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