Ho trovato una nuova testimonianza sulla presenza di fascisti di scorta a treni piombati, stavolta ancor più sorprendente, il testo che segue è preso dal libro di Fortuna/Uboldi SBRINDELLATO, SCALZO IN GROPPA A UN CIUCO, MA COL CASCO D' AFRICA ANCORA IN CAPO - Mondadori, 1976, pag. 339.

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(...) Le guardie cosacche e fasciste, rimaste in paese si rifocillano in attesa del ritorno; soltanto un ragazzo della scorta col mitra a tracolla e pistole alla cintura, si è accodato ai prigionieri spinto dalla curiosità di vedere quello che succede dentro le mura del campo. (...) Anche il giovane fascista col mitra e le pistole guarda quel macabro apparato e non può reprimere una smorfia di disgusto. Non sa che l' accesso al campo è proibito a chiunque non faccia parte del corpo di custodia, così appena oltrepassa il portone i tedeschi gli tolgono urlando le armi e lo spingono in mezzo ai prigionieri. Il ragazzo grida, protesta, si tocca la divisa, le mostrine, ma le guardiegli lanciano contro i cani, lo percuotono sui fianchi col calcio del fucile, poi lo fanno denudare nel cortile come tutti gli altri, ai quali hanno già portato via le valigie. I prigionieri lo guardano torvi, qualcuno gli dice con un sorriso maligno: <<E così sei anche tu dei nostri: chi l' avrebbe immaginato?>>. Il milite piange, si torce le mani. Qualche giorno dopo, quando i <<vecchi>> di Mauthausen vengono a sapere della tragicomica vicenda, cominciano a perseguitarlo. Si passerà dall' isolamento alle ingiurie, alle gomitate durante gli appelli, alle percosse. Schivato da tutti, malato, sull' orlo della pazzia, verso la metà di marzo quel ragazzo morirà e il suo cadavere si dissolverà dentro il forno crematorio.

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