Onore ai militi dell' Arma, rimasti al loro posto anche dopo l' armistizio per proteggere le popolazioni italiane pagando con la vita la furia bestiale dei partigiani slavi. Bisogna ricordare però che quell' eccidio fu indirettamente anche l' occasione (o il pretesto ?) per lo scioglimento della residua struttura dei CC. nel territorio della Città Aperta di Roma e successivamente in tutta la RSI. Infatti dopo Malga Bala, il Maresciallo Rodolfo Graziani chiese apertamente al comandante della Legione CC.RR. di Roma, fermo restando il fatto che i sentimenti monarchici dei CC.RR. erano ben noti e la loro ostilità al fascismo dimostrata, se si potesse addivenire a un compromesso accettabile. Si trattava di trasferire celermente, armati e in assetto di guerra, tutti i Carabinieri presenti nella Capitale al confine orientale. Lì, in qualità di soldati italiani avrebbero difeso le popolazioni italiane (e l' integrità del territorio) anche nell' interesse del governo regio, che - era chiaro a tutti - sarebbe tornato presto o tardi a far valere la propria sovranità dopo l' inevitabile vittoria angloamericana. Non si chiedeva loro di giurare fedeltà alla RSI, di obbedire ai tedeschi o di combattere i partigiani italiani: il nemico sarebbe stato solo lo slavo. Purtroppo l' alto ufficiale rifiutò, forse temendo un inganno, per timore di compromettersi o per non lasciare Roma, prossima a venir liberata. Graziani, inferocito prese le dovute contromisure: la struttura sul territorio a Roma fu inglobata nella PAI. Nel resto d' Italia fu la GNR a subentrare (in modo parziale e inefficace) alla Benemerita.