Torniamo dopo un po' di tempo al nostro forte Benedek, per approfondire come promesso alcuni aspetti.
Come abbiamo visto, si tratta di un'opera di piccole dimensioni, che concentra nel ridotto tutte le funzioni, sia quelle di combattimento, che quelle logistiche di alloggiamento della guarnigione.
Può essere interessante, a questo proposito, un confronto con il solito forte Gisela-Dossobuono, di cui abbiamo trattato ampiamente, entrambi sono stati progettati dal medesimo ingegnere, Salis-Soglio, più o meno nello stesso periodo, intorno al 1860-61.
Il Gisela è un grande forte di pianura, con tutti gli elementi tipici della fortificazione poligonale in muro e terra di scuola austriaca: un nucleo centrale formato dal ridotto a lunetta, su 2 piani, collegato con muri difensivi al ridotto di gola, con annessa caponiera. Le armi offensive a lunga gittata sono su un terrapieno che forma il fronte principale di combattimento, si scende quindi di quota nel fossato asciutto difensivo, ulteriormente munito di un muro continuo alla Carnot e dalle caponiere.
il Benedek, opera che sorge su una collinetta che ne condiziona la forma, al confronto ha un'estensione molto limitata, è costituito da un ridotto a lunetta a un solo piano, che delimita anche il cortile-piazza d'armi, chiuso dal robusto muro di gola, al cui centro in origine si protundeva la caponiera difensiva oggi purtroppo demolita. I cannoni dell'armanento principale erano collocati in barbetta sopra lo stesso ridotto, non c'erano terrapieni esterni, il fossato difensivo racchiudeva il ridotto, fossato che non ha muro alla Carnot nè caponiere, ma è comunque difeso in modo efficacissimo da un sistema molto moderno e applicato qui a Pastrengo in modo rivoluzionario da Salis: i cofani di controscarpa, di cui parleremo più avanti.
La pianta del Gisela, tratta dal web:
Pianta gisela.jpg
Visuale 3d:
gisela 3d.jpg
La pianta del Benedek, per confronto:
Mappa Bolega2.jpg
e la foto che abbiamo già visto:
800px-ForteBenedeck.jpg

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