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Discussione: Rol, il Milite Ignoto e il pezzo di militaria più raro al mondo...

  1. #11
    Moderatore L'avatar di maxtsn
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    Max

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  2. #12
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    Gustavo Adolfo Rol (1903-1994), nato da una famiglia della ricca borghesia torinese, fu ufficiale degli Alpini, funzionario della Banca Commerciale Italiana, partigiano, antiquario, pittore. Uomo di grandi principi morali, di assoluta integrità, coltissimo, raffinato, poliglotta, plurilaureato (Giurisprudenza a Torino; Scienze commerciali a Londra; Biologia medica a Parigi), violinista e pianista di buon livello, non lucrò mai sulle particolari capacità (dominio della materia, lettura del pensiero, preveggenza, scrittura automatica, viaggi nel tempo, materializzazione e smaterializzazione di oggetti, bilocazione, diagnosi e guarigione di malattie, ecc...) che si manifestarono in lui giovanissimo, mentre nel 1927 si trovava a Marsiglia per lavoro.
    Ammiratore di Napoleone fin dall' infanzia, fu a suo modo anche collezionista. Possedeva infatti libri, stampe, ricordi, quadri, busti, oggetti personali, uniformi, armi, persino una carrozza appartenuta a Bonaparte. L' Imperatore dei francesi fu sempre presente anche nella dimensione paranomale della vita di Rol, manifestando spesso la sua presenza con apporti di materiali e testi scritti.
    Ma uno degli episodi più interessanti è senza dubbio l' evocazione dello "spirito intelligente" del Milite Ignoto, le cui spoglie riposano al Vittoriano dal 1921, e la materializzazione di un oggetto che gli appartenne in vita. Ciò avvenne in presenza di testimoni nel 1977, in occasione di uno di quelli che Rol definiva "esperimenti" delle sue capacità di sensitivo.


    ___________
    IL TESTO CHE SEGUE E' TRATTO DAL LIBRO DI RENZO ALLEGRI "ROL. IL GRANDE VEGGENTE", EDITO NEGLI OSCAR MONDADORI NEL 2004.
    ___________


    La voce di Rol incomincia a parlare di un maestro che insegnava in una scuola rurale e che, chiamato alle armi, si trovava al fronte nello stesso reparto del Milite ignoto. Era un mattino d' aprile, ma anche nella squallida atmosfera del fronte, la primavera si sentiva nell' aria. I due commilitoni vennero colpiti dalle schegge di una granata. Così morirono uno accanto all' altro. L' anno, la località, il reggimento non vengono rivelati; la ragione è facilmente intuibile. Il soldato ignoto deve rimanere tale. Il corpo che riposa nel sacrario della Patria se non ha nome per nessuno, ne ha uno per tutti. Lo << spirito intelligente >> dello sconosciuto eroe nazionale tace, nè potrebbe essere altrimenti. Ma parla l' amico suo, il modesto insegnante rurale il quale si fa interprete del commilitone col quale condivise chissà per quanto tempo i disagi della trincea. Egli esprime con parole semplici e profondamente umane (versificandole nel tentativo di nobilitarle), lo stato d' animo dell' eroe, quale noi già certamente conoscevamo, ma non osavamo dircelo. << Esisteva in quel periodo >> racconta il maestro di scuola << un piccolo ciondolo in oro con l' effiglie di re Vittorio Emanuele III°. Nel colletto della camicia del re erano state incastonate tre minuscole pietre, simbolo della bandiera italiana: un rubino, un brillante e uno smeraldo. L' oggetto andò perduto, ma voi qui lo troverete. Non è stato sottratto a nessuno. >> Il dottor Rol si rivolge ora alla signora Gaito e le chiede di mostrarci il foglio di carta che essa stessa aveva collocato sotto il piatto rovesciato, all' inizio dell' esperimento, e sul quale, durante tutto questo tempo, aveva tenuto ben ferme, le mani. La signora è visibilmente emozionata. Dice che, a un certo momento, ha sentito il piatto vibrare e muoversi, come se qualcosa si agitasse sotto. La signora aggiunge: << Ho chiuso gli occhi, vedevo come in un sogno le cose che Rol diceva e la stessa voce di Rol non era più la sua. Mi controllavo scrupolosamente: la mia non era illusione. Sono certa che il mio "spirito intelligente" era in stretto contatto con quello del maestro di scuola >>. Severina Gaito solleva le mani e alza il piatto. Sul foglio c' è il ciondolo d' oro del quale ha parlato lo "spirito intelligente" del compagno del Milite ignoto. Inoltre, quel foglio che era stato collocato sotto il piatto perfettamente bianco, ora è tutto scritto. C' è questa poesia:

    Io sono il Milite ignoto
    Evviva l' Italia.
    Non amavo la Patria
    Talmente
    Da morire in battaglia.
    La Patria per me era Clara,
    la famiglia, gli amici,
    le piante, le case,
    la gente che mi conosceva.
    Sono il Milite ignoto,
    Sono morto in Battaglia.
    Evviva l' Italia.


    Un commosso silenzio scende su di noi. Il dottor Rol dice alla signora Gaito che può tenere per sè il foglio e il ciondolo.
    ______________________

  3. #13
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