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E' da escludere certamente un sistema pluripartitico, cosa che non sarebbe mai stata accettata dai fascisti repubblicani. Lo stesso Mussolini, nel discorso del Lirico (ma anche in diversi scritti e interventi), non "cedette" MAI alla democrazia partitica, ma parlò chiaramente e inequivocabilmente di Repubblica a partito unico (anche per il futuro!!!). Diverso il discorso sulla libertà di associazione che in RSI fu affrontato (che, comunque, non portò MAI l'accettazione di partiti antagonisti, concezione al di fuori del pensiero fascista).
In questo caso (elezioni amministrative in provincia di Cremona), possiamo chiaramente immaginare una sorta di "democrazia oligarchica" o "aristocratica" se vogliamo. Ossia la scelta di un Podestà e relativi membri della Consulta da parte dei cittadini tra una lista precedentemente presentata dal PFR e ratificata dal Capo della Provincia.
Del resto, seppur non se ne è mai parlato, all'interno del PFR vi era stato un generale ripensamento sul sistema della "nomina dall'alto" e, in numerosi casi, vi erano state le cosiddette "elezioni di Fascio", dove era stato eletto - tra i fascisti ovviamente! - un Segretario politico che godeva la stima dei fascisti iscritti a quel Fascio.
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