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Discussione: [LA SPEZIA] Romito Magra - Polveriera Dynamite Nobel

  1. #41
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    Ok! Teniamoci in contatto compreso Pinco che secondo me é l'assi nella manica ;-)

  2. #42
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    O.K.. grazie... Mamussi.....

  3. #43
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    Volevo aggiungere a tutte le supposizioni fatte su questo sito, che in occasione della mia visita all'interno della struttura (non della galleria) nel 2012, mi fu raccontato dal titolare della Ditta che ha in uso l'area, che nel 2007 o 2008 ci fu un sopralluogo da parte di una unità NBC dell'Esercito per verificare la presenza di residuati chimici all'interno della Galleria ferroviaria e nelle sue immediate pertinenze. Tale sopralluogo ebbe esito negativo e non furono trovate ne ulteriori gallerie, ne ulteriori condotti di comunicazione con altre strutture militari. Premesso che anche se le avessero trovate non lo avrebbero certo raccontato in giro, eventuali ricerche dovrebbero essere incentrate nella zona limitrofa alla curva a quasi 90° presente all'interno della galleria (unica zona in cui poteva essere presente uno scambio) oppure lungo la parete della collina lato bunker dove, nascosto tra la vegetazione, ci potrebbe essere qualche deposito in caverna. Ricordo che quando disboscarono l'area dove è presente il bunker, era emersa una zona cementata tipo "area di servizio" che si estendeva da circa 4 metri il bordo della strada sino a ridosso della collina (tale zona era sotto il tiro diretto delle armi posizionate nel bunker).
    Considerato che nel "Biscottificio" entrava l'iprite per caricare i proiettili (tramite la linea ferroviaria che passava sul ponte del Magra), questi ultimi da qualche parte dovevano pur uscire. Quindi, se si suppone che uscissero dalla galleria del treno, ritengo poco plausibile che i camion si posizionassero immediatamente fuori dalla galleria per essere caricati e quindi l'ipotesi di depositi in caverna collegati alla galleria del treno potrebbe essere plausibile. A tal fine, ricordo che l'amico MAB in un suo post sul medesimo argomento, scrisse che nella galleria erano presenti alcune nicchie cementate, che immaginava adibite luogo di riparto delle persone durante il passaggio del carroponte lungo i binari; ma se tali nicchie fossero state in realtà tunnel di collegamento (non documentati sulle mappe) verso depositi in caverna all'interno della collina?
    Tutte ipotesi suggestive, che però sino ad oggi rimangono solo fantasie di noi cementisti...
    La storia passata deve essere di monito per le future generazioni ed è per questo che va preservata e la sua conoscenza diffusa con ogni mezzo possibile

  4. #44
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    Aggiungo questo riferimento ad un articolo di giornale del 2009

    Secolo XIX (on – line) – 09/12/09 - Pag. 26

    L’INCHIESTA DEL GIORNALISTA DI FEO

    Secondo i servizi segreti inglesi, la Rumianca di Carrara aveva depositi di armi chimiche tra Sarzana, Aulla e Romito

    L’UNICA, amara consolazione, è Che non siamo gli unici. Ma di certo la nostra zona, dal mare all’entroterra di Lunigiana, ancora conserva tracce nascoste e mai bonificate (e forse veri e propri interramenti) delle armi chimiche sviluppate negli anni Quaranta, sotto il fascismo. C’era, all’epoca, un grande arsenale di cui restano vaste testimonianze nei rapporti degli Alleati, conservati negli archivi nazionali di Londra.Ora,quei dati sono stati ripresi dal giornalista Giancarlo Di Feo, nel libro “Veleni di stato”, edito per Rizzoli: un libro che ha messo in allerta i comitati ambientalisti spezzini. Se a Carrara, alla Rumianca, si producevano armi chimiche con arsenico, tre depositi venivano indicati sulle mappe Alleate fra Sarzana, Aulla e Romito Magra. Inoltre, pare che altre bombe cariche di batteri, per infettare i nemici – fossero sperimentate durante grandi esercitazioni sulle coste di Ostia, La Spezia e Golfo Aranci. Il libro parla di 46 impianti che “hanno prodotto decine di migliaia di tonnellate di gas assassini ogni anno, laboratori nel cuore delle città per sperimentare sostanze sempre più mostruose, depositi con munizioni cariche di iprite in tutte le regioni”. L’autore racconta che questo l’arsenale di armi chimiche venne “costruito nel segreto assoluto dal regime fascista con il colossale programma varato nel 1923 e proseguito con ritmi crescenti per venti anni coinvolgendo industrie, università e forze armate”. Il problema è: dove sono finite tutte questa armi? Per lo più, purtroppo, in mare:. E le fabbriche? E i depositi, i laboratori? A quanto pare, non sono mai state bonificate: e ancora oggi,nascoste, “minacciano il nostro ecosistema”. Emerge, appunto, da documenti top secret finora inediti, custoditi negli archivi britannici, statunitensi e tedeschi, grazie ai quali l’autore ha costruito l’inchiesta sui «Veleni di Stato». Pare che gli esperimenti, siano avvenuto un po’ dovunque. Oltre 2.500 grandi bombe all’iprite sarebbero state gettate in mare nella zona di Pesaro, dai tedeschi: al momento della fuga verso il nord, dopo l’8 settembre. Altre, le avrebbero seppellite nel Mediterraneo gli stessi Alleati. Il fatto è, appunto, che non ci sono state bonifiche. Queste “scorte”, sono rimaste qui, da qualche parte, disseminate. Corrado Cuciniello, presidente del coordinamento dei comitati civici spezzini, chiede che le istituzioni approfondiscano i riferimenti ai depositi presenti sul territorio spezzino, in base a queste mappe recuperate da Di Feo: «Si parla di più strutture in Val di Magra, di un deposito a Romito, di esercitazioni con armi infettate da batteri sulla costa spezzina. Credo sarebbe doveroso verificare se esistano ancora capannoni in cui sono sepolti questi ordigni, dagli effetti sicuramente nocivi. Potrebbero essercene anche nei tunnel militari, che un tempo venivano usati come depositi. Pare che ancora oggi non si possa stabilire con esattezza quante armi chimiche siano state prodotte in Italia tra il 1935 e il 1945. Possiamo però verificare se esistono queste strutture in cui si celano. In una mappa, si accenna ad un finto“ biscottificio”in val di Magra, che in realtà aveva stoccato armi chimiche. Penso si possano trovare, volendolo, i riferimenti. Del resto, ancora si deve fare piena chiarezza perfino sui segreti della discarica di Pitelli».

    Il libro di De Feo l'avevo acquistato ma non avevo visto la mappa di cui si parla; bisogna che lo riguardo attentamente.
    La storia passata deve essere di monito per le future generazioni ed è per questo che va preservata e la sua conoscenza diffusa con ogni mezzo possibile

  5. #45
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    si in effetti il discorso di una galleria parallela nn è male...l'intonaco fatto dentro le nicchie sembra molto ben rifinito quasi a sigillare qualcosa.....Galleria Romito 032.jpgGalleria Romito 030.jpgGalleria Romito 027.jpg

  6. #46
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    Bisognerebbe vedere se, battendoci con una mazza, "suona vuoto".
    Tempo fa, avevo trovato una immagine di una galleria ferroviaria in Lunigiana, dove erano presenti aperture simili, collegate con delle stanze. Nella didascalia mi pare di ricordare fosse scritto che tali stanza servivano come sorta di "area di sosta" per i passeggeri in caso di problemi del treno. In effetti quelle della "nostra" galleria non mi sembrano così ampie da permettere di farci stare più di una persona (mi pare siano 180 cm di altezza per 170 cm di larghezza e 80 cm di profondità).
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  7. #47
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    Questa discussione diventa sempre più interessante,complimenti mamussi per tutte le info.Farebbe piacere anche a me indagare più a fondo sull'eventuale presenza di camere o tunnel murati dentro la galleria,io una bella mazza da quadratore per blocchi di marmo ce l'ho se può essere utile sono qui.
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  8. #48
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    appena viene freddo ( con meno curiosi in giro) sara' effettuata una perizia strutturale della cosa....( con la speranza ) di nn prendere qualche fucilata dagli attuali proprietari....

  9. #49
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    Giusto Pinco mi sembra la decisione più logica vista la stagione et la posizione della struttura,meglio evitare rischi di qualsiasi genere.
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  10. #50
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    Concordo... organizziamoci per metà / fine settembre che è il periodo ideale (ne troppo freddo ne troppo caldo).
    A presto e, se nel frattempo ci sono novità, teniamo aggiornato il post.
    A proposito: i portoncini metallici dentro al comprensorio di cui abbiamo parlato, temo diano l'accesso a sale interne di stoccaggio e non a fantomatici tunnel in quanto gli stessi sono proprio di fianco allo sviluppo della galleria ed eventuali tunnel verso chi sa dove, la taglierebbero trasversalmente.

    PS: Pinco, tu hai mai visto il secondo bunker che era in zona sotto la massicciata ferroviaria ? Per caso si trova dove ora, prima del ponte del treno, c'è quella specie di terrapieno circondato da una rete metallica ? E' l'unico sito dove si potrebbe effettivamente trovare....

    A presto amici.
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