 
 
 
  
	
	
	
		
		
	
	
	
	
	
		
			
- 
	
	
		
			
			
				Collaboratore
			
			
			
			
			
			
				  
 
					    
				 
 
			
				
				
						
							
							
						
						
							
						
				
					
						
							Notoriamente i militari caduti sul campo durante la ritirata del '42/'43 rimasero insepolti sotto il ghiaccio e la neve fino al successivo disgelo e poi quanto ne restava sepolto in fosse comuni dai sovietici senza troppe formalitā. I prigionieri italiani giunti vivi nei campi di prigionia dopo le massacranti "marce del davai" morirono come mosche per fame, esaurimento fisico, malattie infettive (colera, tifo, ecc.), prelevati e eliminati dal NKVD come nemici del popolo o spie (sottufficiali, Carabinieri Reali, CC.NN.), in qualche caso documentato anche per cannibalismo. In ogni caso tutti i cadaveri erano depredati di ogni avere e ammassati nudi senaz segni di riconoscimento in attesa di esser seppelliti in fosse comuni dai carcerieri. Se i piastrini che ogni tanto tornano fuori provengono da sepolture si tratta di inumati nei cimiteri militari provvisori realizzati da CSIR ed ARMIR nel '41/'42 e ben noti a ONORCADUTI che ne ha dislocazione e planimetrie oltre a elenchi degli inumati grazie all' opera eroica dei ns. cappellani militari su quel fronte. Purtroppo non tutte le localitā sono state riconosciute e censite durante la campagna di recupero salme effettuate in Russia negli anni '90 causa modifiche dei luoghi (edificazione intensiva, dissodamento ad uso agricolo, mutamento dei punti di riferimento)...
						 
 
 
 
 
 
 
 
	
	
	
	
	
	
	
	
	
	
	
	
		
		
			
				 Permessi di scrittura
				Permessi di scrittura
			
			
				
	
		- Tu non puoi inviare nuove discussioni
- Tu non puoi inviare risposte
- Tu non puoi inviare allegati
- Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
-  
Regolamento del forum