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179. Il forte Alessandro occupava la parte posteriore più ristretta di un altipiano orizzontale, lasciandone dinanzi a sé un tratto lungo 1000 m., largo in media 1200 m. e terminate tutto attorno, con pendii a dolce declivio. Il forte venne tracciato su un quadrilatero quasi rettangolare, nel quale il lato esterno principale e quello di gola erano lunghi in. 480 ed i due laterali m. 450.
Per ottenere il tracciato del fronte principale (che nelle scuole di fortificazione tedesca era detto fronte reale e si teneva come tipo), si divise il lato ab [v. Fig. 78 bis, e)] in 3 parti eguali coi punti d e c; nel punto di mezzo si innalzò una perpendicolare hH = 1/2 dc e si condussero le rette Hd ed Hc; indi i fianchi di, ck, perpendicolari ad esse, lunghe m. 30; ed unendo i con k si ebbe la cortina del fronte. Conducendo dai punti i e k le rette im e Km, parallele a dH e cH, si ottennero il saliente m e la direzione delle facce della caponiera centrale, i cui fianchi, lunghi m. 30, si fecero paralleli alla capitale del fronte e distante: da esse m. 15.
Il fosso ebbe m. 36 di larghezza costante, salvo dinanzi alle facce della caponiera dove si ridusse a m. 30, cioè pari alla lunghezza dei fianchi id e kc. La caponiera era riparata da un coprifaccia, largo 26 m., tracciato a dente, con due ali casamattate parallele al lato di base del fronte, lunghe m. 25 e larghe m. 10.
In corrispondenza agli angoli salienti, fra il fronte ab considerate ed i contigui, furono poste due controguardie, i cui salienti erano nei punti di incontro A e B delle capitali di detti salienti con una parallela ad ab, condotta per H, e le cui facce erano rispettivamente diretta agli angoli di spalla x ed y della caponiera. La gola delle controguardie formava controscarpa del fosso principale dell'opera. Le estremità delle controguardie distavano 5 m. da quelle delle ali del coprifaccia centrale ed erano allineate al saliente di queste ultime.
Le controguardie ed i coprifaccia delle caponiere erano circondate da un fosso largo 12 m. con spalto in contropendenza (sezione CD, fig. citata) inclinato ad 1/3. Sui salienti dello spalto si fecero delle piazze d'armi in forma di dente con 30 m. di faccia e di cui quella esterna era a batteria casamattata per battere il terreno nascosto all'azione delle opere principali.
I fronti laterali furono tracciati in modo analogo, colle differenze: che le caponiere, anziché al centro, furono poste colle capitali a 175 m. dai salienti a e b; furono soppresse le controguardie verso il lato di gola; furono rivestite le controscarpe.
Il fronte di gola, rivolto verso la piazza, era rettilineo con fosso largo 30 in. Aveva al centro un ridotto formato da una grande caserma difensiva a 3 piani, composta di 2 corpi distinti di casamatte, come indica in pianta la Fig. 78 a) la larghezza dei fabbricati fu tenuta di m. 15, e fu condotto tutto attorno un fosso largo 8 metri.
I profili dei 3 fronti esterni e laterali e delle opere esterne erano alla Carnot, cioè con rivestimento staccato. Nel fronte posteriore si aveva un semplice muro a feritoie. Le caponiere centrali erano a 2 piani di casamatte, aperte verso un cortiletto sull'asse della caponiera.
Sui salienti della cinta, verso il fronte esterno, e su quelli del coprifaccia centrale si fecero traverse casamattate alla Montalembert, e sul terrapieno interno dei primi si eressero batterie alla Carnot di 7 casamatte per mortai.
180. Campo trincerato di Parigi nel 1844 Fig. 79, Tav. IX. Fu cominciata l`erezione di queste fortificazioni nel 1842 circa, terminata in 2 anni, con opera del SOULT e del DODE DE LA BRUNERIE. Consistevano in una cinta ed in 16 opere staccate, distanti da 1800 a 5000 m. dalla cinta stessa e distanti da 1200 a 1500 m. fra di loro, secondo le condizioni del terreno, meno il forte M. Valerien, il quale distava circa 12000 metri dalla estremità della linea delle opere staccate a nord-ovest e 7500 m. dall'estremità a sud. Questa condizione speciale del forte M. Valerien era voluta dalla sua posizione dominante e dal fatto che la Senna, scorrendo da Issy a S. Denis, formava come un largo fosso in guadabile a completamento della linea delle opere dianzi detta.
La cinta consisteva in 94 fronti bastionati, senza opere addizionali, ad eccezione della strada coperta; le opere staccate erano dei fortini chiusi, costituiti da 4 o 5 fronti bastionati, senza opere staccate, e tutto al più con un rivellino al fronte di gola (vedi per es. le opere di Issy e di Vanves rappresentate nella Fig. 79 bis, Tav. IX, in scala grande). Si notava, tanto nella cinta come nei fortini, una grande deficienza di traverse di fiancheggiamento di locali alla prova.
Così munita, Parigi era certamente una delle migliori piazze del II periodo dell'epoca moderna; ma i francesi ebbero il torto di conservarla tale e quale anche dopo l`introduzione delle artiglierie rigate, ed in questo stato dovette resistere agli attacchi dei tedeschi nel 1870, e mal corrispose al suo compito. (Si riparla di Parigi, grande campo trincerato moderno, nell'epoca seguente nella Parte II di questo Corso).
181. Campo trincerato di Verona Fig. 80, Tav. IX Sul principio del presente secolo le fortificazioni di Verona consistevano nell'antica cinta scaligera rafforzata dal Castello S. Felice (quasi distrutto però) sulla rive sinistra dell'Adige e dalla cinta bastionata del Sanmicheli in parte sulla destra e in parte sulla sinistra del fiume; e quali opere addizionali interne v'erano il Castel Vecchio (A) e il Castello S. Pietro (B) a guardia dei due ponti principali posti nell'interno della città . Gli austriaci, memori della campagna di Napoleone del 1796.97, che avrebbe avuto ben altro esito se Verona fosse state meglio fortificata, vollero fare di questa piazza il baluardo principale contro una possibile invasione del Veneto da occidente, ossia dalla parte della Lombardia. Nel 1833 essi cominciarono a migliorare la cinta bastionata esistente, con lo staccare il terrapieno dalla parte superiore del muro di scarpa, nel quale vennero aperte feritoie, ottenendo così un muro distaccato alla Carnot, col cammino di ronda un po' alto sul fondo del fosso. Il muro a feritoie in corrispondenza dei salienti venne ripiegato in forma di piccolo bastione per fiancheggiare le due facce attigue. Demolirono il muro di controscarpa, sostituendovi la scarpata di terra, e verso la metà delle cortine diedero a tale controscarpa la pendenza di 1/6; vi applicarono cioè lo spalto a contro pendenza del Carnot, per facilitare le grandi sortite [v. Fig. 80 a), Tav. IX].
Inoltre ricostruirono il Castello S. Felice sulle esistenti rovine, facendolo molto più forte di quel che prima non fosse, ed eressero, sulla sinistra dell'Adige, le due opere esterne Gazometro e Biondella, nonché un`opera a tanaglia, per coprire il ponte di Castel Vecchio, opera che probabilmente fu demolita quando nel 1854 si diede mano alla costruzione dell'arsenale.
In seguito, dal 1835 al 1841, nel 1848, nel 1850, nel 1860-61, nel 1866, gli austriaci rafforzarono Verona costruendovi una doppia linea di forti staccata in pianura, piuttosto piccoli e di tipo svariato, nonché alcuni altri forti e torri di muratura, in collina, trasformandola così in campo trincerato, tuttora esistente. Nella Fig. 80 a) citata sono indicate tutte le opere di ciascuna linea. In pianura, la distanza della linea più interna dei forti dalla cinta varia da 400 a 1800 m. e quella fra le due linee di forti da 700 a 1800 m. Gli intervalli fra i forti della linea interna, sono in media di 800 m. e quella fra i forti della linea esterne variano da 900 a 3500 m.
I forti hanno tutti carattere permanente, con molte casamatte attive. Fanno soltanto eccezione i forti Ca-Vecchia e Ca-Bellina, i quali vennero costrutti in gran fretta con carattere provvisorio, durante la campagna del 1866. Il tracciato dei forti è a fortificazione poligonale; il fosso è fiancheggiato da caponiere, con muro di scarpa, quasi in tutti, alla Carnot, e controscarpa non rivestita [v. alle Fig. 80 b) e c), esempi di un forte piccolo e di uno dei forti maggiori].
Di più, sul contrafforte S. Giuliano, a nord della città , sono state costrutte no 4 torri di muratura a similitudine di altre costruite al campo trincerato di Linz, dette torri Massimiliane, e rappresentate nella Fig. 80 d). Esse sono a due ordini di fuochi, di cui uno casamattato ed uno a cielo scoperto, più uno o due piani sottostanti di magazzini.
La piazza forte di Verona cosi organizzata giovò molto all'esercito austriaco nel 1859, dopo la sconfitta toccata a Solferino, perché vi trovò rifugio, e le difficoltà di intraprendere un assedio contro di essa, non dovette essere l`ultima delle cause che indussero Napoleone III a concludere il trattato di Villafranca