...credo invece che le cose siano davvero diverse...
Le bombe incendiarie venivano assemblate sul campo con quello che era disponibile ma le stesse erano un complemento necessario alle misere armi controcarro che le nostre truppe potevano opporre allo strapotere Alleato.
L'effetto era quello di cercare di incendiare o di rendere temporaneamente inutilizzabile il mezzo cingolato o corazzato ( e ricordo che erano tutti a benzina, quindi l'equipaggio aveva davvero cattivi pensieri, se sul loro cofano motore finiva una di quelle misere bombe incendiarie!) questo in genere accadeva dopo diversi colpi di 47/32 o di Fucilone anticarro Solothurn o di qualsiasi cosa riuscisse a rompere i cingoli...infine nuclei di cacciacarri si infiltravano e incendiavano i mezzi fermi, per impedire loro di sparare comunque sui centri di fuoco amici e per impossessarsi delle razioni alimentari e ogni altro materiale utile che ogni mezzo portava al seguito.
In particolare questa tecnica dette notevoli risultati ad El Alamein ma anche prima, dove i paracadutisti ma in particolare i Guastatori del Genio, comandati da Paolo Caccia Dominioni fecero letteralmente strage di carri, come a Bel Hamed a fine novembre del 1941, impiegando anche cassette di legno con esplosivo, comandate a distanza che distruggevano i cingoli dei mezzi, bloccando gli attacchi.
Rimane famosa la raffigurazione del Guastatore d'Africa dello stesso Dominioni, dove sullo sfondo si vedeva lo Sherman che bruciava...poi riproposta anche nella figura del paracadutista, soldati che combatterono fianco a fianco...che lui raffiguro' ampiamente nei suoi splendidi disegni.
Propongo una variante piu' sconosciuta della bottiglia incendiaria, legata ad un candelotto incendiario.
Nel suo libro, scritto con Bechi Luserna, Dominioni, ebbe modo di descrivere e elogiare per questa tecnica non solo Guastatori e Paracadutisti ma anche Fanti, Artiglieri, Bersaglieri e quanti si trovarono a combattere senza armi adeguate, sulla linea del fuoco.
Ciao Francesco




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