mmmmm.... beh, dopo averlo guardato ben ben con il microscopio da filatelia ho riscontrato chiaramente che il guscio è decisamente un M35 della SE taglia 62, così come indicato sotto il rivetto sinstro. Il bordo ribattuto misura 5 mm, come da regola. Il guscio pesa 1100 gm compresa l'imbottitura, conforme al peso che gli elmetti M35 di taglia 62 per 55 avevano. La calotta è piatta, la visiera non presenta la curva e gli alettoni laterali sono molto raccolti. Inoltre gli areatori sono a valvola, i rivetti sono piatti e zincati. Il cerchione presenta i rinforzi a sostegno degli anelli che, coerentemente ai modelli di periodo più tardo, sono rettangolari. Il numero di lotto 20905 corrisponde numeriazione in uso dalla casa costruttrice. Nel cerchione di alluminio, sul lato sinistro, sono presenti le scritte '62 nA' seguita in basso dalla taglia, una 55. Lo stesso numero è stampato sulla pelle dell'imbottitura. All'interno di questa, indagando con il miscroscopio senza smontare il tutto, mi sono accorta della presenza di pezzi della cuffia di lana. Nè i rivetti nè le valvole degli areatori mostrano assolutamente segni di manomissione. Il cerchione è corredato da linguette di ammortizzazione parkerizzate. La rete si mostra molto corrosa e nei punti di giunzione con l'elmetto ha lasciato evidenti sfregature. La vernice color avorio era utilizzata alla fine della guerra dal personale sanitario COMBATTENTE e spesso il camouflage era dipinto a mano dagli stessi soldati, così come la croce sulla calotta. Non c'erano indicazioni particolari circa lo standard da seguire e molti facevano da sè. In ogni caso esistono parecchie foto che mostrano modelli che presentano le insegne della Croce Rossa sul davanti, sui lati e sulla calotta. Questo vale anche per la rete metallica, che non ha assolutamente uno standard tutto suo ma che veniva costruita a mano e con mezzi di fortuna. La decal, per quanto mi lasci perplessa, corrisponde alle misure e al disegno base della 'C.A. Pocher'. Esaminata al microscopio si mostra aderente e commista al metallo con cui condivide piccole scheggiature e ruggine non visibili a occhio nudo. Il fondo doveva essere bianco, come riscontrabile dalla lente. Ora appare color alluminio. Numerosi elmetti ricostituiti venivano riutlizzati e passati da soldato a soldato. I pezzi rovinati o mancanti venivano sostituiti, le decal riapplicate (utilizzando soprattutto quelle idrosolubili, ultimo periodo) dagli addetti dei reparti e gli elmetti potevano passare da un corpo all'altro; nato per un artigliere dello Heer, veniva poi indossato da un fuciliere SS. L'elmetto non emana alcun odore di vernice, solvente, collante, cuoio. E' invece percepibile odore stantìo di metallo vecchio e di muffa. Probabilmente, poichè proveniente da Anzio, ha avuto contatti con acqua o aria di mare perchè mostra alcune cristallizzazioni e corrosione tipiche della salsedine. Non è dunque affatto in discussione l'originalità del guscio, nè quella del liner. Forse potrebbe esserlo quella della decal. L'incoerenza temporale tra i vari pezzi, tenendo presente che non ci sono ASSOLUTAMENTE segni recenti di manomissione, si spiegano con l'abitudine e la necessità di sostituire le parti inutilizzabili che si presentavano sul fronte. Dunque, un guscio M35 potrebbe avere tranquillamente un liner di fattura più recente, così come un camo inusuale o una rete metallica che non sia necessariamente proveniente da un pollaio..... Le assicuro che per uso scenico l'elmetto fa la sua porca figura. Grazie comunque a tutti per l'interesse.