da 211 a 213

211. I ridotti nell'interno dei forti staccati di un campo trincerato furono consigliati da alcuni fortificatori (fra i quali il Brialmont, principale scrittore vivente di fortificazione) e da altri furono combattuti.
Il ridotto doveva servire a prolungare la difesa dell'opera, a sostenere la ritirata dei difensori del ramparo di questa, a tentarne la ripresa quando fosse caduto in mano all'attaccante, ed ancora a contenere delle potenti artiglierie installate in modo molto resistente e che contribuissero con quelle dei fronti principali alla difesa del terreno esterno.
Doveva perciò il ridotto essere addossato al centro del fronte di gola, od internato nel medesimo, ma doveva essere isolato dal suo ramparo per mezzo di fosso, ed essere fornito di ingresso indipendente da quello del forte e ben difeso.
Era insomma una delle conseguenze dell'ampliamento del principio adottato dalla fortificazione contemporanea di accrescere la resistenza degli ordinamenti difensivi con l'irrobustimento delle opere e delle loro parti e con la moltiplicazione delle difese e dei fuochi, piuttostoché con la separazione degli elementi di combattimento da quelli di resistenza. Difatti il ridotto portava ad un ingrandimento notevole delle opere che lo avevano, e quindi ad un accrescimento di bersaglio; portava a dannosa sovrapposizione di fuochi, a complicazione di organismi; ad angustie di spazi; e può ritenersi che esso procurasse svantaggi maggiori che vantaggi e che sia da proscrivere dalla fortificazione attuale; solo potrebbe ammettersi eccezionalmente in opere chiuse isolate, come forti di sbarramento e simile, ove l'aumentata dimensione del bersaglio non abbia notevole influenza sulla resistenza dell'opera, ed ove la difesa della località* non si possa ottenere in altra guisa che sovrapponendo, o moltiplicando in luogo ristretto, gli elementi di azione .
212. In quanto alle cittadelle si utilizzarono nella maggior parte delle piazze forti dell'epoca contemporanea, quelle dell'epoca storica precedente (v. § 173), modificandone convenientemente la costituzione e gli armamenti.
Nelle cinte nuove non si sono fatte cittadelle propriamente dette, ma si sono stabiliti dei ridotti, o presi dei provvedimenti, perché essi possano essere organizzati in tempo d'assedio; ed I regolamenti odierni francesi del servizio di piazza stabiliscono appunto tassativamente che, quando una piazza forte non ha cittadella, debba il comandante creare un ridotto o sulla cinta del nucleo, od ancora sulla periferia delle opere esterne, al fine di condurre la difesa fino agli ultimi limiti prescritti dal dovere e dall'onore.

ARTICOLO II.
Elementi delle opere di muro e terra nella fortificazione
contemporanea (Io periodo storico).

PREMESSA


213. Nei §§ che seguono gli elementi delle opere di muro e terra delle fortificazioni contemporanee (I° periodo storico) saranno esposti e dimostrati con larghezza di particolari; ed è necessario di premettere alcune considerazioni che giustifichino tale diffusione di teoria sopra elementi di opere che non saranno più imitate.
Se è vero che le opere di fortificazione contemporanea, 1° periodo, così come si sono costruite fino al 1885 od anni vicini, più non si imiteranno nel loro complesso, però si troverà* che molti e molti degli elementi costitutivi potranno ancora essere ripetuti nella fortificazione attuale, con vantaggio delle organizzazioni difensive, e quindi è necessario che gli ufficiali dell'artiglieria e del genio li conoscano nei loro particolari.
Devesi considerare che non davanti a tutte le piazzeforti l'attaccante potrà* portare gli stessi mezzi di offesa; che se le recenti esperienze hanno dimostrati la debolezza relativa degli elementi della fortificazione di muro e terra, esso furono fatte sempre in condizioni diverse da quelle di una vera guerra; che gli elementi della fortificazione detta nuova, sono sempre più costosi dei corrispondenti della fortificazione contemporanea, 1° periodo e che quindi anche ragioni economiche si imporranno, e tanto che, di due soluzioni, alcune volte si dovrà* trascurare la migliore e scegliere la meno buona, per non incorrere in spese non sostenibili.
Quindi le forme in uso nella fortificazione del 1° periodo di storia contemporanea, ed i materiali comuni, terra e muratura ordinaria, potranno trovare ancora buona applicazione nell'avvenire, e si indicano qui, fra gli altri, i seguenti casi: nelle costruzioni di 2° linea delle piazze forti costruende, cioè nelle cinte di sicurezza, o nelle opere minori delle prime linee, quando riescano coperte alla vista e defilate dei tiri più pericolosi; nelle fortificazioni di alta montagna, ove non si ammetta possibilità* di attacchi con mezzi potenti, non trasportabili in quelle località*; nei litorali, per opere in posizioni elevate, le quali offrono scarso e difficile bersaglio alle artiglierie delle navi, o per opere che abbiano uffici secondari rispetto ad opere principali e per ciò si possa ammettere che non debbano essere soggette a violenti od a potenti attacchi.
Di più, molti dei principi che si esporranno riguardo alle forme organiche delle fortificazioni contemporanee costruite nel 1° periodo storico di quest'epoca, si possono applicare integralmente anche ora; così: il numero e la grandezza del locali per i presidi ed i munizionamenti; così la qualità* delle comunicazioni; i principi del fiancheggiamento intrinseco nelle opere od estrinseco fra le opere, ed altri; e perciò tali argomenti se avranno opportune svolgimento in questa parte del corso, non saranno più ripetuti quando si tratterà* della fortificazione nuova.
E finalmente, essendo le principali piazze forti odierne nostre e quelle delle nazioni limitrofe, costrutte con elementi di fortificazione contemporanea 1° periodo, è indispensabile che ne venga fatto un esame ed uno studio particolareggiato al fine di regolare nel miglior modo l`attacco per quelle avversarie e di utilizzare nel miglior modo le nostre nella difesa, e di mantenerle, di rafforzarle o di trasformarle nel modo migliore e con la minore spesa possibile.