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Un ritardo opportuno
Il ritardo di 33 giorni, prodotto dalle operazioni di Saipan, permise di applicare nello sbarco di Guam il primo è più importante principio della guerra anfibia, cioè: una preparazione di fuoco « contundente », dal mare e dall'aria, coordinata con molta cura.
L'ammiraglio Conolly venne assegnato il comando del Gruppo Speciale di Guam, e si deve a lui la perfezione classica del tiro su detta isola. L'ammiraglio Conolly aveva portato, al comando, il benefizio dell'esperienza avuta nel Mediteraneo e la sua ferma insistenza nel rischiare l'appoggio immediato del fuoco, ciò gli valse il soprannome di « Come in closer », cioè: « Vieni più sotto ».
Conolly era imbarcato più sotto sull' « Appalachian », scherzosamente soprannominata « Il Pomo Grosso », nave di comando, di poca corazza e che si affianca tanto al nemico da correre il rischio di venire fatta a pezzi. Ora, l'esempio dell' « Appalachian » venne seguito dalle altre navi combattenti con tale effetto che si potè sbarcare a Guam con il minimo delle perdite.
Così pure fu impareggiabile il bombardamento aereo fatto eseguire dall'ammiraglio Fischer. Ben coordinato col tiro delle navi ed integrato da questo fuoco, esso contribuì a disorientare il nemico in modo tale che la sua resistenza risulto inefficace. Ogni giorno le fotografie degli obiettivi conquistati durante l'attacco venivano esaminate, a bordo della nave ammiraglia, dal comandante dell'esercito da sbarco generale Geiger, del comandante della forza anfibia ammiraglio con Conolly, dal comandante dell'artiglieria del C. d'A., nonché dagli ufficiali di tiro e di appoggio aereo coi quali si discutevano gli effetti dell' attacco e si formulavano i piani per il tiro successivo. Si era così formato un centro d'informazioni per gli obiettivi marittimi che soddisfaceva quasi perfettamente alle esigenze della situazione.
L'impiego della V Squadra, che appoggiò le operazioni delle Marianne, offre un'altra esperienza classica. Qui, proprio come se lo immaginavano coloro che compilarono i regolamenti, una flotta nemica minacciò la supremazia aerea e marittima americana nel teatro delle operazioni. La flotta giapponese salpò, infatti, per riunirsi in un punto dell'oceano a nord e ad est delle Filippine, lanciando contro gli americana tutti i suoi aerei imbarcati. La reazione dell'aviazione degli S. U. imbarcata , e che si trovava agli ordini l'ammiraglio Fischer, fu violenta ed efficace. L'aviazione male giapponese venne praticamente annientata, e da allora in poi perdette la sua efficienza. Fu in questa epoca che si presentò l'opportunità, tanto stonata per il comando della V Flotta, di manovrare e di affondare la Flotta giapponese ormai sprovvista di appoggio aereo. Tuttavia quest'azione avrebbe potuto compromettere il successo delle operazioni di sbarco. Ora il fatto che l'ammiraglio Spruance ( il comandante della V Squadra) abbia resistito a questa tentazione che avrebbe potuto pregiudicare la sua principale missione, costituirà sempre un tributo al suo giudizio ed al suo disinteresse.
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