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Le squadre subacquee...
Ma vi è un' altra attività della Marina che in questa operazione anfibia merita la massima considerazione, e ci si riferisce a l'operazione realizzata dalle «squadre subacquee» di demolizione.
Le estese linee di ostacoli erette dai giapponesi sulle barriere coralline, di fronte alle spiagge di sbarco, erano state progettate per tenere le nostre imbarcazioni al largo dietro queste linee, dove esse sarebbero state attaccate dal fuoco precalcolato dei pezzi di diverso calibro delle difese costiere. I distaccamenti di demolizioni appositamente addestrati ed equipaggiati, coi quali la Marina eliminò questi ostacoli, si guadagnarono il rispetto e l'ammirazione di tutti per la serenità, il valore, l'efficacia con cui essi svolsero il loro compito. Avanzando verso la costa in minuscoli battelli che procedevano sotto la protezione di ciò che ben potrebbe chiamarsi «una barriera di fuoco», sviluppata dalle navi leggere che si trovavano di fronte alla spiaggia, questi reparti si gettavano a nuoto e raggiungevano le scogliere, dove era possibile osservarli mentre collocavano esplosivi degli ostacoli. Poi si ritiravano ad una distanza sicura, facendo scoppiare le cariche preparate. Queste sollevavano enormi fiammate e colonne di acqua sul luogo dove esistevano gli ostacoli che venivano polverizzati. In genere questi distaccamenti erano accompagnati da alcuni uomini della II Sezione delle Truppe d'Assalto, il cui compito era quello di poter raccogliere informazioni sulle spiagge da sbarco.
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