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Discussione: Film: SPIE TRA LE ELICHE

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  1. #16
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    Assunto in pianta stabile al “Corriere della Sera” nel gennaio 1941, Indro Montanelli vi pubblica articoli di cultura e politica; nel settembre 1942 inizia una collaborazione col settimanale illustrato “Tempo” firmando con lo pseudonimo di “Calandrino”. Cosa fosse la rubrica “Tempo perduto” lo spiega lo stesso Montanelli: <<quello che scriviamo in questo Tempo Perduto è sempre ed esclusivamente tratto dalla stampa nemica>>. Si trattava dunque di stampa proibita alla gran parte degli italiani, raccolta dalle nostre ambasciate nei paesi amici o neutrali ove poteva circolare liberamente. Era inviata tramite corriere diplomatico presso il Ministero della Cultura popolare a Roma, ove potevano consultarla sotto il vincolo del più assoluto segreto alti gradi del P.N.F. e delle FF.AA., propagandisti, giornalisti, cineasti, agenti del S.I.M. che dovevano farsi una idea del mondo anglosassone per motivi istituzionali. Tra le varie fonti cui attinse “Calandrino” sono principalmente quotidiani e periodici inglesi e americani: The Times; Daily Telegraph; The Observer; Picture Post; Illustrated London News; News Chronicle; The Christian Science Monitor; Saturday Evening Post; New York Times; Time; The American Magazine; Life; The American Politician; Daily News ed altri. Dunque tra il 1942 e il 1943 Indro Montanelli si recava di frequente a Roma per consultare la raccolta del Minculpop, grazie anche agli stretti legami esistenti fra quel dicastero e l’ editore Mondadori per la diffusione della propaganda fascista all’ estero. Con la caduta del regime fascista il 25 luglio ’43 Montanelli si espose sempre di più, pubblicando durante i 45 giorni di Badoglio numerosi articoli di costume a carattere apertamente antifascista, sia firmati che sotto pseudonimo, tra i quali un articolo di esaltazione dei partigiani jugoslavi anticomunisti del generale Draza Mihailovic (che lo avevano catturato e cavallerescamente rilasciato nel 1942 mentre andava a caccia di pernici nel territorio occupato), pubblicato nella rubrica “Tempo perduto”. Ne ebbe l’ aperta ostilità di vari gerarchi (primi fra tutti Roberto Farinacci e Aldo Resega) e guai ben peggiori dopo l’ 8 settembre. Nell’ ambito della sua attività giornalistica assistette (sia a Roma che a Milano) anche a proiezioni riservate di film provenienti dal sopracitato reparto speciale della M.V.S.N. postelegrafonica, ne è prova la citazione nella sua rubrica di varie pellicole statunitensi di propaganda, mai uscite in Italia.
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    Ecco le due pubblicazioni dalle quali ho desunto i dati.
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