Purtroppo mi devo unire anche io a Max....forse l'utente kleinerpal può aiutarci?
Purtroppo mi devo unire anche io a Max....forse l'utente kleinerpal può aiutarci?
Mai vista purtroppo...
Comincio un sacco di cose e non ne finisco nes
Questa pinza, di cui si hanno pochi esemplari da scavo, viene definita "dubbia" e probabilmente austro ungarica nel testo sulla Pinze ww1.
Non l'ho mai via sulle foto d'epoca ed in questo forum ne sono state pubblicate parecchie con soldati austriaci che portano le classiche "Patent" di misura media o anche grande, oppure la Latinak, ma mai questa.
La stessa, assomiglia molto, secondo me, ma potrebbe essere un abbaglio ( vista la poca nitidezza) ad una pinza usata da soldati italiani con Farina( sempre in una foto postata in questo forum...non ricordo dove).
Che ne pensate?
Grazie
C
Salve a tutti,
Condivido un recente ritrovamento da cantina.
Si tratta di una rarissima e pressoché sconosciuta tagliafili Italiana, prodotta dalla Ditta Ernesto Rubino di Netro ( Biella),che all'epoca forniva il Regio esercito di vari prodotti metallurgici quali Piccozze, asce, pinze, sino a ricomprendereanche fabbricazioni per l'artiglieria. La pinza in questione proviene dallazona del "Col di lana" e, consultandomi con esperti ed intenditorivari, non risulta essere mai stata rinvenuta in nessun altro luogo dellafronte, per cui potrebbe essere stata distribuita solamente in via sperimentale,alla Prima Armata ed in quella precisa zona E'stata rinvenuta da cantina enella stessa zona sono state rinvenute altre due pinze identiche, di cui una dascavo, cosa che ne attesta l'impiego sul campo.
Di seguito, prima di passare alle foto, alcuni cennistorici sulla ditta produttrice:
BonoNetro S.p.A. è un' azienda presente fin dagli albori dell’industria piemontesesulle colline nelle immediate vicinanze di Biella. Nata come zona dilavorazione del metallo nei secoli scorsi (nella zona sono tuttora presenti,lungo i numerosi corsi d’acqua, i resti delle varie fucine ed officine), poiraggruppata, dopo una serie di acquisizioni, nella sede attuale ad opera dellafamiglia Rubino ed in particolare del Cavalier Ernesto Rubino, essa conobbeanni di vero fulgore, specializzandosi sempre più nei lavori di lavorazione delferro e nella produzione di attrezzature per uso agricolo. Neppure la guerrariuscì a scalfire le Officine di Netro, che anzi acquisirono nuova importanzacostruendo cannoni ed acquisendo macchinari modernissimi per l’epoca, esviluppando nuove lavorazioni meccaniche.
Nel 1906 ifratelli Rubino fondano la "Societa' Anonima Officine Rubino",assorbendo le officine Zumer dei Fiorina e la cosiddetta "Fonderia".
Fra acquisizioni, comprese le officine situate aMongrando, ed il nuovo complesso le Officine Rubino occupano un totale di30.000 metri quadrati. La gamma di articoli prodotti, fra roncole, falci,cazzuole, raggiunge i 3.000 articoli.
Dopo pochi anni scoppia la Grande Guerra. Da questo momento in poi l'attivita' di Ernesto Rubino si intensifica e assunse durante la guerra 1915-18 grande sviluppo per la produzione di pezzi fucinati per autoveicoli, artiglierie, ecc..
Già nel 1911 Rubino aveva dato vita ad un Gruppo che acquisto' il famoso cannone francese Deport, riuscendo a battere nientemeno che la concorrenza di colossi come Schneider e la Skoda austriaca. Vinta la gara e superato prove ed esperimenti, la costruzione del cannone porto' all'Italia una massa enorme di lavoro di cui una parte cospicua tocco' proprio alle Officine di Netro.
Risale a quel tempo l'acquisto di macchine modernissime, in gran parte americane, che resero questi Stabilimenti fra i primi in Italia per importanza nel loro settore. Nonostante la guerra, gli operai superarono il numero di 1300; molti gli specialisti, importanti nel loro settore almeno come lo erano nello stesso momento i soldati al fronte.
Al termine del conflitto il Sig. Ernesto Rubino si volse alla ricerca di un nuovo campo di produzione per le proprie officine in modo da compensare la diminuita attivita' conseguente al cessare delle commesse belliche. Nacque cosi' la "Automobili Rubino" costruita dalle Officine di Netro.
Su progetto del Sig. Lamberti proveniente dalla SPA di Torino venne messo in fabbricazione il Tipo 1. Il concetto della progettazione fu di creare una vettura principalmente adatta ai percorsi di montagna con l'adozione di rapporti che permettessero una velocita' di 70 Km/ora in pianura (velocita' che le condizioni delle strade dell'epoca ben difficilmente consentivano di suparare), ed una marcia brillante e senza sforzo in salita.
Questo modello, presentato nel 1921, aveva le seguenti caratteristiche principali: Motore a 4 cilindri con valvole laterali - cilindrata 2297 c.c. - alesaggio 75 mm. - corsa 150 mm. - potenza fiscale 18-22 CV - 4 velocita' piu' retromarcia - 2 coppie di freni alle ruote posteriori di cui una azionata a pedale e l'altra con comando a leva - illuminazione ed avviamento elettrici.
Da ricordare che presso l'attuale ditta, esiste un museo dedicato alla produzione della medesima, con molte testimonianze, sia oggettistiche che cartacee, sull'attività della stessa.
di seguito alcune foto: La Pinza in discussione è la TERZA GRANDE da destra
qui
si vede il marchio "Rubino"
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La sede aziendale ad inizio 900
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Il fondatore
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sempre i fondatori a fine 800
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altri attrezzi dell'epoca ( qui una piccozza usata nella grande guerra)
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piccozza
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Roncola Modello "Varese" del 1911
cartolina pubblicitaria d'epoca
Per carità, argomento settoriale e molto ristretto, mettiamoci pure "poco affascinante" per i più, ma mi aspettavo che vi fosse qualche commento, vista la rarità dell'oggetto, con un contributo che volevo dare per la conoscenza.
mai vista prima, per la sua adozione ed uso prendo per buone le tue affermazioni, non essendo questo il mio campo specifico. secondo me con una lama così corta rispetto all'altra (evidentemente dotata di un becco di invito) agganciare il filo da tagliare non doveva essere semplice. Comunque complimenti
Di noi tremò la nostra vecchia gloria, tre secoli di fede, una vittoria !
Non essendo il mio campo d'interesse non esprimo pareri sul pezzo (che mi piacerebbe vedere in foto d'epoca), la disamina, comunque è ottima. Bravo.
Max
Frangar non flectar
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