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La battaglia dei salienti
I Sovietici avevano stabilito delle solide teste di ponte
sulla sponda occidentale del Don, larghe tra i 30 e i
100 Km2. Caratterizzate da foreste, paludi e colline, la
loro difesa era assicurata dalla 6a armata sovietica.
Consapevole del problema posto da questi salienti, lo
stato maggiore pianificò la loro eliminazione con
lʹarrivo della 1a divisione corazzata, i cui equipaggi
avevano da poco terminato il loro addestramento alla scuola di carri di Wünsdorf. Il saliente di Uryv/Storozhevoye
era il più minaccioso. Dei pontoni costruiti sulla superficie del Don, permisero di trasferire truppe e rifornimenti. Il
18 luglio, fu lanciato un primo attacco dalla 7a divisione leggera, la 20a divisione leggera e il 30° reggimento
corazzato: proprio questʹultimo, riuscì a distruggere ventuno T‐34, ma il terreno conquistato fu ripreso il giorno
dopo dal 24° corpo corazzato del generale Barsanov. Il 10 agosto, un nuovo tentativo condotto dal III° corpo si
risolse con un insuccesso. Per appoggiare lʹattacco nel settore di Uryv, il 13 agosto, una formazione di tre Caproni
Ca.135 diretta dal maggiore Mocsay, comandante della 4a squadriglia autonoma bombardieri, fu incaricata di
distruggere un ponte sul Don. Il Ca.135 di Mocsay (M.549) fu abbattuto dalla contraerea sovietica, solo due aviatori
riuscirono ad uscire dallʹapparecchio in fiamme. Mocsay fu rimpiazzato dal capitano Schiller.
Una terza offensiva fu lanciata con maggiori forze: la
7a, 12a, 13a e la 20a divisione leggera, la 1a divisione
corazzata e la 168.Infanterie‐Division. Malgrado la
conquista di alcune posizioni, anche questo nuovo
tentativo non permise di cacciare i Sovietici sullʹaltra
sponda del Don. Dalla testa di ponte di Shchuchye,
una zona paludosa, partirà lʹoffensiva vittoriosa
dellʹarmata rossa durante lʹinverno 1942‐43. Per due
volte, gli Ungheresi della 19a divisione leggera
tentarono di sradicarla, il 9 agosto e il 30 agosto, ma
inutilmente. Lʹultimo saliente a Korotoyak era
situato a sud del fiume Potudan. Per ben tre volte, fu
lanciato un attacco. Il primo, tra il 7 e lʹ8 agosto, fallì
a causa dellʹintervento dellʹaviazione sovietica: i
carri Nimrod, destinati alla difesa antiaerea, non
avevano ancora raggiunto il fronte. Il secondo, tra il
15 e il 17 agosto, effettuato con il concorso della
336.Inf.‐Div., finì allo stesso modo. Lʹultimo, lanciato
tra il 1° e il 3 settembre, permise grazie allʹappoggio
dellʹartiglieria tedesca di ricacciare il nemico
sullʹaltra sponda del Don. Alla fine il bilancio fu
molto pesante: solo la testa di ponte di Korotoyak
era stata sradicata, ma le perdite erano state notevoli.
La 1a divisione corazzata aveva perso la metà dei
suoi corazzati e la 2a armata ungherese lamentava la
perdita di 27.000 uomini.
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Quattro mesi di ʹstrana guerraʹ
Mentre si sviluppava più a sud la battaglia di
Stalingrado, gli Ungheresi usufruirono di un periodo
di riposo, tra settembre e dicembre del 1942, durante
il quale poterono fortificare le loro posizioni. Il governo Kallay non era intenzionato ad inviare dei rinforzi, poiché
le truppe dislocate in Ungheria dovevano fronteggiare un eventuale atto di forza della Romania lungo la frontiera
della Transilvania. Nel frattempo, la 2a armata si preparò a difendere la sua linea del fronte, su circa 200 Km, lungo
il Don. Le posizioni di tiro, le trincee e i bunker, furono costruiti e rinforzati di notte, per sfuggire allʹazione
dellʹaviazione sovietica. Per questo compito, furono impegnati i battaglioni lavoratori costituiti da Ebrei.
Ma la mancanza di legno, di ferro e di filo
spinato, rese queste posizioni precarie. Inoltre,
i pezzi anticarro promessi dai Tedeschi non
arrivarono mai. Dopo lʹattacco contro lʹ8a
armata italiana il 17 dicembre 1943 e lo
sfondamento del settore tenuto dalle truppe
italiane, il generale Jany insistette affinché
fosse disponibile una riserva al momento della
prevedibile offensiva sovietica. Fu costituito un
corpo di riserva sotto il comando del
Generalmajor Hans Cramer, comprendente la
26.Infanterie‐Division, la 168.Infanterie‐Division
(non al completo), la Panzer‐Verband 700 (con una cinquantina di Pz‐38), il 190.Sturmgeschutz Abteilung e la 1a
divisione corazzata ungherese. Dislocata lontana dalla linea del fronte, Jany non poté disporre di questa riserva e nel caso di sfondamento del fronte durante lʹinverno, con delle condizioni climatiche estreme e delle strade
Formazione corazzata sovietica allʹattacco sul fronte del Don.
impraticabili, non sarebbe mai arrivata in tempo. Riguardo lʹoffensiva, lo stato maggiore ungherese sapeva che
sarebbe stata lanciata nelle zone meno difese, i salienti. Restava da sapere solo quando sarebbe stata lanciata.
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