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Il crollo della 2a armata ungherese
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Il piano messo a punto dalla Stavka, prevedeva
lʹaccerchiamento e lʹannientamento della 2a
armata ungherese, con una ʹdoppia pinzaʹ:
‐ la pinza esterna era costituita a nord dalla 40a
armata del generale Kyrill Moskalenko e a sud,
dal 15° corpo corazzato del generale Kopstov
(appartenente dalla 3a armata corazzata) e la sua
mascella doveva chiudersi ad Alexeievka;
‐ la pinza interna era costituita a nord dal 18°
corpo fucilieri del generale Zykov e a sud dal
12° corpo corazzato.
Lʹoffensiva dʹOstrogoshsk‐Rossoch fu lanciata il
12 gennaio 1943, sul fronte tenuto dalla 2a
armata ungherese e dal Corpo Alpino italiano,
dal Fronte di Voronezh del generale Golikov.
Gli attacchi furono lanciati a partire da
Kantemirovka (3a armata corazzata), dai salienti
di Uryv (40a armata) e di Shchuchye (18° corpo
fucilieri), dopo un intenso fuoco di preparazione
dellʹartiglieria, più di cento cannoni per
chilometro. Alle 11:00, il 4° reggimento di
fanteria (7a divisione leggera) ricevette lʹurto
frontale della 40a armata, che aprì una breccia di
sei chilometri, profonda tre chilometri. Il giorno
dopo, la Panzer‐Verband 700, tentò di
contrattaccare a Boldirevka, con il 35°
reggimento di fanteria (7a divisione leggera) e
lʹInf.‐Reg. 429 (168.Inf.Div.), ma fu praticamente
annientata dalla 150a brigata corazzata. In quel
momento, il 4° e il 35° reggimento della 7a
divisione leggera e il 23° reggimento della 20a
divisione leggera, erano stati distrutti. La
breccia era diventata dieci chilometri e profonda
dodici. Il 14 gennaio, la 40a armata penetrò tra il
III° e il IV° corpo, dei ponti di battelli erano stati
costruiti sul fiume Potudan, permettendo il
passaggio dei T‐34. Il 18° corpo fucilieri mosse
dal saliente di Shchuchye, travolgendo la 12a
divisione leggera nel pomeriggio, penetrando
per circa otto chilometri. La situazione della 2a
armata diventò critica: due brecce erano state
aperte a Uryv e Shchuchye, la 10a e 13a divisione
ripiegarono su Ostrogoshsk. Malgrado la
gravità della situazione, lo stato maggiore
tedesco negò lʹintervento del Korps Cramer. Nel
frattempo, alcune unità ungheresi continuarono
a battersi, infliggendo perdite al nemico: la 116a
brigata perse trentuno carri, la 150a brigata quasi
tutti i suoi carri. Più a sud, a Kantemirovka, il
fronte tenuto dal XXIV.Panzer‐Korps (Kampfgruppe Fegelein, Führer‐Begleit Bataillon e 27.Pz‐Div.) crollò, la 3a armata
corazzata si diresse nelle retrovie del Corpo Alpino del generale Nasci, che rischiava di ritrovarsi completamente
circondato. Il 15 gennaio, penetrando nella breccia di Uryv, la 40a armata minacciò la 2a armata ungherese dalla
breccia aperta tra le posizioni del III° corpo. La 3a armata corazzata era avanzata di sessanta chilometri e il Corpo
Alpino, in pericolo, non aveva ricevuto lʹordine di ripiegare. Il 16 gennaio, a Korotoyak, la 13a divisione leggera fu
travolta dalla 40a armata e si ritrovò circondata nella ʹpinza internaʹ. Il Korps z.b.V. Kramer poté alla fine
contrattaccare, ma ormai era troppo tardi. La 1a divisione corazzata ungherese giunse a Woitshe, dove si scontrò
con il 18° corpo fucilieri. Kramer diede allora lʹordine alla divisione di ripiegare. Rossoch, dove cʹera il quartier
generale del Corpo Alpino, fu conquistata dalla 3a armata corazzata. Gli Alpini ricevettero lʹordine di ripiegare solo
il giorno dopo, il 17 gennaio alle ore 11:00. Ostrogoshsk fu raggiunta dalle avanguardie della 40a armata. A
Ilsovoyske, i piloti della 2a brigata aerea ungherese distrussero gli Heja al suolo e il tenente colonnello Csukas,
organizzò la difesa dellʹaeroporto. Malgrado la loro mancanza di esperienza, il personale di terra riuscì a ritardare
lʹavanzata dei T‐34. Nella serata del 17 gennaio, la 40a armata e il 18° corpo fucilieri stabilirono il collegamento sulle
sponde del fiume Tihaya Sosna. Hitler dichiarò Ostrogoshsk ʹFestungʹ e gli uomini (10a divisione leggera, 13a
divisione leggera e 168.Inf.Div.) circondati dalla 40a armata ricevettero lʹordine di battersi fino allʹultimo. Il 18
gennaio, la ʹpinza esternaʹ si chiuse ad Alekseievka, quando il 15° corpo corazzato stabilì il collegamento con la 305a
divisione fucilieri (40a armata). La 1a divisione corazzata ungherese tentò di riconquistare Alekseievka, ma a causa
della mancanza di carburante, i carristi dovettero rassegnarsi a distruggere 17 T‐38, due Pz.IV e altri veicoli.
Aiutati dal Panzerjäger‐Abteilung (Sfl.).559, lʹunità
permise alle unità circondate (Kramer Korps, IV° e
VII° Corpo) di sfuggire alla stretta mortale, il 21
gennaio. Il III° corpo, tagliato fuori dalla 2a armata,
fu subordinato al Siebert Korps e impegnato a
proteggere i fianchi della 2.Armee. Tutto ciò che
restava della 2a armata ripiegò, con un freddo
spaventoso, verso la valle di Oskol, fatta eccezione
per le truppe circondate a Ostrogoshsk. Dei gruppi
si unirono alle divisioni alpine italiane in ritirata. La
decisione della Stavka di riportare lo sforzo contro
la 2.Armee, lasciò un poʹ di respiro e permise agli
Ungheresi di riorganizzarsi dietro il fiume Oskol. Il
colonnello Szügyi Zoltan, responsabile dei reparti
paracadutisti, fu incaricato della difesa di un settore
di Novy Oskol. Il coraggio degli Alpini della
Tridentina, il cui comandante, il generale Reverberi,
salito su uno StuG., pistola in pugno, galvanizzò le
sue truppe, permettendo di rompere
lʹaccerchiamento a Nikolajevka, dopo undici assalti,
il 26 gennaio. In questo modo, le altre unità
dellʹAsse, Ungheresi compresi, poterono
raggiungere il corso dellʹOskol. Si erano battuti
bene, ma non riuscirono alla pari dei Tedeschi, dei
Rumeni e degli Italiani, a fermare il rullo
compressore sovietico.
La 2a armata aveva perso la metà dei suoi effettivi: 96.016 uomini (45.972 caduti e dispersi, 28.044 feriti e 22.000
prigionieri). La 1a divisione corazzata aveva perso tutti i suoi mezzi, gli restavano solo due Marder II. I superstiti
dellʹinferno del Don iniziarono a ritornare in Ungheria, a partire dal marzo 1943. Accusato da Hitler, Jàny dichiarò:
ʺLa 2a armata ha perduto il suo onore...ʺ, ma questo disastro incoraggerà il reggente Horthy a tentare di staccarsi
dallʹAsse avviando dei negoziati segreti con gli Alleati.
Bibliografia
Becze Csaba, ʺMagyar Steelʺ, Mushroom publications. 2007
Don bend. 1942‐1943. An illustrared chronicle of the Royal Hungarian 2nd Honved army.
AUTORE Alessandro SANGUEDOLCE
Rivista RITTERKREUZ N 39 Maggio 2015
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