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Discussione: L'Italia delle sconfitte, da Custoza alla ritirata di Russia di Patricelli Marco

  1. #1
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    L'Italia delle sconfitte, da Custoza alla ritirata di Russia di Patricelli Marco

    Leggendo in rete tra le novità editoriali ho trovato il libro: "L'Italia delle sconfitte, da Custoza alla ritirata di Russia" di Patricelli Marco, edito da La Terza. Spero di poterlo acquistare presto. Se il titolo rispecchia il contenuto questo libro, secondo me dovrebbe essere adottato come testo.....

  2. #2
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    Anche Mario Silvestri sosteneva che l'Italia "normale" è quella di Caporetto e quella "eccezionale" è quella del Piave, contrariamente a quello che sosteneva il regime fascista e hanno sostenuto gli storici di professione negli anni del dopoguerra.
    E, lavorando nella pubblica amministrazione, non posso che dargli ragione...
    Comincio un sacco di cose e non ne finisco nes

  3. #3
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    Credo che il libro sia critico verso i generali. Se poi pensiamo che in Italia l'unico generale vittorioso è Garibaldi che non ha mai frequentato un accademia è tutto dire

  4. #4
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    Penso sia sicuramente interessante leggerlo, anche per vedere sia il taglio che le fonti, prima di dare giudizi sul contenuto.
    sven hassel
    duri a morire

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da luigils Visualizza Messaggio
    Credo che il libro sia critico verso i generali. Se poi pensiamo che in Italia l'unico generale vittorioso è Garibaldi che non ha mai frequentato un accademia è tutto dire
    Anche Diaz, direi..

  6. #6
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    Il generale "vuoto a perdere", diventato capo di stato maggiore perchè non si poteva nominare un Savoia in una posizione molto, molto calda alla fine del 1917?

    Le menti del comando italiano erano Giardino e Badoglio (ebbene si)... Diaz era solo un prestanome.

    Se fosse stato per lui l'offensiva finale sarebbe stata scatenata nella primavera del 1919...
    Comincio un sacco di cose e non ne finisco nes

  7. #7
    Utente registrato L'avatar di 32°Fanteria
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    Qualcuno potrebbe ribattere che Badoglio fu il primo responsabile di Caporetto. Diaz fu certamente artefice della svolta impressa dopo la sciagurata gestione di Cadorna e riuscì a risollevare il morale delle truppe in un momento in cui la situazione era difficilissima.

  8. #8
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    Basta con questi luoghi comini.
    Nessuin morale risollevato dopo Caporetto, basta vedere i "dispersi" della battaglia del solstizio, inoltre Diaz fucilò più di Cadorna.
    Badoglio all'epoca era un uomo protetto dalla massoneria e quindi intoccabile.

    Scusami ma non sopporto il "migliorismo" applicato con fervore alla nostra storia nazionale.
    Può andare bene per un sussidiario delle elementari, ma oggigiorno, grazie agli studi di storici onesti e coraggiosi tenuti ai bordi del sistema universitario, sappiamo praticamente tutto sulla disgraziata gestione politica e militare della grande guerra.
    E allora perchè glorificare degli incapaci (nel migliore dei casi)?
    Comincio un sacco di cose e non ne finisco nes

  9. #9
    Utente registrato L'avatar di 32°Fanteria
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    Che Diaz fosse un incapace è opinabile, tuttavia ognuno ha le sue legittime opinioni. In ogni caso, personalmente preferisco di gran lunga il "migliorismo" al "peggiorismo", che oggi va per la maggiore.

  10. #10
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    Comunque parafrasando una frase di Andreotti riportata nel libro:"i generali l'unica guerra che vincono è quella della carriera".

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