Questa sequenza del film “Catene” interpretato da Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson è in realtà un flash-back ambientato durante la 2^ g.m. nel quale vediamo la giunonica protagonista salutare il fidanzato in partenza per il fronte con la tradotta militare. Il soldato indossa una divisa abbastanza incongrua che risente anche di una produzione in economia (la pellicola del regista Raffaello Matarazzo risale al 1949). L’ unica cosa sicuramente d’ epoca è la bandoliera di cuoio visibile nella foto 1, ma il resto lascia abbastanza perplessi. Anzitutto l’ uso di mostrine metalliche dei Granatieri di Sardegna, poi il fatto che camicia e cravatta sono inequivocabilmente kaki, infine – come riscontrabile in altri frames della pellicola – l’ uso di pantaloni lunghi postbellici le cui estremità sono avvolte in fasce mollettiere per farli assomigliare ai pantaloni g.v. “corti” dell’ uniforme mod. 40 da truppa. Ma a tagliare definitivamente la testa al toro è la bustina, priva del caratteristico copri orecchie con sottogola e della finta visiera portatile, essa mostra sulla sommità una cucitura longitudinale assente nelle nostre mod. 35 e 40. Si tratta con tutta evidenza di una bustina a barca di taglio nettamente angloamericano, schiacciata per farla assomigliare ai modelli italiani. La controprova si ha osservando la forma di quella indossata dal militare voltato di spalle, a sx. nella foto 2. E’ dunque assodato che la produzione si valse di un mix tra indumenti bellici ed altri dell’ immediato dopoguerra, tinti in grigioverde.