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Discussione: Attori e personaggi pubblici... in uniforme

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  1. #1
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    Alex Haley (1921-1992).
    Arruolatosi volontario a 17 anni come mozzo della U.S. Coast Guard nel 1939, durante la 2^ Guerra Mondiale fu imbarcato come cuoco di bordo su varie navi dell’ U.S.C.G. in zona di guerra. Congedatosi dopo 20 anni di servizio nel 1959, intraprese la carriera di giornalista free-lance scrivendo articoli per il Reader’s Digest, il New York Time Magazine e Playboy. Scrisse la biografia di Malcom X e molti romanzi, alcuni dei quali ispirati alla storia della sua famiglia. Dal più noto di essi, Radici, venne tratta nel 1977 la omonima serie televisiva. Militante per i diritti degli afroamericani, tre volte sposato e padre di tre figli, fu insignito della Medaglia d’ Onore di Ellis Island.
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    "Chissà a quale di questi alberi ci impiccheranno..."

  2. #2
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    Leopoldo Trieste (1917-2003).
    Nato a Reggio Calabria, ma trasferitosi a Roma in tenera età con la famiglia, fin da giovanissimo si appassiona al teatro. Allievo di regia cinematografica al Centro sperimentale nel 1940, è prescelto per dirigere il “provino” di fine corso - in realtà un cortometraggio (soli 1000 m. di pellicola) valevole come esame - di ambientazione antico romana, girato in economia nell’ agro romano, immediatamente a ridosso dell’ acquedotto di Cinecittà. L’ anno successivo è chiamato alle armi e destinato alla Scuola Guastatori di Civitavecchia, dove riceve l’ addestramento basico della specialità e vi resta in servizio in attesa di essere destinato a reparti operanti. All’ inizio del 1942 viene destinato come esperto in demolizioni presso il Gruppo bande irregolari del Montenegro (ovvero alle formazioni di monarchici montenegrini armate dal nostro governo d’ occupazione in funzione anti-comunista). A pochi giorni dall’ imbarco però, giunge il contrordine. Il suo provino di fine corso del Centro Sperimentale è stato proiettato durante un convegno sulla cinematografia dell’ asse tenutosi in Germania e Goebbels in persona ha molto lodato l’ abilità del giovane regista. Le nostre autorità militari non ritengono opportuno sprecare il talento del geniere Leopoldo Trieste spedendolo in un territorio infido e ad alto tasso di mortalità, dunque lo aggregano al Centro Fotocinematografico del Regio Esercito, spedendolo con la cinepresa in spalla a fare da cameraman militare in una zona di retrovia ritenuta tranquilla e inattaccabile, la Sicilia. Tempo pochi mesi, la ritirata dalla Libia e lo sbarco americano nel nordafrica francese creano i presupposti perché sull’ isola si scaraventi la crescente potenza distruttiva delle forze aeree alleate. Leopoldo filma i risultati delle incursioni, i lutti, le distruzione, la crescente ostilità dei siciliani, la palese arroganza dei tedeschi. In due occasioni, a Palermo e ad Enna, finisce sepolto in rifugi antiaerei crollati sotto le bombe, ma viene estratto vivo. Nell’ estate del 1943 segue lo sbarco alleato, la ritirata verso lo Stretto di Messina e l’ imbarco fortunoso su un pontone armato della KM stracarico di feriti. Giunto sulla costa calabra sotto il fuoco dei P-38 Lightning che fanno il tiro al bersaglio sui fuggiaschi indifesi, abbandona la cinepresa Arriflex fracassata da un proiettile da 12,7 e risale la penisola con mezzi di fortuna, scampando a vari bombardamenti. Giunge a Roma malconcio ma vivo, alla fine di agosto. Resta in licenza di convalescenza fino al 10 settembre 1943, quando chiude la sua esperienza militare rifugiandosi in casa dei genitori a Piazza Bologna, dove resterà sino alla liberazione di Roma. Nel secondo dopoguerra porta avanti l’ attività di drammaturgo, sceneggiatore, regista teatrale e cinematografico. Scrive una trilogia di stampo neorealista sulle conseguenze della guerra e della violenza, composta dai drammi teatrali La frontiera (1945), Cronaca (1946) ed N.N. (1947). Debutta come attore cinematografico con Federico Fellini ne Lo sceicco bianco (1952) e I vitelloni (1953). In seguito diviene apprezzato caratterista partecipando a numerosissimi altri film italiani e stranieri, riproponendo vizi virtù e luoghi comuni dell’ uomo meridionale. Negli anni ’60 /’70 partecipa ad alcuni popolari sceneggiati televisivi RAI. La sua ultima interpretazione risale al 2000, col personaggio di Lello Rizzitano nell’ episodio Il cane di terracotta della fiction Il commissario Montalbano. Nastro d’ argento come migliore attore non protagonista nel 1965, 1985 e 1996. David di Donatello come miglior attore non protagonista nel 1996.
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