Nel 1951 la Direzione degli Istituti di prevenzione e di pena incaricò l’ Istituto Luce di realizzare un reportage fotografico negli istituti minorili di tutta Italia, per dimostrare al mondo anglosassone che a cinque anni dalla fine del conflitto il problema dell’ infanzia abbandonata e della devianza minorile fosse stato totalmente risolto dal governo DC guidato da De Gasperi. Naturalmente si trattava di immagini idilliache, addomesticate a fini di propaganda. Comunque è interessante notare che nelle foto i corrigendi dei vari istituti italiani avevano a disposizione effetti letterecci e di casermaggio militari, ceduti perché obsoleti. Consumavano i loro (magri) pasti servendosi di stoviglie, gamelle e gavette metalliche di origine militare, vestivano generalmente abiti di taglio civile, ma ricavati da stoffe militari di vario colore (nero, grigioverde, feldgrau, varie tonalità di kaki e marrone) e nazionalità, fondi di magazzino della 2^ guerra mondiale. I ragazzi avviati a corsi professionali indossavano nelle officine e nei laboratori tute monopezzo da carrista appartenute a vari eserciti. In alcune immagini appaiono anche mantelle grigioverdi ex- Regio Esercito. Ma la foto più curiosa, che propongo in questa occasione ai forumisti è quella di una combinazione in “panno color ruggine” di taglio vagamente britannico, ma con estese modifiche. Il giubbetto corto ha il collo aperto e due tasche senza patte applicate sulla parte alta del petto. Sulla schiena è evidente la presenza di un finto pipistrello e di una finta cacciatora, ispirati alla sahariana e agli indumenti mimetici della RSI. Il pantalone lungo di taglio civile conserva la disposizione delle tasche tipica del battle dress.