Dilungati, dilungati...Originariamente Scritto da Il Cav.
Dilungati, dilungati...Originariamente Scritto da Il Cav.
L' invasione dell' Urss creò il fenomeno dei bambini di strada, i cosiddetti "Besprizorni", che avevano perso i genitori morti o deportati o profughi, e vagavano per le campagne vivendo di elemosina. Molti di loro non avevano simpatia per il potere sovietico, così quando giunsero in Ucraina i soldati italiani del CSIR e poi dell' ARMIR, visto che non erano come i tedeschi che li scacciavano o li uccidevano - considerandoli in toto spie sovietiche - li avvicinarono per elemosinare i resti del rancio. Gradualmente molti di essi furono adottati dai reparti, in specie autieri e motorizzati in quanto conoscevano le strade e sapevano leggere il cirillico (non era raro il caso che chiedendo informazioni su una data località a civili costoro indicassero la direzione sbagliata o avviassero le colonne ignare in bocca all' Armata Rossa). Questi ragazzini erano perciò preziosi come interpreti e giude, da ciò il nome "scout" e furono rivestiti in grigioverde vivendo le vicissitudini dei reparti.
Dopo la "grande ritirata" fra le truppe italiane superstiti ce n' erano ancora moltissimi: quasi un migliaio, che vestite "abusivamente" le stellette giunsero in Italia e furono presi in carico dallo Stato che li suddivise per età e indole tra Collegi GIL, Collegi militari del R.E., Istituti professionali religiosi (in massima parte Salesiani) a Roma e Venezia (Tipografia Artigianelli) dove avrebbero potuto imparare un mestiere. Dopo l' 8 settembre il collasso dello Stato coinvolse anche loro: alcuni, scambiati per militari italiani furono catturati dai tedeschi , altri si sbandarono, rifugiandosi presso famiglie amiche o conventi - uno fra tutti il Russicum di Roma - altri ancora combatterono la guerra civile nella RSI o nella Resistenza, molti altri aderirono al ROA di Vlassov o si unirono ai Cosacchi di Krasnov in Friuli.
"Chissà a quale di questi alberi ci impiccheranno..."
Alla fine del conflitto gli Alleati restituirono a Stalin tutti quelli che gli capitarono fra le mani, ma alcuni rimasero in Italia, acquisendone poi la cittadinanza: uno di loro raccontò la sua storia in un programma RAI di Arrigo Petacco a metà degli anni '80. Per inciso faccio notare che è documentata fotograficamente la presenza di ragazzi russi arruolatisi nella X^ e nei Bersaglieri del MUSSOLINI. Anche uno dei delatori che fecero arrestare Don Pietro Pappagallo era tale Piotr l' Ucraino, un ex- scout che si era messo al servizio delle SS di Roma.
"Chissà a quale di questi alberi ci impiccheranno..."
Molto interessante Cav., grazie
A proposito, sapevate che i cosacchi "italiani" furono divisi in tre sotnie montate (compagnie) ed era previsto il loro invio in Albania per la lotta alle bande? All' 8 settembre aspettavano ancora i mitra Beretta coi quali avrebbero dovuto totalmente equipaggiarsi, in sostituzione dei PPSh...
"Chissà a quale di questi alberi ci impiccheranno..."
Allora stavano freschi... No, non sapevo che ne era stato previsto l'impiego in Albania.Originariamente Scritto da Il Cav.
Si, visti i buoni risultati ottenuti dalla WH prima col "Corpo Russo in Serbia" e poi coi Cosacchi di Pannwitz...
"Chissà a quale di questi alberi ci impiccheranno..."
_____________Originariamente Scritto da Il Cav.
Ops... scusate il refuso, ma nel mio intervento mi riferivo a Don Morosini, quello che ispirò "Roma Città Aperta", non Don Pappagallo!
Sorry!
"Chissà a quale di questi alberi ci impiccheranno..."
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"Chissà a quale di questi alberi ci impiccheranno..."
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