Anch’io esprimo delle riserve sull’originalità di questa divisa, ripetendo le osservazioni fatte da Alessandro, pur trovando sostanzialmente corretta l'analisi di misu.
Nella prima metà degli anni ’90 apparve un certo quantitativo d’insolite divise stile “Panzer” in tessuto spigato (Drillich) di vari colori (beige, bianco, feldgrau) tutte confezionate con cura sulla falsariga di una normale divisa “Panzer”, laddove, concepite come sovratuta ancorché indossate anche da sole, le divise in Drillich avevano particolarità sartoriali diverse quali, per es., la doppia fila di bottoni per regolare la vestibilità o le fessure rinforzate sui fianchi (per far passare i ganci che reggevano la cintura fissati all’interno del giacchino di panno). Inoltre, se non ricordo male, le tasche anteriori dei pantaloni non erano tagliate simmetricamente ma una più obliqua dell’altra . I timbri non mi entusiasmano, anche se leggibili poco o nulla; sarebbe utile , ove i numeri si distinguano, verificare la corrispondenza tra le dimensioni reali e le misure timbrate.
Circa l’esemplare pubblicato su Miles, la sola timbratura dovrebbe mettere in allarme per il semplice fatto che il codice “RBNr” dell’esemplare illustrato nell’articolo è di pura fantasia. Ciò senza nulla togliere a quell’altrimenti lodevole iniziativa editoriale. Anche il mensile Armes Militaria Magazine prese degli abbagli e ci furono discussioni per questo fra staff, autori e lettori.
Concludo ammonendo sulla terminologia collezionistica anglosassone, spesso e volentieri inesatta e fantasiosa. Non c’era alcuna divisa da fatica peculiare agli equipaggi dei mezzi blindocorazzati diversa dalla suddetta divisa in Drillich. Tutt’al più ci furono divise in tessuti e colori furi ordinanza commissionate ad hoc da sottufficiali anziani e/o ufficiali con il vezzo delle confezioni di sartoria, ma non mi sembra questo il caso.