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Ciao a tutti.
Quarta parte delle fotografie dall’album del Vicebrigadiere Francesco Di Cicco, che servì come comandante di squadra alla 2^ Compagnia, Battaglione Speciale “E” della Regia Guardia di Finanza. Per me una vera e propria antologia fotografica e didascalica della Guerra di Etiopia 1935-36.
La presente pubblicazione riguarda alcune figure di comando che il Vicebrigadiere Di Cicco inserì nell’album, ed a seguire le immagini relative alla preparazione dei pasti (l’arte di arrangiarsi, per fronteggiare le notevoli carenze organizzative) nell’ostica situazione ambientale in cui queste truppe si trovarono ad operare.
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Il Generale Ettore Bastico, comandante del 3. Corpo d'Armata
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il Vicebrigadiere Francesco Di Cicco alla destra della tenda del Generale Bastico
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il Tenente Colonnello Enrico Palandri fu il comandante del Battaglione Speciale "E" della Regia Guardia di Finanza in Etiopia
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Ettore Bastico (Bologna, 9 aprile 1876 – Roma, 2 dicembre 1972) nel 1928 divenne generale. Successivamente prese parte alla guerra d'Etiopia e alla guerra civile spagnola, in cui fu capo del contingente dei volontari d'Italia. Nel maggio 1935 assunse il comando della 1ª Divisione CC.NN. "23 marzo" in Africa Orientale. Passò quindi al comando del terzo Corpo d'Armata operante in Etiopia, da cui dipese anche il Battaglione Speciale “E” della Regia Guardia di Finanza. Nel 1937 fu inviato a comandare il Corpo truppe volontarie italiane nella guerra civile spagnola. Nel 1939 fu nominato Senatore nella XXX legislatura del Regno d'Italia. Fu governatore delle Isole italiane dell'Egeo dal 10 dicembre 1940 al 19 luglio 1941, giorno in cui sostituì Italo Gariboldi in qualità di governatore della Libia e comandante delle truppe delle dell'Asse. L'arrivo dei tedeschi fece perdere a Bastico molto prestigio a causa dei contrasti sulla conduzione della guerra con Erwin Rommel che, pur essendo suo subordinato, fu di fatto la mente delle azioni italo-tedesche. Rommel ne aveva una pessima opinione, lo giudicava "difficile, autocratico e violento".
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Nella foto sopra gli ufficiali della 2. Compagnia ove servì il Vicebrigadiere Francesco Di Cicco, al comando del Capitano Polcaro Cavalier Giulio, unitamente ai Tenenti Tanca, Mangioni, De Angelis ed Arcangioli.
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dal web, la G.U. con la nomina a Cavaliere del Capitano Giulio Polcaro
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Achille Starace
Achille Starace (Sannicola, 18 agosto 1889 – Milano, 29 aprile 1945) fu un generale, politico e dirigente sportivo italiano. È stato per otto anni (dal 1931 al 1939) segretario del Partito Nazionale Fascista, presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, commissario straordinario della Lega navale italiana, luogotenente generale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale - M.V.S.N.. All’inizio del 1936 Starace partì per l'Abissinia raggiungendo Asmara. Il 15 marzo 1936 ripartì alla volta di Gondar, una delle sei capitali federali dell'allora Impero d'Etiopia, alla testa di una colonna motorizzata, composta in prevalenza da camicie nere e bersaglieri occupando la città il 1º aprile. La colonna guidata da Starace proseguì la sua marcia su Gorgorà raggiungendo il lago Tana e poi Bahar Dar. Venne fucilato il 29.04.1945 dai partigiani in Piazzale Loreto a Milano, ove già si trovavano i cadaveri di Mussolini e degli altri gerarchi.
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il Generale Rodolfo Graziani nel luglio 1936 davanti al Piccolo Ghebì imperiale di Addis Abeba, ove il 19.02.1937 avvenne il famoso attentato
Rodolfo Graziani (Filettino, 11 agosto 1882 – Roma, 11 gennaio 1955) fu un militare e politico italiano. Dal 1935 al 1936 diresse le operazioni militari contro l'Abissinia partendo dalla Somalia italiana, sul fronte meridionale anche detto Fronte Sud, subordinato al Maresciallo Pietro Badoglio comandante dell’intero Corpo di spedizione e che diresse in particolare il Fronte Nord. I primi scontri Graziani li sostenne proprio mentre Badoglio era impegnato nella battaglia dell'Amba Aradam. Le truppe di ras Destà mossero infatti verso Dolo per attaccare l'armata di Rodolfo Graziani. A Graziani era stato ordinato di mantenere una difesa attiva, al fine di mantenere impegnato nel sud il maggior numero di truppe nemiche, e di non passare all'offensiva. Prontamente informato del movimento delle truppe di ras Destà, lo attese pronto allo scontro. Sulle colonne abissine in marcia fu scatenata l'aviazione che le decimò. Fu in questa occasione che furono usati per la prima volta i gas asfissianti. La seguente offensiva italiana ne disperse i resti e il 20 gennaio 1936 Graziani occupò la città di Neghelli. Dopo la vittoria su ras Destà, contro Graziani furono schierate le truppe al comando di Wehib Pascià, un generale turco al servizio dell'imperatore etiopico. Wehib cercò di attirare Graziani in una trappola, facendolo spingere il più possibile nel deserto dell'Ogaden. Ma nello svolgere tale operazione i reparti italiani al comando di Guglielmo Nasi e del generale Franco Navarra inflissero gravissime perdite agli abissini, tali da far fallire l'operazione e mettere a repentaglio la stessa sopravvivenza dell'armata abissina. Il 15 aprile 1936 Benito Mussolini ordinò a Graziani di raggiungere e occupare Harar. Graziani raggiunse Dagahbùr, il 25 aprile. Poi le piogge ne rallentarono maggiormente l'avanzata sull'obiettivo prefissato, facendolo giungere a Dire Daua poche ore dopo il passaggio dell'imperatore in viaggio verso l'esilio. Nominato viceré d'Etiopia in seguito alla rinuncia di Badoglio, Graziani in questa veste fece costruire numerosi edifici pubblici, avvalendosi della manodopera e delle risorse locali. A ciò si affiancò anche una dura opera di repressione da parte degli italiani. Furono istituiti campi di prigionia, erette forche pubbliche e uccisi i rivoltosi. Ras Destà appena catturato fu passato per le armi. Molti militari italiani si fecero riprendere dai fotografi accanto ai cadaveri penzolanti dalle forche e fucilati. Il 19 febbraio 1937 fu organizzata una cerimonia per celebrare la nascita del primogenito di Umberto, Vittorio Emanuele di Savoia, alla quale erano stati invitati i notabili locali; questa si svolse presso il Piccolo Ghebì imperiale. A mezzogiorno, improvvisamente, scoppiò una prima bomba, poi di seguito circa altre tre. Nell'attentato morirono sette persone, di cui quattro italiani e due zaptié, circa cinquanta furono i feriti ricoverati in ospedale colpiti dalle schegge. Mentre Graziani, gravemente ferito, veniva trasportato all'ospedale, cominciò immediatamente il rastrellamento di polizia che portò a numerose uccisioni e arresti arbitrari, ed inizio la rappresaglia, condotta da camicie nere, uomini del Regio Esercito, miliziani musulmani e civili italiani della colonia. Da allora e nei mesi successivi migliaia di etiopi vennero massacrati.
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Le seguenti fotografie, dalla nr. 63 alla 70 comprese, sono relative alla preparazione dei cibi:
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il Vicebrigadiere Di Cicco è il primo della fila alla distribuzione del rancio
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il Vicebrigadiere De Cicco a sinistra, si intravvede il pizzo, nella foto successiva è indicato dalla freccia
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Notare i pantaloni sbrindellati e gli scarponi legati con la corda, del soldato seduto a sinistra. Di Cicco in piedi a destra.
La pubblicazione prosegue.
Saluti, Giovanni
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