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Discussione: Velivoli stranieri di p.b. in uso nella Regia Aeronautica (1940/43)

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  1. #24
    Utente registrato L'avatar di storiaememoriagrigioverde
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    Nel novembre 1942 in conseguenza dell’occupazione italo-tedesca del territorio di Vichy la Regia Aeronautica catturò oltre 600 velivoli francesi di vario tipo risalenti al 1940 e ormai obsoleti o ripristinabili in qualche modo solo dopo lunghi e onerosi lavori, di conseguenza la maggior parte di essi rimase dove si trovava. Una missione del Centro Sperimentale guidata dal maggiore Ruggieri a dicembre 1942 portò a Guidonia un D 520, un LeO 451 e un MS 406 per valutazioni. Apparve evidente che quelli immediatamente utilizzabili e maggiormente necessari erano i caccia Dewoitine D 520 che pur inferiori ai Macchi MC 202 avevano un cannoncino da 20 mm sparante dal mozzo dell’elica utile ad abbattere i quadrimotori alleati che bombardavano le nostre città. Inizialmente furono trasferiti in volo ad Albenga i Dewoitine già del 3eme GC II/1 dell’aviazione di Vichy trovati sul campo di Montélimar , che dopo una rapida revisione furono distribuiti a squadriglie e gruppi italiani di stanza nel centro-sud della nostra penisola. Essi oltre alla croce bianca di Savoia in coda portavano la mimetica francese del 1940 (ma con le bande armistiziali giallo-rosse e le coccarde tricolori obliterate con vernice grigia). In seguito alcuni esemplari vennero riverniciati completamente in verde italiano o con la mimetizzazione a chiazze sabbia su fondo verde e tutte le insegne regolamentari della Regia Aeronautica. Nonostante i difetti congeniti e i molti incidenti occorsi ai velivoli operativi, in mancanza di meglio e come soluzione d’emergenza in attesa dei nuovi caccia “serie 5” (Fiat G 55, Macchi MC 205 e Reggiane RE 2005) armati di cannoni da 20 si trovò non senza molte difficoltà un accordo di scambio con la Luftwaffe che acconsentì a cedere una aliquota mensile di D 520 nuovi di fabbrica prodotti dalla SNCASE di Tolosa in zona di occupazione tedesca in cambio di bimotori LeO 451 fabbricati dalla SNCASE di Ambérieu, che era invece nella zona italiana. Lo scambio avveniva in ragione di 2 Dewoitine per ogni LeO e conveniva a tutti dato che se gli italiani erano carenti di caccia moderni i tedeschi necessitavano di velivoli da trasporto e collegamento per il fronte orientale. I caccia prelevati dai nostri piloti presso la fabbrica portavano tutti la mimetica di tipo tedesco, con balkenkreuz, svastiche e codici individuali, poi obliterati in Italia. Nel 1943 col peggiorare della situazione nei cieli italiani vennero avanzate ulteriori pressanti richieste di caccia D 520 in cambio di bombardieri francesi tipo LeO, Breguet e Potez già portati in Italia e rivelatisi inutili come addestratori o velivoli operativi. Per ingolosire la controparte offrimmo loro anche il B 24 di p.b. “Blonde Bomber II” immatricolato italiano come I-RAIN. Per quest’ultimo avemmo in cambio ben 4 Dewoitine. Parallelamente intavolammo trattative con la compagnia di bandiera tedesca Lufthansa, che deteneva alcuni D 520 per addestrare i suoi piloti civili e per collegamento. Essi avrebbero dovuto consegnarci tre di tali caccia in cambio del DC 3 I-EMOS dell’Ala Littoria e di cinque motori Wright Cyclone di ricambio ma dopo il ribaltone del 25 luglio le cose andarono per le lunghe. Il Douglas italiano fu effettivamente ceduto sull’aeroporto di Venezia, ma l’armistizio impedì l’arrivo in mani italiane dei tre Dewoitine promessi. Dopo l’8 settembre 1943 e lo sbandamento della Regia Aeronautica alcuni nostri D 520 vennero trovati dai tedeschi sul campo di Pisa-Metato e per quanto danneggiati a martellate dagli equipaggi vennero poi probabilmente riparati e riutilizzati. Almeno un D 520 italiano catturato intatto a Napoil-Capodichino volò per qualche tempo con le insegne della Luftwaffe finchè fu sabotato dai tedeschi in ritirata e poi rinvenuto dagli angloamericani sul campo della città partenopea. Secondo alcune fonti due Dewoitine D 520 risultano recuperati in Italia Settentrionale e in forza con l’A.N.R. solo per addestramento e collegamento (uno dei due oltre alle regolari insegne repubblicane portava il numero “2 giallo” in fusoliera). Probabilmente erano due velivoli rimasti a Villanova d’Albenga nella Sezione Intercettori (poi 156^ Squadriglia Intercettori), costituita dalla R.A. prima dell’armistizio con pochi Fiat CR 42 a protezione dell’area industriale Genova-Savona.
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    CHISSA' A QUALE DI QUESTI ALBERI CI IMPICCHERANNO?

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