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Discussione: Kamikaze bianchi contro l'Armata Rossa

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  1. #1
    Utente registrato L'avatar di storiaememoriagrigioverde
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    Dopo molto tempo torno a parlare della vicenda dei kamikaze civili durante le ultime fasi dell’invasione sovietica della Manciuria, ovvero di quegli individui di varia etnia (giapponesi, mancesi e russi bianchi) impiegati a vario titolo nella ditta aeronautica MHSC (consociata della nipponica Nakajima), che dopo la resa della potente Armata giapponese del Kwantung scelsero liberamente di affiancarsi a ciò che restava dell’aeronautica del Manciukò. Essi effettuarono attacchi kamikaze contro le avanguardie corazzate dell’Armata Rossa con gli antiquati caccia Ki 27 e gli addestratori biposto Ki 79 da essi derivati, presenti in fabbrica in vari stadi di costruzione e messi frettolosamente in condizioni di volo. Il loro sacrificio ebbe il risultato di rallentare di alcuni giorni la conquista delle città Harbin e Port Arthur, appoggiando le residue forze di fanteria e cavalleria del Manciukuò e del Principato della Mongolia Interna, che abbandonate al loro destino dopo la resa dei nipponici lottavano disperatamente per la loro vita.
    Ho trovato che i kamikaze manciuriani vengono citati (di sfuggita e non in maniera esplicita) anche in un articolo a firma A. J. Waig pubblicato sul n° 68 (marzo-aprile 1997) della rivista in lingua inglese “Air Enthusiast” nell’ambito di una più vasta storia del corpo aereo dell’Armata Popolare della Mongolia (MPA). Quel relativamente vasto ma poco popolato stato cuscinetto creato per proteggere l’U.R.S.S. da un possibile espansionismo giapponese era di fatto una colonia sovietica, dove a una ridotta popolazione di pastori nomadi che vivevano gran parte dell’anno sotto le jurte per pascolare le mandrie erano state imposte con la forza ideologia e forme esteriori del più rigoroso comunismo staliniano. Di conseguenza le piccole forze armate della Mongolia rossa erano forgiate a immagine e somiglianza di quelle del potente vicino, incluso un piccolo nucleo di aviatori che conobbe alterne vicende accrescendosi in numero e mezzi dopo il breve e inconcludente conflitto nippo-sovietico. Quando dopo il lancio della prima atomica americana su Hiroshima l’8 agosto 1945 Stalin dichiarò finalmente guerra al Giappone violando l’armistizio del 1939, la Mongolia si affiancò subito all’Armata Rossa seppure in ruoli ausiliari. Di conseguenza le azioni delle forze nemiche furono registrate e restano nella storia della odierna Mongolian Air Force, i cui archivi a differenza di quelli della VV-S ex-sovietica sono aperti volentieri ai ricercatori occidentali. Di seguito alcuni brani del sopracitato articolo di Weig, del quale ho evidenziato in grassetto i riferimenti ai kamikaze del Manciukuò.
    _______________

    All’alba del 9 agosto 1945 tre Gruppi di Armate sovietici invasero la Manciuria da tre direzioni diverse, prendendo completamente di sorpresa i comandanti giapponesi dell’Armata del Kwantung.
    […]
    Le prime avanguardie dell’Armata Rossa furono oggetto di 39 attacchi aerei giapponesi, perdendo tre aerei e 139 veicoli corazzati.
    […]
    Dolon Nur fu catturata il 13 agosto. Ora con le linee di comunicazione interrotte, l’Armata giapponese del Kwantung non aveva più accesso alle proprie riserve strategiche nel nord della Cina. Il 17 agosto il generale Yamada, comandante dell’Armata del Kwantung, si arrese al Maresciallo dell’URSS Vasilevsky e le ostilità avrebbero dovuto cessare il giorno seguente. Ciononostante i combattimenti continuarono in Manciuria.
    […]
    Altre unità dell’esercito sovietico continuarono ad avanzare verso gli obiettivi prestabiliti, catturando città dopo città nonostante la feroce resistenza degli alleati dei giapponesi.
    […]
    I sovietici durante le operazioni in Manciuria dispiegarono tre Armate Aeree. Tra il 9 ed il 20 agosto nel corso dell’offensiva dell’Armata del Transbajkal, gli aerei sovietici effettuarono oltre 14.000 missioni di volo. Nonostante ciò circa 50 velivoli di costruzione giapponese portarono avanti con successo missioni di interdizione sul campo di battaglia rallentando notevolmente le colonne sovietiche.
    […]
    Dopo la cattura di Port Arthur il 25 agosto, Stalin ordinò all’Armata Rossa di cessare i combattimenti, ma sparute scaramucce con truppe del Manciukuò si trascinarono fino al 30 agosto.
    _______________

    Resta quindi evidente dal testo che se dopo i primi combattimenti l’aviazione giapponese si era arresa su ordine di Yamada col resto dell’Armata del Kwantung il 18 agosto, i citati 50 aerei di costruzione giapponese che bloccarono le colonne corazzate mongolo-sovietiche dal 20 al 25 agosto, non potevano che essere pilotati dai coraggiosi aviatori del Manciukuò e dai kamikaze civili. Tra questi ultimi soprattutto i russi ex-zaristi avevano ottime ragioni per temere l’arrivo dei comunisti.
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    CHISSA' A QUALE DI QUESTI ALBERI CI IMPICCHERANNO?

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