Un libro di storia militare sulla Seconda guerra mondiale con - purtroppo - un deciso legame con l'attualità è appena stato tradotto in italiano: è lo studio del Maggiore dell'US Army Timothy A. Wray "Tenere le posizioni! La dottrina tedesca sul fronte russo durante la Seconda guerra mondiale, 1941-1943" (ITALIA Storica Edizioni, Genova 2025, traduzione di Giovanni Oro, edizione italiana a cura di Andrea Lombardi, 274 pagg., Euro 27,00. In libreria e su Amazon: https://amzn.to/3Giuv2p).
Questa ricerca tenta di evitare i comuni miti sulle battaglie difensive tedesche in Russia, utilizzando in maniera estensiva le fonti primarie – rapporti tedeschi, diari di guerra delle unità, manuali dottrinali, i fascicoli d’addestramento e altri tipi di memorandum militari – per ricostruire le basi reali della dottrina difensiva tedesca. Di seguito, l'introduzione dell'autore:
Introduzione
In tempo di pace il problema più critico con cui i capi militari devono confrontarsi è cercare di prevedere correttamente la natura della guerra futura. L’efficacia degli investimenti nell’addestramento, nell’equipaggiamento e nelle armi dipende dall’accuratezza con cui si riesce, in effetti, a predire il futuro. Per aiutarli in queste predizioni gli strateghi spesso cercano di identificare delle lezioni particolarmente rilevanti dalle guerre più recenti affinché li guidino nelle loro future decisioni.
Negli ultimi anni gli analisti militari occidentali hanno prestato una rinnovata attenzione alle battaglie difensive dell’Esercito tedesco in Russia durante la Seconda guerra mondiale. Molto di questo interesse è dovuto a fattori utilitaristici, con gli scrittori che brandiscono esempi del Fronte Orientale per supportare varie teorie dottrinali.
Sfortunatamente, tuttavia, la comprensione storica generale della guerra tedesca contro l’Unione Sovietica è alquanto limitata e si riduce ad utilizzare alcuni esempi di operazioni tedesche in Russia, in un modo che troppo spesso mostra la mancanza di comprensione sia delle situazioni specifiche sia del “quadro generale”1. Questa mancanza di analisi dell’esperienza tedesca in Russia viene da due problemi storiografici.
Primo, anche se la guerra russo-tedesca, fu nei fatti, la più grande campagna terrestre della guerra, per molti storici e leader militari occidentali è rimasta per lo più una “guerra dimenticata”. Mentre le azioni degli Alleati occidentali durante la guerra godono di un’ampia letteratura, in lingua inglese esistono solo pochi studi validi che trattino della guerra tra la Russia e la Germania. Le storie generali che trattano di questa parte del conflitto sono di conseguenza generalmente aneddotiche e mancano della profondità di comprensione necessaria per un’analisi efficace2.
Secondo, la poca conoscenza degli analisti occidentali è spesso basata più sul mito che sui fatti. La ragione principale è che in occidente le conoscenze degli eventi della guerra russo-tedesca, è stata largamente influenzata dalle memorie di alcuni importanti capi militari tedeschi. Anche se queste memorie sono, almeno fino a un certo punto, istruttive e anche interessanti, esse formano una base precaria su cui costruire un’analisi utile in quanto soffrono dei pregiudizi, dei vuoti e della selettività dei ricordi propria di tutte le memorie. Ogni libro di questo genere dà una visione distorta della guerra tedesca contro la Russia, come, ad esempio, in Panzer General di Heinz Guderian, e Battaglie di Panzer di F.W. von Mellenthin, che compaiono regolarmente nelle liste di letture professionali dell’Esercito degli Stati Uniti e contengono interessanti resoconti delle operazioni tedesche viste dall’interno. Queste distorsioni sono il risultato di esagerazioni o interpretazioni sbagliate (comuni nell’opera di Guderian) o di omissioni di dati importanti e del contesto generale (come avviene più spesso nel caso del libro di Mellenthin).
Ad essere poco compresi sono in maniera particolare i metodi con cui l’Esercito tedesco condusse le operazioni difensive contro i sovietici. Vari saggisti occidentali hanno erroneamente generalizzato il sistema difensivo tedesco come composto esclusivamente da caposaldi fortificati, spalleggiati da potenti riserve mobili o occasionalmente anche da una vera e propria “difesa mobile”3. Allo stesso tempo permane il mito che “a livello tattico […] i tedeschi fermarono sempre le offensive locali dell’Armata Rossa”4. La sconfitta strategica di Hitler e delle sue Armate in Russia è comunemente vista come avvenuta nonostante questa permanente superiorità tattica tedesca, e prodotta da un’Armata Rossa che per tutta la guerra rimase “uno strumento amorfo che dipendeva per la vittoria dal numero di uomini e carri armati”5. La larga diffusione di questi miti ha ostacolato gli analisti contemporanei nella loro ricerca delle lezioni storiche e ha mancato nel rendere giustizia sia alla complessità del problema difensivo tedesco, sia alle capacità tattiche dei sovietici e alla loro capacità di adattamento.
Questa ricerca tenta di evitare i comuni miti sulle battaglie difensive tedesche in Russia, utilizzando in maniera estensiva le fonti primarie – rapporti tedeschi, diari di guerra delle unità, manuali dottrinali, i fascicoli d’addestramento e altri tipi di memorandum militari – per ricostruire le basi reali della dottrina difensiva tedesca. Questo materiale d’archivio, che come vedremo va oltre quello che era disponibile in precedenza, fornisce importante materiale aggiuntivo sui metodi tedeschi, e, in alcuni casi, corregge o conferma i ricordi postbellici dei memorialisti militari tedeschi. Queste memorie sono chiaramente di estremo valore per valutare lo stato d’animo di alcuni dei protagonisti di questi eventi storici e sono ovviamente state usate quando necessario.
Questa ricerca, nel seguire l’evoluzione della dottrina difensiva tedesca, inizia dallo studio degli sviluppi prebellici, in modo da potere stabilire il quadro iniziale entro cui si svilupparono le battaglie successive contro l’Armata Rossa dell’Unione Sovietica, per arrivare alla primavera del 1943, quando i tremendi cambiamenti avvenuti sul piano strategico nell’inverno precedente alterarono la natura stessa della guerra sul Fronte Orientale.
Questa ricerca, oltre che discutere i metodi teorici, intende esaminare anche le circostanze in cui questa teoria si applicò alla realtà del campo di battaglia, mostrando come l’evoluzione della dottrina difensiva tedesca fu provocata da considerazioni che andavano molto al di là del semplice adattamento tattico.
I metodi difensivi tedeschi furono influenzati in primo luogo dal clima e dal terreno russo, ma anche, o forse soprattutto, dai mutamenti nella forza, nel comando, nell’efficienza e nelle capacità delle forze tedesche, senza dimenticare l’interferenza personale di Hitler, che periodicamente emanò delle direttive imponendo l’applicazione delle proprie idee tattiche.
I tedeschi, durante i primi due anni di guerra in Russia, apportarono cambiamenti sostanziali alla dottrina difensiva descritta nei manuali prebellici, che però si limitarono essenzialmente a dettagli tecnici, lasciando generalmente intatti i principi fondamentali.
L’esperienza tedesca sul Fronte Orientale, quindi, rivela la dettagliata evoluzione dei loro sistemi tattici e la semplicità e l’adattabilità dei concetti difensivi tedeschi.
Per i lettori moderni è di particolare interesse il fatto che molti dei problemi con cui si dovettero confrontare le Armate tedesche sono analoghi a quelli delle attuali forze NATO.
Nella difesa le forze tedesche sul Fronte Orientale furono sommerse da un numero di imperativi politici e territoriali che ne intralciavano la flessibilità strategica. Le operazioni difensive tedesche furono intralciate non solo dalle diverse abilità e armamenti degli Alleati ma anche dalle enormi differenze esistenti tra le stesse unità tedesche nell’addestramento, nella mobilità e nell’armamento. L’Armata Rossa con cui i tedeschi si confrontarono nella Seconda guerra mondiale ha una forte somiglianza con l’attuale Esercito sovietico (e con i suoi alleati del Patto di Varsavia), nella dottrina, nello stile di comando e nella filosofia strategica. Infine, ovviamente, l’Esercito tedesco combatté contro un avversario la cui preponderanza in uomini e mezzi era assoluta. Anche se non “combatté in inferiorità e vinse” ottenendo la vittoria finale, le battaglie difensive dell’Esercito tedesco in Russia furono condotte con sufficiente tenacia e abilità da meritare un esame scrupoloso.