Forte e drammatico, ma non si può non conoscere anche questo lato dei liberatori Alleati.
<font color="green">Stupri di guerra</font id="green"> di J. Robert Lilly, edizioni Mursia.
E' uno studio, molto approfondito, sulle violenze commesse dai soldati americani in Europa; l'autore, consultando i documenti presenti negli archivi nazionali e raccogliendo numerose testimonianze, riesce a svelare uno dei volti oscuri degli Alleati, da sempre disegnati come la rappresentazione vivente del bene e della giustizia.
In questo modo, sale a galla una realtà* sconvolgente ed inimmaginabile, in cui circa 17.000 donne di tutte le età*, inglesi, francesi e tedesche furono stuprate dai soldati americani; ed in particolare in questa triste classifica, si contraddistinsero i militari neri che, seppur presenti in proporzione molto minore nelle forze armate americane, superarono abbondantemente i loro colleghi bianchi.
Il testo è suddiviso in analisi differenti del fenomeno per Paese: Gran Bretagna, Francia e Germania; per tipologia del reato: singolo o in gruppo, violento o meno.
Diversi grafici evidenziano l'andamento dei reati nel tempo e per gruppi razziali.
Risultano evidenti degli aspetti non indifferenti nella valutazione del fenomeno: una certa benevolenza da parte delle autorità* preposte nel giudicare tali atti, un differente trattamento degli imputati neri rispetto a quelli bianchi e un, purtroppo quasi ovvio, aumento di stupri violenti e non commessi dai soldati in Germania, rispetto agli altri Paesi.

Ricordo che lo stupro di guerra, vietato dalla Convenzione di Ginevra nel 1949 venne riconosciuto come crimine di guerra solo nel 1966.
Questo è un libro molto pesante e difficile da "digerire", ma di certo anche molto interessante.
I fatti storici della guerra sono solo lo sfondo del contenuto.