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Discussione: [VENEZIA] Forte Tron

  1. #1
    Moderatore L'avatar di Decca
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    [VENEZIA] Forte Tron

    <font color="blue"><<Mi da fio andavo a zogà*r intorno. Andavo a prender,el rancio che i soldai vansava e me ricordo che i cambiava ogni quindese giorni compagnia. Vegneva anca i alpini. Me ricordo che prima de la guera andà*vimo a metter zo 'na rete sul tubo che adesso no ghe ze più , da drio 'a palassina. Veniva fora un tubo grosso de un metro e me papà* gaveva el permesso de metter na rete su 'a imbocatura. Dopo ghe dà*vimo pesse al maresciallo , che ghe lo dava i i superiori o a i soldai >></font id="blue">
    Vittorio Castellaro del Comitato Forte.



    Forte Tron (Marghera)


    Ecco la visita a Forte Tron, realizzata da me e da forte149 + 1 [](con consorte).
    Alcune notizie (e 2 foto in B/n) di questo post sono in parte rielaborazioni tratte dal libro "I forti di Mestre: Storia di un campo trincerato"
    Il forte si sviluppa su un'area di 15,6 ettari in località* Sabbioni.

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    Ci troviamo purtroppo davanti ad una struttura che giace nel completo abbandono come facilmente intuibile dalla vista aerea comparata con il gemello Carpenedo (costruiti ambedue dal 1887 al 1890).
    Per un piccola guida al forte Carpenedo :
    http://www.milistory.net/forumtopic.asp?TOPIC_ID=3567
    Esiste poi anche un terzo forte gemello: Forte Gazzera.
    Anche in questo caso una piccola guida è disponibile a :
    http://www.milistory.net/forumtopic.asp?TOPIC_ID=3714
    La data di costruzione di quest'ultimo è antecedente (tra il 1883 e il 1887) .
    L'Armamento principale di forte Tron era di 10 cannoni da 149G su affusto da difesa , 4 obici da 210G , 6 da 120G(collocate sulle piazzole dei rampari),il secondario da 4 cannoni da 87B (sul fronte di gola), 10 mitragliatrici da 3 canne.

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    Questi forti di tipo Tunkler o di prima generazione, hanno forma di un poligono a sei lati. Le strutture sono coperte da cumuli di terra , il tutto circondati da un ampio fossato largo fino a 40 metri. La cartina mette in evidenza la simmetria verticale.
    Le due facce del fronte di attacco si incontrano tra loro ad angolo ottuso per poter evitare i tiri d'infilata, permettendo contemporaneamente il tiro frontale.
    Il fossato profondo 5 metri , aveva lo scopo di creare un ostacolo per gli attacchi e permetteva di risparmiare sui rivestimenti di scarpa (bordo interno) e controscarpa (bordo esterno).
    Esistevano anche degli aspetti negativi : la facile superabilità* nei rigidi inverni quando il giaccio poteva reggere tranquillamente il peso delle persone, e l'acqua nelle torridi estati che poteva produrre miasmi nocivi.
    Per evitare la stagnazione dell'acqua e per regolarne il livello che avrebbe potuto sommergere le caponiere esistevano delle chiuse in prossimità* dei corsi d'acqua vicini.

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    Ecco una bella foto di forte149. Sono visibili la caponiera sul fronte d'attacco il ponte e l' ingresso.
    Sono presenti 2 caponiere , oltre a quella sul fronte d'attacco c'era una sul fronte di gola.
    Esistevano anche 2 mezze caponiere ai lati.
    Queste strutture avevano il compito, con le loro innumerevoli feritoie , di coprire l'area con tiro con fucili e di conseguenza erano protese verso l'esterno, leggermente in discesa perché le feritoie erano a livello dell'acqua.
    Con l'adozione delle mitragliatrici per la difesa del fossato , fu possibile nei forti di Carpenedo e Tron ancora in costruzione diminuire la lunghezza delle caponiere(di 10 metri) e risparmiare quindi sui costi. Anche l' iniziale progetto del ponte subì delle modifiche. Doveva essere di 9 campate e nella parte finale era prevista una parte scorrevole. Invece si addotto un ponte a 5 campate e nella parte finale si usò un piccolo ponte levatoio di 4 metri.
    Nel post sul forte Gazzera si possono vedere alcuni di questi particolari , come la targhetta, ancora presente , per alzare e abbassare il ponte levatoio.
    Ai fianchi del portale di ingresso sono presenti 2 ambienti : il primo era destinato al corpo di guardia e il secondo veniva usato come cella di isolamento.

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    Particolare della caponiera di forte Tron comparata con la lunghissima caponiera del forte Gazzera (foto presente sul post dedicato al forte Gazzera).
    Notare la disposizione della feritoie. Si notano quelle delle mitragliatrici e quelle per i fucili.
    Oltre che impedire al nemico il passaggio ,in caso di pericolo il ponte doveva essere distrutto e il ponte levatoio alzato.

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    Due particolari delle caponiere (del forte Gazzera). Nella prima foto la visuale di una feritoia dall' interno che punta direttamente sul ponte.
    Nella seconda tratta dal "I forti di Mestre: Storia di un campo trincerato" si vede la base per appoggiare la mitragliatrice.

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    Analizzando il portale di ingresso è difficile non notare la differenza con forte Gazzera e Carpenedo. Per economizzare sui costi qui non troviamo le colonne in pietra d'istria, in stile neoclassico che facevano parte di quella ricerca del particolare che proprio in questo periodo si andava perdendo.
    Altro piccolo particolare si vedono le due feritoie dove passavano le catene del ponte levatoio che ho citato prima.

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    Particolari degli stemmi sui portali. In sequenza Tron , Carpenedo , Gazzera. La corona dei Savoia appoggiata al simbolo dell'arma d'artiglieria.

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    Ci troviamo nei pressi del traversone centrale. In primo piano le scale per accedere ai cannoni.
    Questa struttura era lunga non meno di 130 metri, praticamente solo questa era grande quanto i forti della seconda generazione costruiti successivamente.
    Essendo gli ambienti disposti anche lungo tutto il perimetro interno dell'esagono, si può a questo punto capirne le dimensioni.
    Una precisazione: mentre forte Gazzera ha 2 polveriere ai lati estremi del perimetro interno, nel forte Tron (e anche Carpenedo) si ritenne conveniente portarle nel traversone centrale per combattere l'umidità*. Nel 1910 furono posizionati i 6 pezzi da 149 mm.
    Per fare questo la iniziale destinazione degli ambienti dove si trovavano il comando , i locali ufficiali , l' infermeria e le latrine , venne completamente stravolta.

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    Particolare della balaustra al secondo piano. La struttura è alta 9 metri e mezzo.
    La parte posteriore (il lato prospiciente il fronte d'attacco) è completamente ricoperto di terra.

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    I pezzi da 149 mm erano in installazioni a perno centrale , la struttura era allo scoperto. Era prevista solo in un secondo momento la conversione con la copertura metallica, che però non fu mai realizzata. Sul fondo il vano per il montacarichi.

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    Ecco un utile confronto della stessa struttura con forte Gazzera.


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    Ingresso del traversone centrale. Nel 1910 quando questa struttura fu modificata vennero adottate le nuove tecniche costruttive. Vi invito a notare il contrasto con le stesse strutture del perimetro esagonale ( nelle foto successive ) e che sono invece state realizzate con un quantitativo monumentale di mattoni.

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    E questo è il lungo corridoio interno del traversone. Sopra ci sono gli alloggiamenti per i 6 pezzi da 149. Non esistono le rampe di accesso ai pozzi, perché come spiegato erano allo scoperto. Anche questa è una particolarità* costruttiva.
    Come tutti i forti del campo trincerato di Mestre, non sparò neppure un colpo. Nel settembre del 1915 visto che si trovava lontano dalle zone operative gli furono tolti i cannoni calibro 149 mm.

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    La fontana sul piazzale. La targa con la data 1915 (?). La disponibilità* dell'acqua non era secondaria dato che questi forti erano pensati e costruiti per resistere ad un lungo assedio.

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    La targa presente sul traversone centrale : Direttore del Genio Colonnello Scolari. Progettò e costruisse il Tenente Bellusci. Si riferisce alle modifiche del 1910.

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    E' arrivato il momento di visitare gli ambienti presenti sul perimetro. Siamo sulla scala che dalle postazioni a barbetta portano ai depositi sottostanti. Ci incuriosiva verificare un particolare. Queste postazioni comunicavano con il deposito sottostante tramite un sistema di interfoni. Si trattava come abbiamo potuto vedere in un foro quadrato ricavato sul muro di mattoni . Comunque abbiamo fatto un paio di tentativi ma la voce al locale sottostante non si è mai sentita.

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    Siamo all' interno. Ecco le vote a mattoni. Ogni ambiente aveva una targhetta con una lettera e dei numeri che identificavano l'utilizzo.


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    Particolare delle targhe.

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    Corridoi lunghissimi con tantissimi ambienti da visitare (per fortuna puliti). Non ci si deve stupire per alcune destinazioni d'uso. Oltre a magazzini , le cucine , e i dormitori per la truppa (300 su paglia) esistevano anche i laboratori per falegnami , per i fabbri e le scuderie per i cavalli.

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    Eccomi alle prese con cavalletti e fari. Stiamo sulle scale che dal secondo piano portavano ai depositi sottostanti.

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    Ecco uno dei tanti "piccoli "ambienti al primo piano. I finestroni danno verso il cortile interno.

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    Decidiamo di fare un giro per le caponiere. Il problema è che non essendoci manutenzione sulle chiuse che regolano il livello delle acque le potremmo trovare allagate.

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    Invece , il sistema interno di regolazione funziona ancora . Siamo in parte sotto il livello del fossato, nella caponiera sul fronte di Gola. La struttura portante del soffitto è composta da rotaie

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    E questa è la caponiera sul fronte d'attacco.

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    Una delle chiaviche per la regolazione interna dell'acqua. Nella foto in bianco e nero come erano quando non era in stato di abbandono (tratto dal libro "I forti di Mestre: Storia di un campo trincerato")

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    Siamo sul cortile interno , sul retro del traversone centrale (a destra) . Qui si trovano gli ingessi per gli unici bangi che dovevano servire tutta la truppa.
    Sulla sinistra gli ingressi agli ambienti perimetrali ormai ricoperti dalla vegetazione.

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    Altra vista della parte posteriore del forte. Le strutture avevano bisogno di particolari tecniche di costruzione , per ovviare agli inconvenienti dell' umidità* causata dalle masse coprenti di terra. La impermeabilità* dei soffitti era realizzata con la stesura di manti bituminosi. Questo comportava l'assoluto divieto di piantare alberi a medio o alto fusto , in quanto le radici potevano danneggiare permanentemente lo strato di bitume. Le esigenze di mimetizzazione sorte dopo la trasformazione del forte in polveriera , hanno costretto i militari a riempirle di alberi e di piante.

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    La guardiola e la caserma. Durante la seconda guerra ( e anche dopo) fu adoperato come polveriera. Circa negli anni ottanta venne abbandonato al degrado.
    Un paio di anni fa il forte Tron fu posto sotto sequestro e bonificato dopo il ritrovamento (e sembra sparizione) di materiale bellico. Dopo la bonifica, che ha tra le tante cose danneggiato il ponte , è stato nuovamente "dimenticato" fino a che è risalito alle cronache l'estate scorsa perché usato da tossici e spacciatori.


    Saluti a tutti [ciao2]
    Mi trovate anche su Facebook©: Fortificazioni Militari & Artiglieria
    La pagina ufficiale del progetto "Database Cementisti" : Database Cementisti

  2. #2
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    Mammamia che roba,ma c'è una dimenticanza "che rovina" tutto l'esemplare lavoro svolto....manca la vostra foto ricordo a suggello di questo stupendo reportage[].Complimentissimi,davvero.

  3. #3
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    Ciao Claudio molto interessante
    Ottimo il servizio con la descrizione.
    Bravo.
    [ciao2]
    luciano

  4. #4
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    BRAVO (COME SEMPRE) ciao
    nik
    [center:3fh89q7z]Serbi Dio l&#39;austriaco Regno,Guardi il nostro Imperator!Nella fe&#39;,che Gli è sostegno,Regga noi con saggio amor"[/center:3fh89q7z]

    [center:3fh89q7z] Tanti Saluti dal WELSCHTirol [/center:3fh89q7z]

  5. #5
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    Credo che questo sia il primo post in cooperazione che si veda su World War, io ci ho messo solo alcune foto il merito è solo di Decca.
    Ineccepibile il lavoro descrittivo che hai realizzato, certo è che la visita al Forte da solo sarebbe stata alquanto "tetra" di locali sotteranei ce ne sono un bel pò e lo stato di abbandono è quasi totale. Bel lavoro, complimenti.......]+1]
    "NELLA ROCCIA, COME LA ROCCIA". motto XI°R.A.P.

  6. #6
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    Gran bel reportage, complimenti ad entrambi i tre (sentita alla radio)!

    e grazie anche per le scritte in venexian, mi ricordano i miei parenti nordisti...

    p.s. forse l'anno prossimo dovrò tornare per lavoro a Chioggia quindi vorrei riuscire ad andare a Ca' Roman per vedere le batterie tedesche...mi accompagnate??
    Procura de moderare Barone sa Tirannia...

  7. #7
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    bellissimo servizio! complimenti!
    fortificazioni del savonese...a me!

  8. #8
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    Ottimo reportage e bellissime foto [:264]

  9. #9
    Moderatore L'avatar di Italien
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    Uno splendido esempio di co-produzione che mi auguro di vedere più spesso in futuro.
    Da due utenti "decorati al valore", non mi sarei aspettato niente di meno.
    Ottimo.
    LA MIA PAGINA "FORTIFICATA" SU FACEBOOK©: http://www.facebook.com/pages/Italien/323925510817

    Nel mezzo del cammin di questa vita, mostrassi alfin la truce metà oscura...
    ché la pazienza mia era finita, e lo baston calassi su ogne testa dura.


    Fatti non fummo, a viver come inermi... bensì pello inimico, far divorar dai vermi.


  10. #10
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    Grandissimo reportage! [:7] E' grazie a spiegazioni cosi accurate che noi "nuovi" possiamo imparare qualcosina di più sul mondo delle fortificazioni. Ancora complimenti a entrambi.
    [:264]
    "Quelle poche vestigia ci parlano della vita, e spesso della morte di uomini come noi, uomini che tra quei mattoni e quelle pietre trascorsero ore di fatica, di sconforto, di angoscia."
    Fortificazioni! Adoro le fortificazioni!

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