Se posso permettermi vi consiglio:
Nikolajevka:C'ero anch'io
Autore Giulio Bedeschi
Oltre 200 alpini reduci,30 anni dopo, raccontano sottoforma di diario i giorni del calvario.Da far venire la pelle d'oca.
Se posso permettermi vi consiglio:
Nikolajevka:C'ero anch'io
Autore Giulio Bedeschi
Oltre 200 alpini reduci,30 anni dopo, raccontano sottoforma di diario i giorni del calvario.Da far venire la pelle d'oca.
Un ottimo lavoro questo topic, e continua sempre meglio! Complimenti.
DANIELE
"Ad unum pro civibus vigilantes"
Grazie Andrea della segnalazione sono certo di averlo letto e se è quello che ricordo è molto forte.Originariamente Scritto da Andrea Navoni
[ciao2]
luciano
UN mio vicino di casa classe 1918 un' alpino ancora vivente ha partecipato alla ritirata e alla famosa battaglia e sentire raccontare dal vivo da un superstite tutto quello che è successo , è stato un' emozione forte, le lunghe marce,il FREDDO, la fame i bombardamenti gli assalti per aprire un varco nella sacca e infine il passaggio del famoso tunnel,i morti ..... solo uno che l' ha vissuto puo' rendersi conto .
ANCORA ad oggi mi racconta che la notte si sogna gli amici morti allora specialmente il compagno che ha dovuto lasciare ferito(aveva il tallone spappolato da una bomba a mano e che è disperso tuttora)durante la ritirata ,che diceva :no ste lasarme qua , porteme con voi.... e mentre me lo raccontava i suoi occhi si bagnavano di lacrime.
[center:3fh89q7z]Serbi Dio l'austriaco Regno,Guardi il nostro Imperator!Nella fe',che Gli è sostegno,Regga noi con saggio amor"[/center:3fh89q7z]
[center:3fh89q7z] Tanti Saluti dal WELSCHTirol [/center:3fh89q7z]
La cosa che più mi rimane impressa, che mi colpisce e mi rimane dentro nel sentire raccontare queste testimonianze direttamente dalla voce dei reduci, oltre che il racconto stesso, è il modo in cui lo raccontano! non so come spiegarlo, ma ne rimani veramente colpito e impressionato, cose che non si dimenticano....
Ritengo che sia una vera fortuna poterli ascoltare.
Una importante testimonianza nik!
DANIELE
"Ad unum pro civibus vigilantes"
Complimenti Alpino e Cocis, è un bellissimo topic
[ciao2]
... Oh si, credo che l'inferno di Satana sia nulla di fronte alla lotta sostenuta nella piana di Gela!
T.Col. Dante Ugo Leonardi 34° rgt ftr Livorno[left:3plznhey][/left:3plznhey]
Si nik e silent ascoltare dalla viva voce di un reduce è senz'altro un'emozione unica in essa possiamo percepire quali sono state le vere cose subite,i sentimenti, le emozioni di quei momenti ed è come se ti portassero lì con loro sensazioni che nessun scrittore anche il più grande potrà* mai trasmettere.
Ed è bello poterli ascoltare.
Noi saremo la loro memoria.
Grazie totino.
[ciao2]
luciano
Per i due tomi "Fronte Russo c'ero anch'io" di Bedeschi sto preparando un topic apposito da postare (appena finisco il secondo tomo che sto leggendo in questi giorni...[^][])
<<< Nec videar dum sim >>>
La Battaglia di Nikolajewka è solo l'atto conclusivo di un ciclo di operazioni più ampio denominato "2^ Battaglia difensiva del Don".
Per avere un quadro più chiaro:
Tutte le Divisioni dell'ARMIR furono inviate in linea sul Don, comprese ahimè quelle Alpine, armate ed equipaggiate per il Caucaso.
Data l'eccessiva ampiezza del fronte fu giocoforza scelto un sistema a caposaldi, lasciando così ampi spazi tra uno e l'altro e cercando di presidiarli con azioni di pattuglia.
L'attacco nemico del dicembre '42 partì da due punti strategici, il braccio aggirante nord dalla testa di ponte costituita sull'ansa di Wehrle Mamon di fronte alla quota 120 tenuta dalla Ravenna ed il braccio sud al punto di sutura con i Rumeni.
Questo dopo eroici tentativi di resistenza sul posto imposti dai comandi tedeschi causò il disordinato ripiegamento del blocco sud dell'Armir, aprendo una immensa falla nelle linee. La Julia fu spostata nella zona di Novo Kalitva (dove fondamentali erano tre punti: la Quota Pisello, la Quota Signal e il quadrivio di Selenij Jar), ma la frittata era già* stata fatta.
Fu così che Cosseria, Ravenna, Pasubio, Torino e Celere ripiegarono su posizioni più arretrate, con immense perdite in particolare della Torino nel vallone di Arbusovo (in "Fronte Russo c'ero anch'io vol.1" di Bedeschi un reduce della Torino racconta che ad Arbusovo parlando durante gli scontri con un veterano tedesco egli disse "Neanche a Verdun era così")
Rimasero così in linea la Tridentina, la Cuneense, la Vicenza e la Julia, più altre unità* tedesche
I russi diedero così via all'Operazione Ostrogotz-Rossosch mirante ad aggirare il Corpo d'Armata Alpino. Il braccio sud della manovra doveva passare dalla zona di Novo Kalitva, ma ciò non avvenne per merito dei reparti della Julia (la Quota Signal venne ribattezzata Quota Cividale), però i russi sfondarono più a sud; il braccio nord passò dalla linee ungheresi che pare diedero scarsa resistenza.
Fu così che si creò la sacca che causò l'anabasi del Corpo d'Armata Alpino e che fu rotta definitivamente con la Battaglia di Nikolajewka.
Le immagini sono tratte da "L'8^ Armata italiana nella 2^ battaglia difensiva del Don" di Pietro Bonabello (Articolo trovato in rete).
Un saluto![^]
<<< Nec videar dum sim >>>
[] Ottimo alpinox.
luciano
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