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Nostalgico80
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I Pili portabandiera di piazza dell'Unità* d'Italia, in Trieste
L'idea di realizzare dei Pili portabandiera nacque, durante la prima guerra mondiale, con l'intento di completare l'opera di sistemazione dell'area ora denominata piazza dell' Unità* d'Italia.
Inizialmente, nel 1919, vennero erette tre aste da bandiera successivamente sostituite da due con robusti basamenti di legno a gradini.
Più tardi la Società* Ansaldo di Genova assunse l'impegno di finanziare la costruzione di due scultorei basamenti in bronzo e di due nuove e più eccelse aste. La crisi economica del 1929 non consentì, però, alla Società* di procedere nell' intento.
Subentrò, allora, il
Reale Automobile Club d' Italia (appunto le quattro iniziali R.A.C.I.) e, con il suo patrocinio ed i suoi finanziamenti, l'opera venne commissionata allo scultore triestino, accademico d' Italia, Attilio Selva, realizzata nell'attuale configurazione ed inaugurata il 24 maggio 1933.
à? quindi da allora che agli Autieri è stato riservato l'onore di custodire, idealmente il tricolore della patria, innalzato a Trieste dai bersaglieri il 3 novembre 1918. Ai piedi dei pili, infatti, gli Autieri montano la guardia ai vessilli d'Italia e di Trieste, quando vengono issati e dispiegati al vento, simboli sacri ed emozionanti di indissolubile unione tra la città* e la Madrepatria.
Quei quattro Autieri di bronzo stanno là*, quasi vigili sentinelle, perché mai i due vessilli, dopo essere stati congiunti a prezzo di tanto sangue, abbiano ad essere separati l'uno dal!" altro.
à? doveroso, infine, ricordare che la sacralità* dei Pili venne sigillata anche dal sangue degli ultimi Caduti per l'italianità* di Trieste. Sulla piazza, davanti ad essi, nel tragico novembre del 1953 vennero falciate dal piombo straniero le vite di tre giovani cittadini (nota mia: vennero uccise 6 persone), insorti con la folla per invocare il ritorno dell' Italia. I loro nomi sono incisi sui basamenti.
Fonte: ANAI - Associazione Nazionale Autieri d'Italia