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Discussione: Dal Friuli un appello a Napolitano: Riabiliti i martiri di Cercivento

  1. #11
    Moderatore L'avatar di Furiere Maggiore
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    Però la classica frase "per carità di Patria" non l'accetto.

    Non assolvo nessuno, soprattutto se sventola la nostra bandiera per coprire le sue malefatte.
    ... beh, se è solo questo ti puoi sfogare alla grande in uno dei tanti forum o pagine fb che parlano di politica e mostrare
    "qualche comprensione" e qualche "buona parola" anche per i soldati italiani visto che questo è un forum di militaria ...

    Italiano DOC ? non c'è bisogno di certificazioni per esserlo e una prova è la dedica della foto del tuo soldatino ...

    fm
    E' la somma che fa il totale.

  2. #12
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    Mio nonno e mio bisnonno erani cittadini AU di lingua italiana.

    Io sono cittadino italiano, ho fatto il militare in Italia e pago le tasse (cosa inconsueta per molti) in Italia.

    Il diritto alla memoria è sancito dalla Costituzione Italiana, per il resto le tue sono provocazioni senza senso delle quali mi sono stufato, non le raccolgo e le segnalo agli amministratori.
    Comincio un sacco di cose e non ne finisco nes

  3. #13
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    Riprendendo il senso della discussione e non perdere tempo in quisquiglie, anche la Chiesa è scesa in campo.


    Grande Guerra, l'Ordinario militare: "Riabilitare i disertori come Caduti"

    Il vescovo Marcianò chiede di rivedere il giudizio storico che da 100 anni relega nell'oblìo chi abbandonò la trincea. Un fenomeno che coinvolse tutte le forze in campo, alimentato non tanto dalla paura quanto dalla nostalgia per la famiglia e odio per l'ingiustizia delle autorità militari. Le condanne furono circa centomila. Impossibile sapere con esattezza i fucilati, almeno un migliaio.

    Un po' di chiarezza sulle dimensioni e le ragioni della diserzione viene dal saggio del 2001 I disobbedienti nell'esercito italiano durante la Grande Guerra di Bruna Bianchi, docente all'Università Cà Foscari di Venezia e grande studiosa del primo conflitto modiale (reperibile sul sito della Fondazione Basso, ndr).

    Il reato di diserzione, scrive Bianchi, "fu la forma di disobbedienza più diffusa durante il conflitto", con un "aumento progressivo del reato ben esemplificato dal numero delle condanne: da 10.272 nel primo anno di guerra si passò a 27.817 nel secondo e a 55.034 nel terzo".

    Per arginare il fenomeno, si estese progressivamente la possibilità di comminare la pena di morte, fino a prevedere anche "ritorsioni nei confronti dei famigliari, come la confisca dei beni e la privazione del sussidio per effetto della sola denuncia".

    http://www.repubblica.it/cronaca/201.../?ref=HREC1-20

    E si è mosso anche Rumiz.

    http://www.repubblica.it/cronaca/201...10/?ref=nrct-4
    Comincio un sacco di cose e non ne finisco nes

  4. #14
    Moderatore L'avatar di Furiere Maggiore
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    ... che siano riabilitati dopo un secolo va più che bene e lo auspico di cuore. Non vorrei però che il ricordo di quei terribili anni si riducesse solo a questo...

    Mi sono già espresso qui: http://www.milistory.net/forum/threa...eranno-i-prati

    Anch'io ritengo che siamo andati oltre ...

    fm
    E' la somma che fa il totale.

  5. #15
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    Finalmente.

    dal Messaggero Veneto di venerdi 22 maggio 2015.

    UDINE. I circa mille militari italiani condannati a morte nel corso della prima guerra mondiale per reati di diserzione e per i reati in servizio, come lo sbandamento, e i fatti di disobbedienza, ancorché collettiva potranno essere riabilitati d’ufficio: lo prevede una proposta di legge approvata dalla Camera con 331 sì, nessun contrario ed un solo astenuto, e che ora passa al Senato.
    Quattro furono gli alpini passati per le armi a Cercivento, il 1 luglio 1916, vicenda in merito alla quale si sono creati in Friuli un comitato e un vasto movimento di opinione, con una raccolta di migliaia di firme sostenuta dal Messaggero Veneto.
    In base al testo approvato il procuratore generale militare presso la Corte militare d’appello avrà l’obbligo di presentare le richieste di riabilitazione al Tribunale militare di sorveglianza entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge per i fucilati.
    Su istanza di parte sono restituiti l’onore militare e la dignità di vittime della guerra a quanti furono passati per le armi, addirittura senza processo, facendo anche ricorso alla intollerabile pratica della decimazione o per esecuzione immediata e diretta da parte dei superiori.
    Il secondo articolo della proposta di legge prevede poi di affiggere in un’ala del Vittoriano in Roma una targa nella quale la Repubblica rende evidente la sua volontà di chiedere il perdono di questi caduti.
    Il testo della lapide verrà scelto con un concorso riservato agli studenti delle scuole medie superiori per selezionare il testo da esporre nel Vittoriano in Roma.
    In totale, i soldati italiani processati durante la prima guerra mondiale furono 262.481, a cui si aggiunsero 61.927 civili e 1.119 prigionieri di guerra. Nell’insieme furono processate 325.527 persone; la percentuale di condanne si aggira intorno al 60 per cento del numero degli imputati.

    In questa moltitudine di procedimenti, 4.028 si conclusero con la condanna alla pena capitale, di cui 2.967 con gli imputati contumaci e 1.061 al termine di un contraddittorio. Le sentenze eseguite furono 750, ma il numero dei fucilati non si esaurisce in questa cifra, perché furono circa altri 350 gli uomini giustiziati. Questi ultimi andarono incontro alla più severa delle pene senza processo, attraverso decimazioni o esecuzioni sommarie.
    Comincio un sacco di cose e non ne finisco nes

  6. #16
    Utente registrato L'avatar di leandro53
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    pochi mesi fa ero di passaggio a Cercivento...
    P1110611.JPGP1110612.JPGP1110613.JPG
    Visita www.katubrium.it

  7. #17
    Utente registrato L'avatar di wyngo
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    ...i soldati in ogni guerra e di ogni colore, rimangono sempre soldati...Che possano riposare in pace, ora che un po di giustizia è fatta.
    Il ricordo e la memoria sono le cose piu' labili in questo nostro amato Paese...non so in quanti domenica ricorderanno cosa accadeva un secolo fa e si fermeranno per un singolo misero minuto per onorare un pezzo della nostra storia e quanti non sono piu'.
    Ciao Francesco
    Chi nega la ragion delle cose, pubblica la sua ignoranza

    Leonardo da Vinci

  8. #18
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    ...i soldati in ogni guerra e di ogni colore, rimangono sempre soldati...Che possano riposare in pace, ora che un po di giustizia è fatta.
    Il ricordo e la memoria sono le cose piu' labili in questo nostro amato Paese...non so in quanti domenica ricorderanno cosa accadeva un secolo fa e si fermeranno per un singolo misero minuto per onorare un pezzo della nostra storia e quanti non sono piu'.
    Ciao Francesco
    condivido assolutamente!

  9. #19
    Utente registrato L'avatar di gotica68
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    Finalmente.

    dal Messaggero Veneto di venerdi 22 maggio 2015.

    UDINE. I circa mille militari italiani condannati a morte nel corso della prima guerra mondiale per reati di diserzione e per i reati in servizio, come lo sbandamento, e i fatti di disobbedienza, ancorché collettiva potranno essere riabilitati d’ufficio: lo prevede una proposta di legge approvata dalla Camera con 331 sì, nessun contrario ed un solo astenuto, e che ora passa al Senato.
    Quattro furono gli alpini passati per le armi a Cercivento, il 1 luglio 1916, vicenda in merito alla quale si sono creati in Friuli un comitato e un vasto movimento di opinione, con una raccolta di migliaia di firme sostenuta dal Messaggero Veneto.
    In base al testo approvato il procuratore generale militare presso la Corte militare d’appello avrà l’obbligo di presentare le richieste di riabilitazione al Tribunale militare di sorveglianza entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge per i fucilati.
    Su istanza di parte sono restituiti l’onore militare e la dignità di vittime della guerra a quanti furono passati per le armi, addirittura senza processo, facendo anche ricorso alla intollerabile pratica della decimazione o per esecuzione immediata e diretta da parte dei superiori.
    Il secondo articolo della proposta di legge prevede poi di affiggere in un’ala del Vittoriano in Roma una targa nella quale la Repubblica rende evidente la sua volontà di chiedere il perdono di questi caduti.
    Il testo della lapide verrà scelto con un concorso riservato agli studenti delle scuole medie superiori per selezionare il testo da esporre nel Vittoriano in Roma.
    In totale, i soldati italiani processati durante la prima guerra mondiale furono 262.481, a cui si aggiunsero 61.927 civili e 1.119 prigionieri di guerra. Nell’insieme furono processate 325.527 persone; la percentuale di condanne si aggira intorno al 60 per cento del numero degli imputati.

    In questa moltitudine di procedimenti, 4.028 si conclusero con la condanna alla pena capitale, di cui 2.967 con gli imputati contumaci e 1.061 al termine di un contraddittorio. Le sentenze eseguite furono 750, ma il numero dei fucilati non si esaurisce in questa cifra, perché furono circa altri 350 gli uomini giustiziati. Questi ultimi andarono incontro alla più severa delle pene senza processo, attraverso decimazioni o esecuzioni sommarie.
    ...da brivido!

  10. #20
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    Ma cosa hanno fatto quei poveracci di così terribile?

    La legge Scanu-Zanin approda al Senato il 25 maggio 2015 (data simbolo, così La Torre dirà di voler procedere entro il 4 novembre). Il relatore mette le mani avanti: occorre approfondire demandando il tutto a un comitato ristretto. Nel gruppetto, da lui presieduto, siede anche Maurizio Gasparri, contrario «a un intervento legislativo che sembra avere come fine una riscrittura del passato di orwelliana memoria». In commissione è presente anche Gioacchino Alfano, che esprime il proprio apprezzamento per le modalità scelte. Lo scorso ottobre La Torre relaziona sulle audizioni (non rendendo noti, peraltro i nomi degli auditi e i loro pareri, eccezion fatta per Arturo Parisi).

    Moltissimi i problemi prospettati: dalla «necessità di decidere se dare la priorità alla memoria o al diritto», al fatto che «l’uso dello strumento giuridico per fornire o riscrivere giudizi morali appare estraneo alla logica dello stato di diritto» e che non si può «giudicare con categorie e sensibilità attuali fatti storici di un secolo fa». C’è poi il rischio di «confondere i piani tra le sentenze che applicavano correttamente la legge vigente (severa ma comunque espressione della forma mentis di un’epoca), e, invece, i casi di arbitraria inflizione della pena capitale, anche senza un processo».


    Altre difficoltà discendono dal fatto che potrebbe esserci qualche «ombra di incostituzionalità» in merito al «principio di difesa della patria sancito dall’articolo 52», dichiara La Torre (dimenticando che la guerra’15-18 fu di offesa). Aggiunge che ci sarebbero disparità di trattamento con i fucilati di altre guerre (da quelle d’indipendenza alla II mondiale), con i condannati a pene inferiori a quella capitale (e non riabilitati), e che occorre evitare che «i caduti nell’adempimento del dovere o addirittura i decorati si ritrovino, nei fatti, considerati alla stessa stregua di coloro che sono sottratti a quel dovere».


    Non basta: i discendenti potrebbero nutrire «aspettative economiche risarcitorie, o di recupero emolumenti mai corrisposti», la riabilitazione presuppone «una condotta positiva successivamente alla condanna», (che non c’è stata, essendo i fucilati deceduti).

    Ancora, i senatori della Repubblica non possono chiedere perdono per sentenze comminate in nome del re, il Tribunale militare di sorveglianza non ha risorse adeguate, l’Albo d’oro è chiuso da cinquant’anni, e occorrerebbe riscriverlo.


    Infine si boccia l’idea di investire i giovani di un giudizio, trattando l’argomento: non si può infatti fare «troppo affidamento nelle basi culturali di un adolescente».



    Dal Senato schiaffo ai fusilâz di Cercivento: iter azzerato, si riparte - Cronaca - Messaggero Veneto
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