Un gran bel topic Luciano! e un bel lavoro!
Un gran bel topic Luciano! e un bel lavoro!
DANIELE
"Ad unum pro civibus vigilantes"
Grazie Daniele.
Domani posto la seconda parte.
[ciao2]
luciano
Bravo Cocis bellissimo questo topic!!!
P.S.:Sbaglio o qualche immagine la hai presa da Storia Illustrata?
[ciao2][ciao2]Franz
scavare è bello!
E’ un mondo difficile: vita intensa, felicità a momenti e futuro incerto...
con tutto il rispetto..io sono del parere opposto..Originariamente Scritto da Die Nadel
se andiamo alla base della precisazione..è come dire terroristi e partigiani!
certo i tempi sono cambiati..le "Strategie" anche..
ma le "precisazioni" semplicistiche, sopratutto in un campo delicato come questo le lascerei fuori dalla porta..
vi ringrazio e continuiamo a parlare di "Vento Divino"!
ciao
digjo
Ciao
digjo
Concordo.Non usciamo dal seminato,perchè è un topic interessante e magistralmente proposto dal nostro Cocis e sarebbe un peccato se si perdesse di vista l'argomento trattato nel topic.[]Originariamente Scritto da digjo
Ottimo Topic.. bravo Cocis..
Gigi "Viper 4"
"...Non mi sento colpevole.. Ho fatto il mio lavoro senza fare del male a nessuno.. Non ho sparato un solo colpo durante tutta la guerra.. Non rimpiango niente.. Ho fatto il mio dovere di soldato come milioni di altri Tedeschi..." - Rochus Misch dal libro L'ultimo
Grazie ragazzi []
Ciao Franz no non sono prese da Storia Illustrata ma non escludo che ci possano essere delle uguali.
Giusto continuiamo a parlare del "Vento Divino"
"..continua il racconto di Rikihei Inoguchi.
L'addestramento dei piloti kamikaze di base a Formosa aveva una durata di 7 giorni, con i primi due giorni dedicati esclusivamente alle esercitazioni di decollo, i due giorni successivi venivano dedicati al volo in formazione, mentre contemporaneamente proseguivano le esercitazioni di decollo.
Gli ultimi tre giorni erano soprattutto dedicati allo studio teorico e alle esercitazioni pratiche di avvicinamento all'obiettivo e di attacco e di volo in formazione.
Per i caccia leggeri e veloci come gli "Zero" (Zeke) e per i bombardieri imbarcati tipo "Suisei" (Judy) venivano adottati due metodi di avvicinamento che si erano rivelati particolarmente efficaci.
Doveva avvenire ad altissima o bassissima quota, anche se dal punto di vista della precisione di navigazione e del raggio di visibilità* sarebbe stata preferibile una quota media, si preferiva rinunciare a questi vantaggi in considerazione di altri fattori.
La quota prescelta era compresa tra i 5.500 e i 6.500 metri e ciò per due ragioni.
1° quanto più alta è la quota, tanto più difficile è l'intercettazione da parte del nemico.
2° occorre tener conto della manovrabilità* di un aereo recante a bordo una bomba da 250 kg.
Nell'avvicinamento a bassissima quota gli aerei volavano invece il più vicino possibile alla superficie del mare, in modo da ritardare al massimo l'intercettazione da parte dei radar nemici.
Verso la fine del 44 si stimava che i radar americani avessero una portata effettiva di circa 160 Km. ad alta quota e di 30-50 Km. a bassa quota.
Ad alta quota era necessario che il pilota facesse molta attenzione affinché l'angolo di picchiata non risultasse eccessivo, in quanto l'aereo sarebbe stato più difficile da manovrare sotto l'azione della crescente forza di gravità* che gli avrebbe fatto perdere il controllo, era pertanto necessario che la picchiata fosse il meno profonda possibile e che il pilota prestasse molta attenzione al vento di coda e alle contromosse da parte del bersaglio.
In caso di attacco a bassa quota appena avvistata una nave nemica, l'aereo saliva bruscamente a 3.500-4.500 metri per poi buttarsi in picchiata sul bersaglio.
Il metodo della picchiata a candela risultò peraltro assai più efficace di quello di colpire la fiancata.
I piloti kamikaze vennero incoraggiati ad usare questo metodo.
Sulle portaerei il miglior bersaglio era costituito dall'elevatore principale, seguivano poi in ordine di preferenza. l'elevatore di poppa o quello di prua.
Su altri tipi di grosse unità* da guerra, il migliore bersaglio era la base del ponte di comando.
Sui cacciatorpediniere, sulle altre piccole navi da guerra o da trasporto un colpo in un punto qualsiasi tra il ponte di comando e il centro della nave risultava generalmente di grande efficacia.
Se non vi fosse stata carenza di aerei, contro una grande portaerei sarebbe stato opportuno inviare 4 aerei kamikaze due per colpire l'elevatore principale e due a colpire quello di poppa e di prua.
In teoria due o tre attacchi erano considerati l'ideale, ma le portaerei americane erano numerose e noi avevamo troppo pochi aerei.
La bandiera con il Sol Levante e le preghiere scintoiste
Un pò di svago prima della missione
Il riposo per nulla turbato
Le ultime disposizioni
La tradizionale coppa di "sakè" prima di partire per l'ultimo volo
Le altre armi suicide.
Il siluro che fu conosciuto con il nome di !Kaiten! (oggetto che scuote il cielo).
Questo siluro aveva una sezione supplementare situata dietro la testata, che conteneva uno scompartimento per il pilota e per i controlli.
La misura della testata era stata triplicata fino a raggiungere il peso di 1.540 Kg. E la sua autonomia era prevista in circa 77 Km.
Il battello "Shinyo" lungo circa 5 metri e mezzo, era azionato da uno o due motori d'automobile.
La prora recava una testata con una carica potente, che esplodeva nell'urto, la velocità* massima andava dai 25 ai 30 nodi.
L'"Ohka" ( fiori di ciliegio)
Si trattava di bombe pilotate, un proietto-razzo costituito costituito da uno speciale tipo di aereo monoposto in legno con a bordo quasi 1.200 Kg. Di esplosivo.
Trasportato fino a meno di 20 Km. dall'obbiettivo da un bombardiere bimotore il Mitsubishi G4M2e modello 24 J Betty che una sganciato si dirigeva in picchiata sul bersaglio, accelerato dall'accensione dei suoi tre razzi.
Da una quota di circa 6.000 metri era in grado di raggiungere un bersaglio situato in un raggio di oltre 30 Km.
In prossimità* dell'obiettivo il pilota dell'Ohka si calava attraverso il vano bombe dell'aereo-madre, raggiungendo la minuscola carlinga del suo "velivolo".
Non appena informato dell'esatta posizione del bersaglio, il pilota tirava la maniglia di sganciamento , lanciandosi così nella sua corsa verso la morte.
Gli americani affibbiarono a quest'arma il nomignolo di bomba Baka (stupida)
Comunque queste armi non ebbero buona rilevanza per i fini che si erano preposte.
L'areo-madre
Nota dell'autore [:246]
Con le immagini di questo capitolo come dell'altro ho voluto dare un risalto particolare alla parte umana di questi soldati.
Fine seconda parte
Fonte cartaceo Luciano
luciano
Come sempre Superlativo ottime immagini e descrizioni
Grandioso,Cocis!!!L'ultima coppa di sake prima di decollare è un rituale che viene ripreso anche nel film Pearl Harbor.
Questo topic va sempre meglio e ti faccio i miei complimenti!
P.S:Ti ho fatto quella domanda sulle immagini perchè sò di averne già* visto qualcuna e mi sembrava che fossero su quei giornali , solo che non le trovo più e speravo che tu mi potessi indicare il numero dell rivista.
Grazie
[ciao2][ciao2]Franz
scavare è bello!
E’ un mondo difficile: vita intensa, felicità a momenti e futuro incerto...
|
|